Situazione umanitaria in Mali: una testimonianza
Da quasi una settimana gli aerei francesi stanno bombardando le postazioni dei ribelli islamici posizionati, da tempo, in diverse parti del Mali.
Il Mali, uno dei paesi “chiave” della strategica regione del Sahel, vive da anni una situazione politica ed economica molto complessa, e soprattutto una forte instabilità, aggravata dalla crisi libica e dalla caduta di Gheddafi.
Invitiamo a leggere questo articolo per avere un’idea del contesto del paese, le cui dinamiche interne e gli interessi strategici (ricordiamo che il Sahel è una zona franca per il passaggio dei flussi migratori e dei traffici legati allo sfruttamento della tratta) sono determinanti per la situazione che si sta creando in queste ore.
Intanto, abbiamo raccolto la testimonianza di Lia, che come Alberto , vive e lavora nel paese da più di un anno, occupandosi di sicurezza alimentare, uno dei bisogni umanitari più importanti per la popolazione locale, aggravata dalla siccità dell’anno scorso che ha colpito molti paesi africani.
“Mali, Mali, Mali… allora, la situazione è molto confusa, e purtroppo anche noi (che ci siamo proprio nel mezzo) riceviamo notizie contrastanti. Cerchiamo di seguire costantemente la radio francese, che rimane la principale fonte di informazione. Già in periodo di guerra le informazioni sono molto confuse…ma in questo tipo di conflitto, la confusione é ancora maggiore.
Ieri e oggi, per essere sinceri, giornate un po’ strane. Ci sono stati movimenti dei jihadisti più a Ovest di quello che ci si potesse aspettare, ma la situazione qui a Bamako resta tranquilla.
Per ora noi non registriamo alcun cambiamento. Usciamo meno, ma questo più per precauzione individuale che per imposizione delle regole di sicurezza. E aspettiamo…fiduciosi.
La paura, all’inizio, era che la popolazione digerisse molto male l’intervento esterno della Francia. Per adesso invece non verifichiamo reazioni di questo tipo. Molto dipenderà dalla conduzione di questa operazione militare, da parte della Francia. . A me spaventa un po’ la confusione che potrebbe crearsi all’arrivo di tutti i contingenti africani, che ad un certo punto saranno coinvolti a supporto e a prosecuzione dell’intervento francese.
Ma continuiamo a essere ottimisti…e speriamo solo che finisca presto.
Per ora pronunciarsi sulla situazione umanitaria é difficile. Già la siccità del 2011-2012 aveva messo in forte difficoltà il paese, con prezzi dei prodotti alimentari alle stelle. Poi l’occupazione aveva ulteriormente influito, in modo negativo, su molte attività socio-economiche e sui redditi delle famiglie, soprattutto le più povere.
Ora possiamo solo immaginarci un’ulteriore peggioramento della situazione, e un aumento drastico dei bisogni umanitari. I primi sfollati chiedono soprattutto cibo, stuoie e coperte. Ma anche i bisogni in termini di sanità sono importanti.
Per informazioni più tecniche sugli interventi di supporto alla popolazione, consiglio di tenere d’occhio il sito di OCHA Mali (agenzia europea per gli aiuti umanitari di emergenza):
http://mali.humanitarianresponse.info/”
Per approfondire:
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=47571&typeb=0
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Africa aiuti umanitari conflitti