Tavolo sugli spazi “dal basso”: diretta da via Santa Croce

foto (2)ZAM è appena stato sgomberato e poche ore fa è uscita la convocazione ufficiale del prossimo incontro del tavolo sugli spazi. La richiesta di moratoria sugli sgomberi, ribadita durante l’ultimo incontro da ZAM e Lambretta ma anche da Arci e Camera del Lavoro, non è stata accolta. ZAM e Lambretta hanno deciso di convocare il proprio tavolo, quello dal basso, che avrà inizio tra poco davanti allo spazio appena sgomberato.

Il tavolo si apre con il racconto dello sgombero davvero poco “gentile” di questa mattina. Gli occupanti hanno avanzato alcune richieste tra cui una presa di posizione del Sindaco sulla moratoria degli sgomberi, richiesta che ancora una volta non trova apertura al dialogo ma pavidità e silenzio.

Zam e Lambretta hanno deciso di presentarsi agli incontri del tavolo di lavoro decidendo di volta in volta con quali modalità, portando anche all’interno di quello spazio politico le proprie istanze e posizioni in maniera conflittuale. Così si continuerà a fare, dato che l’amministrazione non ha dimostrato di voler veramente costruire un dialogo a partire dal riconoscimento del valore degli spazi sociali, dalla loro tutela – evitando quindi gli sgomberi – e dalla volontà reale di trovare soluzioni in grado di preservare l’autonomia politica delle realtà autogestite.

Interviene Corrado Mandreoli per la Camera del Lavoro di Milano, ricordando il proprio impegno nel modificare le politiche del governo cittadino precedente, sul tema degli spazi ma non solo, e ribadendo la necessità di un segnale di discontinuità. Attuare politiche sugli spazi abbandonati, riconoscendo il valore di tutte le realtà attive in città e dando loro modo di continuare a costruire progetti, non è più procrastinabile. Anche la Camera del Lavoro ha chiesto più volte la moratoria sugli sgomberi, si è dichiarata più volte contraria a questo tipo di soluzione, ha chiesto al Comune di adoperarsi per evitare lo sgombero di Zam, ma la politica cittadina in questo senso non è cambiata. Mandreoli ritiene opportuno che si agisca con tutte le modalità possibili per far sì che questo tavolo rappresenti realmente un luogo dove poter trovare soluzioni alternative per gli spazi sociali. Bisognerebbe tenere aperta la possibilità di costruire insieme un percorso che consenta alle realtà autogestite di rimanere in continuità con le proprie pratiche e modalità.

 

Emanuele Patti, presidente Arci Milano, ricorda che gli sgomberi rappresentano un’interruzione del dialogo che non può rappresentare soluzioni costruttive, tutti gli sgomberi sono da condannare. Non ci si aspettava lo sgombero di Zam, vista l’apertura di un tavolo di confronto. Contro le leggi ingiuste si possono attivare pratiche conflittuali: la legalità ha ragione d’essere quando le leggi sono democratiche. I Sindacati non sarebbero nati se non si fossero occupate le terre. La legalità quindi non è un valore assoluto, ma ha senso in relazione alla democraticità delle istanze che promuove.

Il tavolo per Arci doveva essere un luogo per trovare soluzioni alternative ai bandi. Esperienze in tutto il mondo dicono che spazi occupati possono trasformarsi anche in altro, in beni comuni. E’ necessario che la giunta si proponga di trovare risposte concrete all’esigenza di spazi. Lo sgombero di oggi crea un problema almeno ad un pezzo di quel tavolo, che dovrebbe parlare ai gruppi informali, alle associazioni, anche ai privati. I cittadini dovrebbero poter gestire degli spazi pubblici anche in maniera informale. Auspichiamo un lavoro democratico di partecipazione ed ascolto.

Viene espressa solidarietà dai comitati No Muos e gruppi informali, a sostegno dell’autorganizzazione che riesce a schierarsi contro i poteri e contro gli sgomberi.

Una cittadina del quartiere esprime solidarietà a Zam.

Emanuele Braga di Macao: nessun tavolo di questo tipo può risolvere il problema della libertà di espressione delle realtà autogestite. Non dipendiamo da questo tavolo per capire cosa stiamo facendo. Macao ha aderito al tavolo decidendo di parteciparvi per poter determinarne il percorso, che potrebbe restituire un valore aggiunto al piano urbanistico della città. Bisogna però prendere parola rispetto all’interlocutore politico che amministra la città, che dovrebbe esprimere posizioni più forti che consentano di agire politicamente per consentire la costruzione di questo dialogo. La repressione poliziesca non riconosce il valore degli spazi, ma al contempo si cercano altri luoghi di discussione per trovare soluzioni. La giunta potrebbe essere più incisiva, altrimenti questa posizione è debole.

Il tavolo non deve risolvere le occupazioni, prima raderle al suolo e poi trovare soluzioni legali. Se si vuole riconoscere il valore di queste esperienze, bisogna metterle in condizione di sentirsi riconosciute in maniera paritaria. Non è un buon segnale che nella stessa giornata dello sgombero si convochi un tavolo, prima si elimina il problema poi si dà l’idea di voler trovare soluzioni “scartoffie”.

Mariella Bussolati degli Orti sociali ha deciso di prendere posto al tavolo destinato al Comune di Milano, rimasto fino ad ora vuoto, perchè il Comune sono i cittadini. Il Comune non fa pratica di beni comuni, noi sì. Al prossimo incontro non possiamo andare senza ribadire l’illogicità di questo comportamento ambiguo per cui prima si sgombera e poi si invita a sedersi al tavolo. I funzionari non sono preparati su questi temi quanto noi, andiamo al tavolo a spiegargli cosa significa praticare e costruire beni comuni, perchè loro non lo sanno.

Rete San Precario Milano esprime solidarietà a tutti gli spazi sociali e a Zam in particolare. Il venir meno di questo posto è un tassello in meno in una rete che si sta costruendo tra diverse realtà in città. Il sospetto forte è che ci stiamo avvicinando al 1° maggio 2015, ad Expo: bisogna tener presente che è in atto un tentativo di normalizzare tutto ciò che può rappresentare un problema in termini di ordine pubblico ma non solo, in termini di contenuti e di pratica di alternatività.

Questo spazio, in un quartiere fortemente interessato dalla gentrificazione, rappresentava qualcosa di molto importante per la città.

Stefano Belloni, attivitsta di diritti civili e della comunità GLBT milanese, esprime la propria rabbia per lo sgombero di questo spazio che è stato molto importante dal punto di vista politico e personale. La creatività di questo posto dev’essere salvata, qui c’è un buono da salvare.

Interviene il nonno di un occupante di Zam ribadendo il proprio sostegno, ricordando i momenti bellissimi passati a Zam ed esprimendo forte solidarietà e simpatia.

 

Il tavolo per ora si conclude, con l’invito a rimanere in piazza davanti a Zam perchè tra poco ci si sposterà…. in un altro luogo!

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