No Expo: tutte le ragioni che avreste voluto conoscere

ionon da fb1Molte persone in questa città continuano a considerare Expo un’occasione. Un appuntamento a cui non si potrà mancare, un rilancio per l’economia cittadina. Con lo slogan accattivante che fa l’occhiolino alla cultura dell’alimentazione sana e all’ambientalismo di moda, con i colori e i nomi romantici abbinati a progetti devastanti – si pensi al canale scolmatore in cemento che doveva attraversare i parchi cittadini chiamato Vie d’acqua… – Expo sta riuscendo nell’intento di proporsi come vetrina del bello e sostenibile mondo del green che rilancerà l’immagine di Milano su scala mondiale.
E se è francamente difficile non vedere i ritardi clamorosi, le magagne degli appalti, le mazzette, i mafiosi che sbucano ogni volta che si apre una porta della grande Esposizione, non è invece immediato vedere e capire, dietro il velo colorato e i volti sorridenti dei manifesti pubblicitari, cosa sia davvero Expo 2015, e quanto, al di là di come sia stato organizzato e sarà gestito l’evento, su cui pure avremmo molto da dire, sia l’evento stesso a generare dinamiche economiche, sociali e culturali che vanno tutte a discapito di chi già sta pagando a caro prezzo la crisi e a vantaggio dei pochi che su Expo faranno i soldi, quelli veri, legali o illegali che siano
Il lavoro sottopagato e privo dei diritti più elementari, se non addirittura gratuito, la cementificazione di parchi e aree un tempo agricole, il proliferare di nuove, inutili e costosissime strade, le speculazioni finanziarie e immobiliari, l’arricchirsi di pochi con i soldi pubblici, la deroga alle normali regole democratiche, la limitazione di libertà e diritti, sono gli aspetti nascosti sotto il luccichio dell’Esposizione Universale.
Ma è difficile per molti sollevare la cortina dorata e vedere il meccanismo che nasconde. Difficile per chi non ha strumenti di analisi critica della realtà e soprattutto contesti collettivi in cui elaborarli, arricchirli, approfondirli e metterli alla prova dei fatti.
E siccome i contesti collettivi stanno diventando sempre più rari, e viviamo ogni giorno una penosa solitudine nell’affrontare il potere in tutte le sue forme, vogliamo provare in questa finestra a raccontare, per interviste, interventi scritti e video, immagini e parole, quelle esperienze che stanno combattendo una battaglia quotidiana per svelare il mostro, per raccontarne le storture e per denunciarne gli effetti sul territorio e sulle persone. Con un’attenzione particolare a chi, nella costruzione dei propri percorsi di analisi e di iniziativa, ha voluto e saputo darsi un’apertura di orizzonte, allargando il proprio sguardo e il proprio impegno ai contesti non militanti, provando a raggiungere e coinvolgere chi, appunto, avrebbe avuto più difficoltà a leggere i meccanismi e le dinamiche del grande evento
Un’attenzione e una capacità che in parte ci è mancata in moltissime iniziative di lotta e di contestazione a Expo – che pure abbiamo sostenuto -, e che abbiamo invece ammirato in alcuni percorsi, che proprio per questo vorremmo valorizzare e contribuire a diffondere.
Le esperienze che vorremmo raccontare in questa finestra sono quindi quelle che, senza rinunciare alla radicalità della propria critica, hanno saputo programmaticamente darsi una forma e un contenuto comprensibile e condivisibile, hanno provato ad agire il conflitto insieme alla capacità di costruire consenso e apertura, producendo uno scarto rispetto a quell’attitudine alla protezione gelosa della propria identità che a volte ci porta a costruire percorsi minoritari e che, non vista, ci condannerebbe all’irrilevanza.

Siamo pronti: iniziamo con la campagna IoNonLavoroGratisPerExpo. Siamo seri: vi sembra il caso di lavorare gratis per un evento universale che genera affari per miliardi, spostando i soldi dalle casse pubbliche alle tasche di pochi noti? Vi sembra il caso di fare i volontari per una spa? Rifiutare il lavoro gratuito e svelare, nelle scuole e nelle università, la macchina della propaganda, che sta arruolando centinaia di ragazzi e ragazze con la prospettiva di arricchire il curriculum se non addirittura di guadagnare dei like (!) è lo scopo del progetto. Ce lo raccontano in 4 brevi interventi Riccardo, Ilaria, Layla e Sergio.
Per saperne di più, cerca su facebook la pagina IoNonLavoroGratisPerExpo, non è difficile, ha più di 4mila mi piace: forse, per guadagnare like, lavorare gratis per Expo non serve…

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4 risposte a “No Expo: tutte le ragioni che avreste voluto conoscere”

  1. […] mancano all’apertura dei cancelli di Expo. Dopo aver intervistato gli studenti della campagna “Io non lavoro gratis per Expo”, Milano in Movimento, in questo secondo capitolo intervista Luca di OffTopic, voce storica […]

  2. […] questo anno le scuole milanesi sono state attraversate dalla campagna “Io non lavoro gratis per Expo” che è andata a focalizzarsi sul problema della precarietà della nuova generazione e sul lavoro […]

  3. […] No Expo, tutte le ragioni che avreste voluto conoscere – vol. 1 […]

  4. […] le interviste ai ragazzi di “Io non lavoro gratis per Expo” e a Luca di OffTopic continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo NoExpo e delle sue […]

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