In ricordo di Valerio Verbano e Luca Rossi

urlIn questi giorni, sia Roma che Milano ricordano l’omicidio di due compagni.

Il 22 Febbraio cade infatti l’anniversario dell’omicidio di Valerio Verbano, mentre il giorno successivo è la volta di Luca Rossi.

Due tragiche vicende molto diverse, ma con alcuni punti di somiglianza.

Valerio Verbano era un giovanissimo militante di Autonomia Operaia a Roma.

Giovanissimo anagraficamente, ma assai esperto e preparato politicamente.

I suoi punti di riferimento politici sul territorio erano i comitati ed i collettivi autonomi di Valmelaina (il suo quartiere) e dell’Archimede (la sua scuola).

Valerio era un esperto di fotografia molto impegnato sulle tematiche antifasciste.

I neo-fascisti, a Roma, in quegli anni rappresentavano infatti un pericolo ben presente e costante nella vita di tutti i compagni.

Del Settembre ’77 era stato l’omicidio di Walter Rossi di Lotta Continua. Un omicidio cui erano seguite giornate infuocate.

In quel periodo tra il ’77 ed il ’78 hanno incubazione a Roma i NAR e Terza Posizione. I gruppi dello “spontaneismo armato” di estrema-destra.

A seguito dell’assalto alla sezione missina di Acca Larenzia del 7 Gennaio 1978 rivendicata dai Nuclei Armati di Contropotere Territoriale ed ai successivi scontri tra neo-fascisti e Forze dell’Ordine persero la vita tre militanti missini: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni (quest’ultimo colpito in faccia da un colpo esploso dai Carabinieri).

La vendettà dei NAR fu immediatà e portò all’omicidio di Roberto Scialabba, giovane militante di Lotta Continua, il 28 Febbraio ’78.

L’escalation di violenza fu continuo e, nel Settembre del 1978, i fascisti uccisero all’Alberone Ivo Zini, simpatizzante del Partito Comunista.

Poi, nel Gennaio 1979, i NAR fecero irruzione a Radio Città Futura (all’epoca radio molto vicina al movimento) ferendo a colpi di mitra le sei donne presenti negli studi ed appiccando il fuoco alla radio.

Le formazioni della sinistra rivoluzionaria si opposero con forza alla violenza dell’estrema-destra.

In questo quadro deve collocarsi anche un dossier sul neo-fascismo romano messo insieme da Valerio Verbano e sequestrato dalla Polizia in casa sua durante una perquisizione dell’Aprile ’79 legata ad una delle tante inchieste di quegli anni sul movimento (Valerio venne arrestato scontando diversi mesi di carcere).

Dopo il sequestro il dossier si volatilizzò per essere infine riscoperto dai Carabinieri solo nel 2011.

Il 22 Febbraio 1980, tre giovani armati di pistole, fecero irruzione in casa Verbano sequestrando e legando i genitori. Attesere il ritorno a casa di Valerio che però reagì alla presenza degli assassini finendo ucciso a colpi di pistola dopo aver disarmato uno degli aggressori.

Le indagini, pur indicando la matrice fascista, non portarono a nulla.

L’inchiesta è stata recentemente riaperta dalla Procura di Roma e si attendono sviluppi.

Carla Verbano, la coraggiosa e fortissima madre di Valerio che, insieme ai compagni di Roma ha sempre lottato perla verità e combattuto per conservarne la memoria, è purtroppo mancata nel Giugno del 2012.

Nonostante la sua grave assenza la battaglia va avanti ed il 22 Febbraio, alle 17 in Via Monte Bianco, si terrà un corteo per Valerio.

 

Diverso è lo scenario in cui matura la morte di Luca Rossi.

Non è la Roma infuocata di fine anni ’70, ma la Milano affogata nell’eroina di metà anni ’80.

La città è quella delle giunte socialiste della scintillante “Milano da bere”, ma le periferie della metropoli non brillano e sono anzi affogate e sommerse dalla robba.

Il movimento milanese, spazzato via tra fine anni ’70 e primi anni ’80 da centinaia e centinaia di arresti sta via, via tentando di risvegliarsi.

Luca Rossi, un giovane ragazzo del quartiere operaio della Bovisa, fa parte del movimento e milita in Democrazia Proletaria.

Questa la storia dell’omicidio di Luca come ci viene descritta dai suoi compagni.

…”23 Febbraio 1986, Milano, Piazzale Lugano, Bovisa, luogo abituale di spaccio, tre persone all’angolo che discutono, prima con calma poi sempre più animatamente, una delle tre persone è il Digos Policino, la discussione finisce in rissa, il Digos ha la peggio; i due fuggono in auto, il Policino prende la mira e spara per colpire i due, Luca corre per prendere la filovia e invece incontra il proiettile dello sbirro che lo uccidera’ poco dopo in ospedale… Tragica fatalità??? Abbiamo dei dubbi… Non crediamo che il Digos fosse li’ per caso o come ha dichiarato per prendere un gelato alla figlia. Il Digos Policino era conosciuto in zona come un tipo arrogante e un po’ “balordo”, quasi sicuramente (quasi perchè nessuno al processo ha avuto il coraggio, o la possibilità di testimoniarlo) era lì in quel luogo o a prendere una “mazzetta” o comunque in combutta con gli spacciatori della zona”.

Seppur anestetizzata ed in pieno riflusso, la città venne scossa dall’omicidio di Luca ed il giorno del suo funerale sfilarono più di 10.000 persone.

L’agente Pellegrino Pollicino fu condannato ad una pena ridicola.

Ma anche in questo caso la memoria fu portata avanti con la costruzione di un importante e dettagliato dossier sulla Legge Reale sull’ordine pubblico e sulle decine di morti innocenti che aveva provocato in pochi anni di applicazione (http://www.ecn.org/lucarossi/625/625/)

Anche quest’anno i compagni e gli amici di Luca Rossi lo ricorderanno, prima con un presidio in Piazzale Lugano (il 23 Febbraio alle 16) e poi con un dibattito alla bibliotaca rionale della Bovisa.

 

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