Presidi e Digos uniti nella lotta: il feticcio della legalità.

Che occupare le scuole a Milano sia diventato estremamente difficoltoso è un dato noto un po’ a tutti.
Nei recenti anni passati si è assistito a tristissimi episodi di studenti denunciati dai loro presidi e a veri e propri sgomberi delle scuole da parte della Polizia.
In questo Autunno 2012 si stanno vedendo in giro per la città “cose che voi umani neppure potete immaginare”.

Settimana scorsa, durante la tranquillissima occupazione del Liceo Brera la Preside pensa bene di chiamare la Digos che arriva, identifica con metodi poco simpatici il rappresentante d’istituto, minaccia ed intimidisce. Non contenta la dirigente scolastica fornisce una lista di “sovversivi” ai tutori dell’ordine.
Gli studenti non si lasciano intimidire e continuano ad occupare.
Ieri al Leonardo una Preside dal passato piuttosto discutibile pensa bene di barricarsi nella scuola e chiamare la Polizia al primo tentativo di occupazione. Peccato che non si sia dimostrata tanto solerte in altre, ben più tristi occasioni.
Ieri pomeriggio l’Allende-Custodi occupa. Si tratta di un’occupazione partecipatissima ed ordinata. Anche qui pessima scena di chi dovrebbe dirigere la scuola. In serata viene staccata l’elettricità al plesso scolastico facendo piombare la scuola nel buio e nel gelo. Una mossa che denota un’intelligenza straordinaria! Meglio rischiare che qualche studente si spacchi la testa cadendo dalle scale piuttosto che un’occupazione gestita bene…
Stamattina altre scene di delirio con centinaia di studenti a scuola pronti per le attività alternative, corrente staccata e puntualissima visita della Digos.

Fino a pochi anni fa la situazione non era così.
Le scuole si occupavano a decine senza eccessivi problemi e nessuno scandalo.
Capitava che ci fosse qualche danno, ma mai nulla di tragico.
I problemi, al più, si avevano con gli zarri (ma spesso e volentieri proprio gli zarri erano l’asse portante delle occupazioni nelle scuole di periferia):
Poi è dilagata la follia legalitaria (o meglio l’idiozia legalitaria).

Ormai la legalità è diventato un vuoto feticcio neanche fosse il dogma della santissima trinità.
Devastano la Val di Susa? L’importante è protestare nei limiti della legalità (ovvero non fare nulla).
Chiudono le fabbriche tipo la Innse di Lambrate? La protesta deve essere ordinata e civile (meno male che le tute blu della Innse sono della “vecchia scuola” ed hanno fatto a modo loro salvando i posti di lavoro…che se si stavano ad ascoltare altri la fabbrica sarebbe chiusa da anni…).
Non hai più soldi per pagare l’affitto e ti sfrattano? Devi sorridere all’ufficiale giudiziario che ti butta in strada e guai a far qualcosa per impedirlo.
Lavori in banca con contratto precario e non te lo rinnovano mentre la stessa banca che ti licenzia distribuisce miliardi di dividendi tra gli azionisti soliti noti della finanza italiana? Cercati un altro lavoro che se ti ribelli sei anti-democratico ed ideologico (come direbbe Renzi).
Ti metti il casco in corteo per non farti aprire la testa dal celerino di turno? Non ci siamo, è illegale! Meglio farsi massacrare come alla Diaz che tanto poi gli autori rimangono impuniti…
E l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito.
Il dogma della legalità che ci è stato propinato negli ultimi anni altro non serve che a spuntare le uniche armi di lotta che i deboli hanno nelle loro mani.

Ormai non si vedono più le ragioni delle lotte e delle proteste.
L’unico, nauseante ritornello è quello della legalità.
Ma del resto, come dice l’antico proverbio, quando il dito indica la Luna, l’imbecille guarda il dito.
Se i nostri bisnonni, i nostri nonni ed i nostri genitori avessero seguito le massime tanto di moda oggi non godremmo di una quantità di diritti incredibile.
Per citarne alcuni: non avremmo il diritto di sciopero (ed infatti ce lo stanno togliendo), niente ferie e malattie pagate, niente sanità ed istruzione pubblica, niente edilizia pubblica, nessun diritto di abortire, centrali nucleari ancora aperte, latifondo vivo e vegeto…dobbiamo andare avanti?

Tenete le orecchie bene aperte.
Perché, dal fronte delle scuole milanese, vista l’aria che tira arriveranno altre allucinanti notizie.
Noi le documenteremo.

2 risposte a “Presidi e Digos uniti nella lotta: il feticcio della legalità.”

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