2° Sciopero Mondiale per il Futuro | 24 maggio Milano
2° Sciopero Mondiale per il Futuro | 24 maggio.
Cosa? Il 2° sciopero globale per il futuro.
Qui trovate l’evento internazionale: shorturl.at/kDEI2
Come partecipare? Tutti coloro che volessero aderire o aiutare nell’organizzazione possono scriverci a questa pagina!
Perché? Questo sarà il secondo sciopero globale per il futuro dopo il grande successo dello sciopero del 15 marzo, quando il mondo ha assistito ad una mobilitazione senza precedenti, coinvolgendo più di 1.8 milioni di persone e più di 400.000 in Italia. Milano ha fatto la sua parte; circa 100.000 persone hanno partecipato, mostrando quanto sia sentito il tema del clima.
La mobilitazione deve continuare per reclamare l’attenzione delle classi dirigenti del mondo alla ormai riconosciuta presenza di una emergenza climatica e ad applicare delle misure urgenti e concrete per contrastarne le cause.
Gli attivisti, ispirati dalle parole di Greta Thunberg, rivendicano l’importanza della scienza nel capire e risolvere questa crisi considerando che, secondo l’ultimo report dell’IPCC – l’organismo scientifico dell’ONU – ci sono rimasti circa undici anni per evitare di oltrepassare il punto di non ritorno.
Per ridurre in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici viene richiesto che venga rispettato l’Accordo di Parigi, l’aumento di temperatura globale non oltrepassi i 1.5º C e che la giustizia climatica diventi una delle prerogative al nostro modello di sviluppo.
Tramite una petizione di change.org, come primo passo #FridaysForFuture Italia sta chiedendo al governo italiano di iniziare oggi stesso la transizione dal modello fossile a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare all’Italia, all’Europa e al mondo intero gli effetti degli sconvolgimenti climatici: catastrofi naturali, gravi carestie e i conseguenti fenomeni migratori fuori scala. L’obiettivo é di abbattere del 50% le emissioni di gas serra rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, per raggiungere zero emissioni nel 2050.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario investire molte risorse economiche ed intellettuali, al fine di passare da un modello fortemente dipendente da combustibili dannosi per le loro emissioni, ad un modello pienamente sostenibile. Il costo di tale transizione ecologica deve essere tuttavia sostenuto da chi negli ultimi decenni ha consapevolmente portato avanti attività dannose ed inquinanti, e quindi non ricadere invece sulle fasce meno abbienti della popolazione, che non hanno ad esempio la possibilità economica di accedere ad alternative di mezzi e prodotti non inquinanti. Per questo parliamo di “giustizia climatica”, perché la sostenibilità non è solamente un aspetto economico ed ambientale, ma anche sociale.
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