Abbiategrasso. “Il cemento l’ha già fatta da padrone per troppi anni”
Abbiategrasso, Martedì 24 aprile 2012
Il 15 marzo 2012 ad Abbiategrasso la Giunta Comunale di centro destra nel
completo silenzio delle forze di opposizione, ha adottato un piano
urbanistico che modificherà irrimediabilmente una porzione di questa
città: 4 palazzoni di dubbia qualità estetica, alti 8 piani, circa 110 appartamenti e 150 box verranno a trafiggere l’ambito naturale compreso tra via Paolo VI, la ferrovia, l’Annunciata, la ex IAR-Siltal.
La società immobiliare e la Giunta in prossimità della scadenza elettorale accelerano i tempi per l’approvazione del piano. La degna chiusura di
un mandato che sulla crescita urbana, sul consumo di suolo ha fondato il proprio agire. Vedi l’approvazione del Piano di Governo del Territorio
che intorno a quell’area ha previsto ancora costruzioni, edilizia residenziale privata, centri commerciali.
Ci chiediamo quale logica segua questa operazione. Ci chiediamo che senso
abbia costruire ancora palazzoni quando ce ne sono centinaia vuoti e
invenduti. Ci chiediamo perché sacrificare altro territorio agricolo e
di interesse naturalistico quando a pochi metri esiste un’area dismessa,
già sacrificata, da bonificare e recuperare. Ci chiediamo quali sia
l’interesse pubblico che questa Giunta e questa opposizione vogliono
salvaguardare. Non crediamo, infatti, che la collettività trarrà
benefici da questa operazione immobiliare.
La città non ha bisogno di queste case. La città ha bisogno di politiche
che rendano accessibili le case che già ci sono a tutti coloro che ne
hanno bisogno. Il cemento l’ha già fatta da padrone per troppi anni.
La città ha bisogno di valorizzare e salvaguardare il proprio territorio,
soprattutto quello agricolo; nelle molteplici forme in cui questo trova
espressione: ambito di ricerca, lavoro, cultura, socialità, patrimonio
ecologico.
Questo progetto, calato dall’alto sulla testa della collettività, eliminerà
un’area umida rilevante, sopprimerà specie animali e vegetali che
avevano ripopolato il nostro territorio, soprattutto, sopprimerà una
socialità che si è armoniosamente relazionata con il territorio,
salvaguardandolo, prendendosene cura. Una socialità che abita un luogo
non per specularci sopra, non per privatizzarlo, ma per renderlo
pubblico, condiviso, pensato da e per tutti quale patrimonio comune
della città; in un’ottica di sostenibilità, nel tentativo di promuovere
nuove relazioni sociali e nuove forme di comunità rispettose del
“patrimonio naturale” della città, nel presente e nel futuro.
Quale modello di città propongono la maggioranza di centro destra di Albetti e
l’attuale sedicente opposizione di Arrara? Quale futuro per la comunità
anima il loro modo di operare?
Noi crediamo che sia lo stesso modello. Un modello distruttivo del
territorio, delle comunità e delle relazioni umane e sociali. Un modello
che cala i progetti dall’alto imponendo ai cittadini di vivere in
realtà di bassa qualità edilizia.
Poche le differenze nell’alternarsi tra il centrosinistra e il centrodestra
nell’ultimo ventennio. Entrambi vogliono imporre la loro unica e provata
fallimentare ricetta che individua possibilità di sviluppo solo nella
costruzione di case e capannoni.
Entrambi hanno sostenuto il consumo di suolo agricolo e l’espansione urbana.
Entrambi sono stati strenui difensori della costruzione di strade. Ad
entrambi non è mai interessata la difesa del territorio e soprattutto
del territorio agricolo.
Questoprogetto ci preoccupa terribilmente. Siamo sicuri che questo piano sia
solo un assaggio rispetto a quanto queste amministrazioni (di
centrodestra e di coalizione per l’alternativa) continuerebbero a
realizzare in caso di vittoria.
Un’amministrazione per la comunità chi dovrebbe tutelare? Chi quella porzione di
Abbiategrasso la attraversa nel quotidiano (non estremisti, ma donne e
uomini, d’ogni età; anziani, bambini e bambine nei loro giochi, nelle
esplorazioni magiche altrove non concesse)? Chi elabora su di essa
pratiche condivise di socialità? O chi per quella stessa porzione
ambisce a realizzare interessi di pochi?
A questo e altri frammenti di città abbiamo dedicato un Laboratorio di
Ricerca Urbanistica e d’Agricoltura Permanente; è il primo passo di un
percorso che vogliamo aperto e condiviso (dal quartiere, dalla comunità,
dai lavoratori, dagli studiosi); è parte di un desiderio comune che
intendiamo riprenderci. Pensare e progettare un’altra città è
necessario, con i suoi abitanti e per i suoi abitanti, partendo dal
basso, con la consapevolezza che la terra ci serve oggi e ancor più ci
servirà domani.
Martedì
24 aprile alle ore 18.00 ci sarà una Conferenza Stampa. In quella
occasione verrà presentato il dossier relativo all’area oggetto del
piano (a cura del Folletto25603 I LaTerraTrema) che raccoglie tutto ciò
che in questi anni è stato prodotto, dalla storia degli orti fino ad
arrivare alle osservazioni al piano dell’amministrazione, verrà spiegato
in dettaglio lo stato dell’arte e le proposte alternative che sono
maturate durante il Laboratorio Pubblico di Urbanistica Partecipata.
Saranno
presenti Domenico Finiguerra (Candidato sindaco) e Alice Boni
(candidata nella Lista Cambiamo Abbiategrasso) che insieme al
Folletto25603 da anni conosce e attraversa la storia sociale,
urbanistica e naturale di quella porzione di città.
Venerdì
27 aprile alle ore 16.00 verrà inaugurata la mostra all’edicola delle
Coccinelle c/o Stazione dedicata al passato, presente e futuro degli
orti tra la Siltal, l’Annunziata e la ferrovia curata dal Folletto25603.
CAMBIAMO ABBIATEGRASSO, DOMENICO FINIGUERRA SINDACO & ALICE BONI COL FOLLETTO 25603 IN COMUNE