Ho guardato…
Sentirsi una merda è una cosa abbastanza comune nel genere umano, penso che perfino S. Francesco qualche volta si sia sentito così per qualcosa che aveva o non aveva fatto, e fin qui è tutto normale. Io però da qualche tempo mi sento veramente tanto una merda, ma non voglioabituarmici, non voglio svegliarmi con questa sensazione ancora per molto tempo, ma il mio problema è che non so come uscirne.
Ho sempre avuto un profondo e deferente senso di rispetto per chi decide di sacrificarsi per il bene altrui, per chi non si piega, per chi viene sbattuto a terra ma si rialza. Ho letto libri, guardato film e documentari su tutte queste persone. Non sono mai state la maggioranza queste persone, mai, in tutta la storia dell’umanità; ciò che conquistavano però andava a beneficio di tutti.
Ovviamente questo rispetto non è nato così per caso, per una mia particolare ricerca di esempi positivi, questo rispetto mi è stato insegnato. I professori sono stati tanti, i primi in famiglia, i secondi me li ha forniti lo Stato, gli ultimi sono quelli che mi sono scelto io.
Quante volte pensando a quelle storie, a quegli avvenimenti straordinari, ho sperato che forse un giorno anche a me sarebbe stata data la possibilità di sacrificarmi per qualcosa di più importante.
Non citerò nessuno di questi esempi di umanità perché per descriverli basta dire che quando c’era da scegliere se difendere i deboli dall’attacco dei forti o se girarsi e dimenticare loro hanno scelto il coraggio.
Io il coraggio non lo sto scegliendo, sono una merda, non mi sono ancora girato ma continuo a guardare fermo e immobile, come un coniglio che guarda i fari di un’auto.
Ho guardato mentre i miei simili erano sotto i ferri, non quelli utili dei medici, ma quelli terribili usati per separare carne umana e piercings.
Ho guardato mentre un mio simile veniva ucciso in una stradina, ammazzato come un cane rabbioso, ed ho guardato mentre sua madre veniva denunciata per aver raccontato il suo dolore.
Ho guardato mentre un mio simile moriva da solo, gridando al cielo come Cristo in croce, ed ho guardato i suoi due figli quando hanno saputo che il padre era morto perché le piantine che aveva sul balcone non piacciono a chi comanda.
Ho guardato mentre un mio simile veniva assassinato in un attimo, in mezzo ai suoi amici prima di regalarsi un gita domenicale per vedere la sua squadra del cuore.
Ho guardato mentre un mio simile veniva massacrato e violentato in una stanza, ed ho guardato il terrore negli occhi del suo amico che non ha potuto vedere ma ha sentito tutto.
Ho guardato un mio simile morire in ospedale lentamente per le ferite inflitte, ed ho guardato mentre a suo padre sua madre e sua sorella che lo cercavano da giorni è stata chiesta l’autorizzazione per l’autopsia.
Ho guardato un mio simile fare un gesto nobile, degno degli achei di Omero, e rischiare la vita, ed ho guardato mentre i giornali gli davano del cretino.
Ho guardato mentre i miei simili fuggivano tra le case dei loro villaggi centenari come avevano dovuto fare 50 anni prima, ed ho guardato le divise inseguitrici cambiare solo colore e bandiera.
Ora mi sento una merda, ed è strano perché lo sento così forte proprio ora che inizio a pensare al futuro, inizio a pensare che con la donna che amo voglio creare una vita.
Ho paura perché se voglio creare questa vita non potrò più sacrificarmi se non per lei e per colei che lo farà assieme a me.
Ho paura perché assumendomi queste stupende responsabilità non vorrò più rischiare.
Ho paura che un giorno qualcuno mi metterà tra quelli che sono stati a guardare.
Ho paura che qualcuno di quelli uomini straordinari di cui mi hanno raccontato venga a sapere che non ho seguito il loro esempio dopo essermene riempito la bocca.
Ho paura di che cosa risponderò quando mio figlio saprà cosa ho guardato e mi chiederà cosa ho fatto.
Ma la cosa di cui ho più paura e di sentirmi così quando tra tanti anni sulla veranda di casa con una copertina sulle gambe e una badante che mi prepara la pastina ricorderò tutto ciò che ho guardato e saprò di non poter tornare indietro.
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