Ci sarà un processo per il carabiniere che uccise Aziz?

BGR2Bergamo – Oggi si è svolta l’udienza in seguito a cui il GIP, Bianca Maria Bianchi, deciderà se rinviare a giudizio o se non si darà luogo a procedere nei confronti del carabiniere che quasi 3 anni fa uccise il giovane Aziz. Il giovane immigrato trovò la morte a Mornico al Serio, paesino della bassa bergamasca. Il colpo mortale partì dalla pistola personale di un militare dell’Arma nel corso di una operazione di controllo antidroga dai contorni alquanto controversi. Con oggi si conclude la fase delle indagini preliminari, prorogata oltre i termini per la richiesta del GIP di acquisire nuovi elementi.

L’episodio sotto la lente degli inquirenti risale al 6 febbraio del 2010, quando a Mornico al Serio due carabinieri in borghese decidevano di intervenire per fermare un presunto spacciatore. Il sospetto si trovava in macchina col diciottenne Aziz Amiri in un parcheggio, quando i militari si avvicinano alla vettura e intimano l’alt con le pistole in pugno. Il guidatore disarmato riesce a fuggire sotto il naso dei militari, mentre Aziz non si muove nemmemo dal sedile e muore colpito da un proiettile esploso dall’arma del carabiniere. Nell’auto vennero poi trovati 30 grammi di cocaina

Il fuggiasco non verrà più ritrovato. A raccontarci quella serata non rimarranno che i due carabinieri coinvolti. Ma le testimonianze risulteranno imprecise e in contraddizione con gli stessi esami balistici effettuati dal RIS di Parma. Il carabiniere che ha ucciso Aziz dichiarerà di trovarsi al di fuori dell’auto al momento dello sparo. Il colpo mortale risulterà invece sparato dall’interno dell’abitacolo, all’altezza dello specchietto retrovisore. Ma le contraddizioni non finiscono qui. La famiglia di Aziz si fa tutelare dall’avvocato Burattin, che si oppone per ben due volte alla richiesta di archiviazione avanzata dal PM Mocciaro.

A questo punto la famiglia di Amiri pretende di conoscere cosa sia successo davvero quella sera e chiede giustizia per un ragazzo di 18 anni che si trovava in Italia da poco più di un mese.

Il caricatore della pistola personale del carabiniere dopo l’uccisione conteneva 9 proiettili. Quel tipo di arma può contenere fino ad un massimo di dodici. Il ritrovamento sarebbe dunque compatibile con quanto affermato da un residente di Mornico al Serio, mai sentito dagli inquirenti, che proprio il giorno seguente all’omicidio dichiarava alle telecamere di Studio Aperto di aver sentito tre colpi e non uno.

Perchè quella sera il militare in servizio ha sparato a Aziz con la propria pistola personale invece che con quella di ordinanza?

Come si può spiegare che non sia stato rinvenuto nessun bossolo se il colpo è stato sparato dall’interno dell’abitacolo della macchina?

La lista degli interrogativi potrebbe continuare, ma forse sarebbe ora di lasciare spazio alle risposte.

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