Diario e foto da Cavezzo: gli imprevisti

La giornata inizia presto come al solito al campo autogestito di Cavezzo delle Brigate di Solidarietà Attiva: sono da poco passate le otto e ci si alza con una certa fatica, dopo l’ennesima giornata stancante che s’è trascinata sino a quasi mezzanotte con l’assemblea di bilancio giornaliero e programmazione dei compiti per il giorno dopo e…la sorpresa che non vorresti mai vedere ti capita letteralmente tra i piedi! Acqua…non tanta, ma non cade dall’alto, sale dal terreno e si crea una pozza esattamente in mezzo al “pavimento” del gazebo che funge da magazzino della cucina!

Uno scherzo? La domanda è legittima, visto e considerato che tra i campi di Cavezzo e Fossoli è in corso una guerra intensa quanto scherzosa che quotidianamente vede i volontari delle due fazioni sottrarsi reciprocamente gli striscioni e colpirsi con infiniti scherzi che tengono alto il morale e contribuiscono a rendere quest’esperienza (anche) un momento di gioia e piacere. Ma non si tratta dell’ennesima sfida dei ragazzi di Fossoli e di quest’infinita battaglia racconteremo in seguito.

Cos’è successo allora? Subito qualcuno racconta di aver sentito dire che prima del terremoto alcuni cittadini avevano visto accadere cose simili presso le loro abitazioni: improvvise comparse di rivoli d’acqua che spuntavano dal terreno e che diversi esperti (?) avevano spiegato come si trattasse di “segnali” che preannunciavano il terremoto. Ma mica scosse minori: roba seria!

Tempo di far circolare le prime chiacchiere che subito si deve passare dalle ipotesi all’azione: l’acqua sta continuando ad uscire e bisogna sbaraccare tutto!

Ecco allora che comincia lo smontaggio degli scaffali interni al gazebo, la dispoensa viene smantellata e tutto il suo contenuto buttato fuori sui tavoli e sui bancali all’esterno.

Un lavoraccio! È un cantiere interno al campo e bisogna fare tutto in fretta perchè già cominciano ad arrivare i primi cittadini per l’apertura dello spaccio popolare.

Ovviamente, una volta spostato tutto, si torna più sensatamente alla ragione e l’ipotesi più logica (la rottura di un tubo dell’acqua) prende piede velocemente.

Vengono così chiamati diversi numeri di telefono di riferimento dell’amministrazione comunale e con piacevole tempismo arriva in poco tempo un tecnico che certifica quanto ormai appare certo: tubatura rotta, bisognerà scavare, domani inizieranno i lavori!

E nel frattempo: nel frattempo si scava noi!

L’acqua prosegue ad uscire dal terreno e se non si interviene in fretta andrà un po ovunque!

Ci si improvvisa quindi spalatori, qualcuno geometra ma tanti manovali e con piccone, vanga e altro ancora si incanala il flusso d’acqua verso il più vicino scolo.

Il risultato è il frutto d’una mattinata cocente sotto il sole: il fiume che ora attraversa il campo da parte a parte è da alcuni battezzato “Rio Lenin”, in quanto un piccolo busto del suddetto veglia alla sorgente dello stesso, da altri invece “”Torrente Jolanda”, dal nome d’una simpatica e paffuta cantante il cui pacioccoso viso campeggia da un manifesto che compare ogni giorno in un luogo diverso del campo; altri ancora dicono invece che bisognerebbe scavare ancora e cercare il petrolio…altri infine affermano che è ora di finirla con le cazzate che c’è ancora un sacco di lavor da fare!

Un’altra giornata è passata, ancora decine di persone hanno ricevuto aiuti di generi di prima necessità, tanti soprattutto hanno trovato ascolto ai mille problemi e alle paure che qui si fanno ancora sentire. Domani, dopo questa pausa un po leggera di oggi, vi racconteremo alcune di queste storie.

 

 

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Una risposta a “Diario e foto da Cavezzo: gli imprevisti”

  1. Anna Pia Fantoni ha detto:

    siete IMMENSI.

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