EXPO2015 – Appunti sul grande evento che soffocherà Milano

 

998442_292057114282961_2036529081_nUn po’ di dati e riflessioni per la contro-propaganda nelle scuole. 

Abbiamo analizzato passo per passo quello che Expo 2015 porterà alla città di Milano e alle vite dei suoi cittadini. Il grande evento che si propone di portare rilancio per l’economia e turismo in realtà, come vedremo in seguito, porterà solo CEMENTO, DEBITO e PRECARIETA’. Infatti esso rappresenta l’occasione per speculatori e potenti di poter calare dall’alto sulla città mostri di cemento e cristallo senza che nessuno si insospettisca sulla loro utilità o si chieda quanto costino o ancora se per costruirle vengono rispettati i diritti dei lavoratori. Percorriamo la sua storia e il suo sviluppo all’interno della metropoli e scopriamo come  la sua realizzazione tolga effettivamente risorse economiche ai settori che garantiscono una vita dignitosa alle persone come le politiche abitative, l’istruzione, la cultura e il trasporto pubblico.

CEMENTO

Expo viene assegnata alla città di Milano il 31 Marzo 2008, durante la giunta Moratti  e non appena l’evento divenne ufficiale comincia subito la spartizione dei profitti che esso avrebbe potuto produrre.

La gestione dell’evento  è divisa tra:

-Settore pubblico (politica istituzionale)

-Settore privato (imprese)

Milano allora era in mano alle amministrazioni di destra e ai loro amici imprenditori non a caso la zona di Expo sarà il NORD-OVEST, corrispondente ai progetti di City Life, Santa Giulia, Garibaldi-Repubblica, Bovisa con estensione ai comuni di Rho, Pero e Baranzate. Tutti terreni privati di proprietà FIERA o CABASSI, per la maggior parte zone agricole che verranno prontamente convertite a terreni edificabili aumentando così il loro valore esponenzialmente in poche ore. (aree che valevano 10/15 euro al metro quadro  con uno schiocco di dita passeranno a 164 euro al metro quadro).

Per gestire la realizzazione dell’evento sono state costituite due società :

– EXPOSPA per gestire la macchina organizzativa. Formata da politiche e imprese. E’ una società per azioni a prevalenza pubblica, in sostanza darà i soldi pubblici agli imprenditori e curerà gli interessi di CONFINDUSTRIA per l’evento.

– AREXPO per acquistare i terreni . Costituita da Formigoni. Permetterà la manovra speculativa per cui valutano i terreni in base alla quantità di cemento vi colerà dopo Expo. In questa società entrerà anche la Fondazione Fiera, creando un palese conflitto d’interesse (il proprietario di un terreno entra nella società compratrice dei terreni)

I flussi di denaro usciti per adesso sono solo soldi pubblici: 49, 6 milioni ai Cabassi e 66,4 milioni a Fondazione Fiera. 

Per quanto riguarda invece le imprese: la CMC si prende la rimozione delle interferenze. La MANTOVANI Spa l’appalto per la costruzione della piastra di cemento sopra la quale sorgerà il polo fieristico. A seguire aziende minori, alcune beccate con le mani nella mafia (Ventura Spa) altre sospette di corruzione o indugiate per traffico illecito di rifiuti (Elios srl).

Per quanto riguarda la bonifica dei terreni la spesa è di 14 milioni, chiaramente soldi pubblici poiché i lavori sono stati avviati da EXPOSPA.

Al cemento del polo fieristico di Expo si aggiunge quello di TEM, BREBEMI e PEDEMONTANA (3 nuove autostrade che toglieranno 1600 ettari di terreni  verdi e agricoli alla Lombardia) e il progetto della VIA D’ACQUA (89 milioni di spesa pubblica). Un canale di cemento che taglia in due la città e 4 degli ultimi parchi pubblici rimasti in città. Progetto mai condiviso con gli abitanti delle zone attraversate che ha come unico scopo quello di alimentare la fontana  del polo fieristico.

DEBITO

Expo sarà un evento molto costoso. Secondo le stime pubblicate dall’organizzazione il polo fieristico costerà 1,7 mld di € mentre al livello urbano e regionale gli investimenti ammonteranno a 11,8 mld di €, cifra che come tutte le previsioni è destinata come minimo a raddoppiare. Secondo le previsioni più ottimistiche avrà 20 milioni di visitatori e,  se calcoliamo che il biglietto di ingresso sarà di circa 40 euro, con gli ingressi Expo guadagnerà solo 800 milioni di euro. Considerando che con ogni probabilità Expo avrà molto meno visitatori è facile capire quanto questo evento andrà a gravare sul nostro debito pubblico. Basti pensare che solo il Comune di Milano sborserà 70 milioni, il 75% dei fondi che un comune può investire in servizi sulla città in un anno, infatti secondo il patto di stabilità il massimo di spesa dei comuni è di 500 milioni di euro.

PRECARIETA’

L’accordo tra Cgil-Cisl Uil  ed Expo 2015 prevede: 300 assunti con contratto a tempo determinato, 340 con contratto di apprendistato (per non pagare l’Inps, la pensione, Cgil un tempo era contraria) e 195 di stagisti, con un salario di 516 euro mensili e 18.500 volontari.

In generale l’evento ha bisogno di 70.000 posti di lavoro di cui 36.000 saranno volontari.

Un simile accordo rappresenta un pericoloso precedente che contrappone il lavoro ai diritti. Come le grandi opere depauperano il territorio, così il lavoro gratuito e l’iper-precarizzazione dei contratti frantumano il futuro delle nuove generazioni e demoliscono conquiste ottenute con anni di lotta.

Tutto questo avviene nella stessa Milano in cui avvengono continui sgomberi di famiglie, completamente ignorati dai mass-media. La Milano che sta subendo lo smantellamento del servizio sanitario nazionale (50% in mano ai privati) con conseguenti chiusure di Consultori e Sert. La Milano dove nelle scuole mancano i materiali, cadono a pezzi  o addirittura chiudono per “mancanza” di risorse pubbliche. In questo quadro cittadino l’avvento di Expo calza a pennello. Il modello produttivo che propone infatti è basato sulla produzione fine a se stessa e sullo sfruttamento di lavoratori precari o volontari. Vogliono far credere che il mattone produca crescita e sviluppo. Così non è.  Costruire senza criterio non genera produzione industriale  a lungo termine né la produzione di nuove tecnologie, bensì reddito a breve termine e squilibrio nella distribuzione dei guadagni.

La città che viviamo

Dopo tutti questi numeri passiamo all’aspetto un po’ più sociale dell’evento:  è chiaro che ciò che traspare è che la società non esiste, esistono solo gli individui. L’arricchimento dei già ricchi produce ricchezze. E soprattutto ciò che si garantisce è l’egualitarismo dei consumi ma NON delle condizioni sociali. Nella città lo possiamo vedere con la spopolarizzazione dei quartieri  (un  esempio è il quartiere Isola)  dove è previsto consumo di suolo e la trasformazione di quartieri a basso reddito in poli di lusso. La realtà è che Milano da Expo ne uscirà schiacciata, contraffatta, più povera, forse sconfitta. Il grande evento si inserisce nei quartieri, nelle scuole, stravolge le dinamiche e i rapporti sociali, le usanze. Le strade si riempiono di telecamere, gli scaffali del tribunali di denunce e indagini, gli artisti di strada vengono scacciati dalla città vetrina. Le tradizioni lasciano posto ai cantieri e ai grattacieli. Tutto rimane freddo, finto. Questa non è la Milano che vogliamo! Contrasteremo la propaganda di Expo partendo dalle scuole!

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4 risposte a “EXPO2015 – Appunti sul grande evento che soffocherà Milano”

  1. Alessandra Atzeni ha detto:

    Dopo Trento di due giorni fa oggi Milano: assaltato un banchetto di CasaPound per le europee. Il movimento “Ennesimo tentativo di chiuderci spazi. Pisapia & co cos’hanno da dire?”

    Milano, 28 marzo – “Pisapia e tutti i sinceri democratici di Milano non hanno nulla da dire?”. È quanto chiede il responsabile milanese di CasaPound Italia Massimo Trefiletti, dopo che stamattina un gruppo di una trentina di antagonisti ha cercato di assaltare un banchetto del movimento, regolarmente autorizzato, in cui si stavano raccogliendo le firme per la presentazione della candidatura alle europee. La carica è stata respinta e il banchetto è proseguito fino all’ora programmata, ma il lancio di oggetti ha comunque provocato un ferito tra i militanti di Cpi. Il ragazzo ha avuto bisogno di alcuni punti di sutura alla testa.
    “Quanto avvenuto oggi – commenta Trefiletti – è inaccettabile, ma non è una novità: è solo l’ennesimo tentativo di negarci spazi e agibilità politica. Già Novate Milanese e la conferenza con Alba Dorata, solo per citare gli ultimi casi, dovrebbero aver chiarito a questa gente che noi non ci facciamo dire da quattro scappati di casa cosa possiamo o non possiamo fare”.
    “Questi poveretti che per definirsi politicamente hanno bisogno di un nemico – prosegue Trefiletti – cercano solo di alzare il livello dello scontro per poi poter invocare la messa al bando della nostra associazione. È un gioco talmente scoperto che non ci sarebbe nemmeno da parlarne, se non fosse per le poderose coperture istituzionali di cui questi presunti antagonisti possono giovarsi. È tutta lì – sottolinea l’esponente di Cpi – la fonte del loro coraggio quando assaltano banchetti ai mercati o attività di gente che lavora, come accaduto con l’albergo che ha ospitato la conferenza di Alba dorata. È tutta lì la fonte della loro arroganza quando pretendono che un gruppo comunale perfettamente regolare non venga costituito, come accaduto a Novate”.
    “Per questo – continua Trefiletti – noi oggi pretendiamo una risposta da Pisapia & co: cos’hanno da dire rispetto a quanto avvenuto oggi, ovvero l’aggressione di un movimento politico che stava esercitando un suo diritto sancito dalla legge e dalla Costituzione? Quanto a lungo vogliono continuare a essere complici di chi pretende di decidere, come avvenuto oggi, chi può o non può partecipare alle elezioni? O, come avvenuto a Novate, di chi pretende di decidere chi può o non può stare nelle istituzioni?”.
    “Noi lo ribadiamo, e sia chiaro a tutti, che difenderemo i nostri diritti e nessuno ci impedirà di fare attività politica fra i milanesi e per i milanesi. Tutto il resto – conclude Trefiletti – è un problema che riguarda quelli che pensano il contrario e i loro complici silenti, non noi”.

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