Salari fermi e inflazione a due cifre, ma ATM aumenta i prezzi dei biglietti
Da oggi scattano gli aumenti dei prezzi dei biglietti dei mezzi pubblici.
Se ne parlava già questa estate. Poi c’era stata una “tregua” che sapeva molti di polvere sotto il tappeto pre-elettorale. Ma oggi, 9 gennaio 2023, ci siamo arrivati. Stiamo parlando dell’aumento del prezzo dei biglietti del trasporto pubblico milanese.
L’ultimo aumento era stato nel 2019 e aveva portato il prezzo del biglietto da 1,5 a 2 euro. Oggi, a soli quattro anni di distanza, si passa da 2 a 2,20 euro. Un aumento di quasi il 50% in quattro anni quindi. Gli abbonamenti, al momento, non sono stati toccati.
Questi gli aumenti nel dettaglio:
-Biglietto ordinario da 2 a 2,20 euro.
-Carnet dieci corse da 18 a 19,50 euro.
-Biglietto giornaliero da 7 a 7,60 euro.
Il Comune di Milano cerca di difendersi paragonando le tariffe a quelle di altri paesi europei come Germania e Gran Bretagna. Peccato che gli stipendi, in quei paesi, siano molto più alti di quelli italiani.
Come scrivevamo già ad agosto quando la notizia si diffuse per la prima volta:
“Palazzo Marino scarica la responsabilità della scelta sull’amministrazione regionale, ma se fosse veramente così, in una situazione di carovita sempre più drammatica il Comune avrebbe comunque dovuto mettere le barricate di fronte a una scelta demenziale di questo tipo.
Il tutto di fronte a salari tragicamente bassi e fermi, al fatto che il “salto del tornello” sta diventando pratica sociale diffusa tra i più giovani, spesso delle periferie e in uno scenario europeo in cui paesi come Spagna e Germania decidono di intervenire direttamente sui prezzi del trasporto pubblico per tenerli bassi.
In aggiunta a ciò, in una fase di palese emergenza climatica sarebbe interesse di tutti rendere i mezzi pubblici fruibili alla platea più ampia possibile”.
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