Il 14N c’eravamo tutt*! (sul processo per i fatti di Corso Magenta)

76385_10151911548592964_1872060809_nIl 14 Novembre 2012 un imponente corteo attraversò il centro di Milano. In contemporanea con centinaia di manifestazioni in Italia e in Europa, in tanti nel giorno dello Sciopero Europeo scesero in piazza per sfidare la crisi e il regime di austerità che la governa.

Anche a Milano la piazza si presentò subito calda e gremita, desiderosa di andare a toccare alcuni dei luoghi simbolo della crisi e della sua gestione presenti in questa città. Nelle numerose assemblee pubbliche che avevano contribuito alla costruzione della manifestazione un elemento era emerso in maniera chiara e netta: non ci faremo imporre il divieto illegittimo di portare la nostra voce davanti a quei luoghi che ogni giorno contribuiscono con i loro diktat a impoverire le nostre vite! Per questo avevamo dichiarato che ci saremmo spinti sotto gli uffici milanesi di rappresentanza dell’Unione Europea.

Ancora una volta però, come ormai avviene sempre di più in questi anni di crisi e di negazione dei diritti più basilari, avevamo trovato sulla nostra strada un ingente sbarramento di forze dell’ordine che volevano ad ogni costo impedirci di esprimere nelle “giuste sedi” il nostro punto di vista fatto di diritti e formazione di qualità e accessibile per tutti. Un intero corteo, di fronte a questa assurda impossibilità di poter arrivare laddove era stato deciso in forma pubblica, decise di non accettare questo impedimento e di provare a passare in maniera compatta e risoluta.

Oggi per questi fatti 4 studenti e precari (il procedimento che riguarda i minorenni è ancora in fase pre-dibattimentale) si trovano ad essere vergognosamente sotto processo con richieste di pene che vanno dall’anno all’anno e mezzo di reclusione, come se quella giornata fosse stata appannaggio di pochi “professionisti della protesta” (espressione molto cara a chi ama sminuire il portato delle lotte rivendicative) e non espressione di una volontà e di una tensione collettiva. È inoltre allucinante che ad essere processate siano persone che, assieme a molti altri, hanno come unica colpa quella di mettersi in gioco attivamente per difendere i diritti e i sogni di un’intera generazione, mentre chi specula ogni giorno sulle nostre vite rimane costantemente impunito e privo di qualsiasi responsabilità diretta.

Ci teniamo quindi a rimarcare senza se e senza ma la nostra vicinanza e solidarietà ai quattro studenti e precari sotto processo e in attesa di giudizio (la sentenza è prevista per il 25 Novembre), consci che non saranno operazioni di questo tipo a mettere un tappo alle lotte e ai conflitti.

Studenti In Movimento

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