L’omosessualità non è più reato in Angola
Il governo Lourenço ha anche vietato ogni discriminazione da orientamento sessuale.
L’omosessualità non è più un reato in Angola. A rendere nota la cancellazione dal relativo Codice penale della norma, risalente ai primi tempi della colonizzazione portoghese, Human Rights Watch (Hrw). Tale divieto era esteso a tutti i comportamenti omosessuali definiti «vizi contro natura».
«Il Governo – aggiunge l’organizzazione – ha inoltre vietato ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale, prevedendo che chiunque si rifiuti di dare lavoro o di fornire servizi a causa dell’orientamento sessuale della persona incorrerà nella pena d’incarcerazione fino a un massimo di due anni».
Da molti anni la comunità Lgbt dell’Angola si batte contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere, definite «vestigia arcaiche». Ma solo nel giugno 2018 è arrivato un primo segnale positivo da parte del presidente João Lourenço, che ha riconosciuto ufficialmente un’associazione per la difesa dei diritti omosessuali.
Lourenço è alla guida del Paese africano dal 2017: è succeduto a José Eduardo dos Santos dopo 38 anni di dominio autoritario. Come il suo predecessore proviene dal Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (MPLA) ma, a differenza di quest’ultimo, si sta impegnando per uno svecchiamento del Paese non senza la sostituzione degli uomini chiave del precedente regime.
«Ora – dichiara Hrw – bisogna battersi perché anche gli altri 69 Paesi nel mondo in cui le relazioni omosessuali sono criminalizzate seguano l’esempio dell’Angola».
ripreso da «GayNews.it»
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