[News] Da Milano a Roma solidali col Kurdistan!

13150067_10207916237698330_1189850480_n

L’azione in Darsena contro l’accordo UE-Turchia sulla “gestione” dei rifugiati e in relazione con l’assedio all’Ambasciata turca a Roma (1 / 2).

Primo Maggio: fra poche ore saremo nuovamente in piazza per la MayDay. Potrete seguire la diretta sul profilo Facebook di Milano In Movimento.

Sarà la MayDay di chi a partire da Milano, vuole riprendere parola dal basso e in maniera critica sui temi della precarietà, delle politiche di austerity e dello smantellamento del welfare, del business delle guerre e della fame, delle devastazioni ambientali e dell’espropriazione delle risorse.

Sarà la MayDay di chi immagina un mondo diverso, di chi vuole ridisegnare le priorità delle politiche sociali in una città in cui il dibattito politico sul tema è completamente schiacciato sul un concetto di ‘decoro’ propone muri puliti, stazioni chiuse ai migranti e ai senzatetto, e in generale, il tentativo di allontanare il disagio e la sofferenza dalla quotidianità e dall’immagine della metropoli produttiva e vincente.

In piazza ci sarà chi si batte per la riappropriazione di spazi metropolitani capaci di rimettere al centro i temi dell’uguaglianza e della giustizia sociale, dei diritti lgbt, dell’opposizione alle guerre e a un modello di sviluppo economico devastante per i territori e per le nostre stesse vite. Sarà un urlo che vuole rivendicare in maniera chiara dignità per tutte e tutti, a partire da lavoro stabile e tutelato, reddito sociale garantito, scuola e università di qualità, diritto alla salute, uguaglianza per i migranti, diritto all’abitare, democrazia in azienda contro l’accordo truffa sulla rappresentanza.

Allo stesso tempo sentiamo il bisogno di cogliere l’appello all’azione per la rottura dei rapporti diplomatici tra Italia e Turchia. I 6 miliardi di euro pagati al dittatore Erdogan sono la ricompensa dell’Europa a chi si sta assumendo il compito sporco delle espulsioni di massa e della deportazione di centinaia di migliaia di persone. Sono il modo in cui la democrazia europea prova a deresponsabilizzarsi di fronte alla violazione dei diritti umani di chi scappa da guerra e povertà causate dalle stesse politiche messe in campo dai governi occidentali. Alzano muri, tendono barriere di filo spinato e si affidano a chi fa affari con l’Isis, a chi denigra le donne, a chi manganella il dissenso e censura la stampa per far fronte alla crisi umanitaria che vede centinaia di migliaia di corpi in fuga per una vita degna. Ci sentiamo parte di quell’umanità in marcia che dalla balkane route alla jungle di Calais, fino ad Idomeni, ha voluto rispondere alla retorica dello scontro di civiltà e all’incedere dei razzismi e degli egoismi nazionali in Europa. La sfida è quella di delegittimare dal basso i confini interni ed esterni della fortezza Europa, di costruire un’Europa che riconosce i diritti di tutti i popoli e tutti gli esseri umani, dove i corpi non sono merce di scambio tra stati, dove nessuno è illegale. Per questo domenica una delegazione di compagni e compagne di Milano sarà a Roma,davanti all’ambasciata Turca. Perché è il tempo di non tollerare più l’intollerabile.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *