Milano post-Expo. Lo Stato apre i cordoni della borsa?

174118564-cce4299a-d2b8-40c6-8cbf-7b219c30df58Ieri il Presidente del Consiglio Renzi, preceduto dal consueto battage mediatico e propagandistico (in tutto e per tutto simile a quello del suo “avversario” Matteo Salvini) si è presentato in città per un grande annuncio sul futuro delle aree che hanno ospitato Expo 2015.

L’idea presentata in una conferenza stampa al Piccolo è quella di costruire su una parte delle aree di Rho-Pero lo Human Technopole Italia 2040. Si tratta di una sorta di cittadella della scienza che dovrebbe occupare circa 70mila metri quadrati (una minima parte quindi del complesso espositivo) per rendere Milano un polo europeo all’avanguardia nella ricerca tecnologica.

La gestione del progetto dovrebbe essere affidata all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Cosa che, a quanto pare, ha sollevato non poche irritazioni tra i rettori milanesi.

Il Governo sarebbe già pronto a finanziare il progetto con un’iniezione di 1,5 miliardi di euro. I soldi arriverebbero dalla Cassa Depositi e Prestiti che ha visto, non a caso, l’ingresso al suo interno del delegato Giuseppe Sala non più di due settimane fa.

Uno dei primi elementi che balzano all’occhio è l’orizzonte temporale lunghissimo del progetto. Si parla infatti del 2040 (tra 25 anni…).

L’altra nota stonata è il fatto che lo Stato aprirebbe i cordoni della borsa quando più volte era stato garantito che per la gestione del post-Expo i contribuenti italiano non avrebbero dovuto mettere mano al portafoglio.

In questo scenario continuano a non venire forniti i dati sugli incassi reali di Expo.
Il bombardamento mediatico privo di qualsiasi voce fuori dal coro ha convito l’opinione pubblica che Expo 2015 è stato uno straordinario successo.
Il traguardo dei 20 milioni di visitatori sembra infatti essere stato superato grazie allo sprint degli ultimi due mesi di esposizione. Uno sprint cui ha contribuito una riduzione sostanziosa del costo dei biglietti e l’obbligo per le scuole di andare in visita all’Esposizione Universale.
Continuano però a non venire forniti elementi per capire se l’operazione è realmente andata in pareggio.

Il terzo elemento problematico è il fatto che il Governo stia prendendo delle decisioni sul sito espositivo pur non facendo parte della società Arexpo spa che gestisce i terreni. In questo modo verrebbero completamente scavalcate le autorità locali, in primis Comune e Regione.

Approfittando del viaggio a Milano, Renzi ne ha approfittato per ringraziare ancora una volta Giuseppe Sala. Il Presidente del Consiglio non si è però sbilanciato, sintomo che la partita per le comunali di Milano è estremamente complicata. Il premier incoronerebbe volentieri colui che ha gestito Expo 2015 come candidato in evidente e conclamata discontinuità con la Giunta Pisapia. I giochi di quella che sembra un’estenuante partita a scacchi sono però ancora aperti.

Comunque vada la linea del PD renziano sembra abbastanza chiara: manager a Milano, Prefetti a Roma.
Mattoni per la costruzione del Partito della Nazione?

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