Video e Articolo: Val di Susa, 8 Dicembre 2011
La giornata di ieri in Val Susa è stata davvero significativa.
Il tenore di come sarebbe andata si era già inteso mercoledì, quando è arrivata la comunicazione di un’ordinanza dell’ultimo minuto che affermava che sarebbe stato impedito il transito di tutte le persone non residenti nei paesi di Chiomonte e Giaglione.
Sebbene poi tale monito non sia stato reso effettivo, l’annuncio insieme ai 12 fermi pre manifestazione con conseguente rilascio del foglio di via per i fermati hanno comunque dato fin da subito il segnale che, con il cambio di governo, la situazione e la gestione della questione alta velocità avrebbe subito delle evidenti modifiche.
Vari i concentramenti. I più numerosi da Susa e Giaglione.
Il concentramento che è partito dal primo paese è andato ad occupare l’autostrada. Lì si sono susseguiti interventi e brevi performances musicali. L’occupazione dell’autostrada da parte di famiglie e giovani militanti e non è un segno manifesto dell’ eterogeneità della lotta susina, una battaglia che ha diversi protagonisti che combattono tutti nella stessa direzione. Bloccare il cantiere e riprendersi le montagne.
La lotta però non può essere in questo caso solo simbolica.
Il secondo corteo partito da Giaglione, era anch’esso caratterizzato da una composizione tutt’altro che omogenea: accanto agli anziani, i giovani e alcune famiglie che determinate hanno deciso di affrontare la montagna insieme ai figli.
La giornata è stata intensa come quelle che l’hanno preceduta, ma il clima che si è creato con il passare delle ore era decisamente diverso.
I primi scontri tra i sentieri hanno svelato una determinazione differente da parte delle forze dell’ordine che non solo con scudi e manganelli hanno tentato di avventurarsi tra le stradine sdrucciolevoli e pericolanti, ma in certi punti, sebbene poco praticabili, hanno persino caricato lanciando lacrimogeni ad altezza uomo e andando più di una volta al contatto fisico.
I manifestanti si sono difesi molto bene rispondendo alla violenza dei lacrimogeni che più di una volta hanno colpito e ferito gravemente le persone, ricordiamo il ragazzo con la commozione cerebrale e quello che ha perso un occhio.
Nonostante la polizia sia stata messa in difficoltà più volte, non si può non denunciare che le forze dall’ordine, rispetto a quest’estate, ora padroneggiano il territorio, conoscono la montagna e sanno come aggirarne le difficoltà.
E questa è una delle prime valutazioni che sono emerse dopo ieri.
La seconda valutazione riguarda il cambio di governo.
Il governo Monti, un governo non democratico, un governo tecnico che a livello di opinione pubblica e di informazione è salutato e visto come quello che risolverà i problemi, che ha scacciato l’immoralità e l’ignoranza della precedente legislatura. Il governo del salvatore e del salvataggio.
Monti e i suoi non possono permettersi che alcuna forma di dissenso prenda piede, perché quello che deve passare è che ora tutto è a posto, tutti stanno meglio, tutti sorridono.
Sicuramente non vogliono che una situazione come quella creatasi in Val di Susa posso andare a ledere il clima di pacificazione sociale che si vuole diffondere.
Ieri in Valle sono successe delle cose davvero pazzesche, per non dire disgustose. La gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine è stata caratterizzata da una violenza inaudita. Come affermato prima, i feriti sono numerosi. Il fattore più pesante è che quelli gravi sono stati non solo non soccorsi immediatamente, ma le cure sono arrivate con ritardo netto perché le strade di accesso sono state bloccate dai blocchi di cemento voluti dalla polizia, nonché intasate da massicci cordoni dei poliziotti che di fatto impedivano l’accesso a medici ed ambulanze. A causa del cospicuo uso da parte delle forze dell’ordine di lacrimogeni e materiale infiammabile, inoltre, parti sostanziali di bosco hanno preso fuoco. A nulla è servito l’allarme e la richiesta di spegnere l’incendio da parte dei manifestanti. Uno di loro, mentre cercava di attirare l’attenzione in questo senso andando verso la polizia a mani alzate, ha quasi perso un occhio.
La cosa che fa riflettere è che tale violenza non trova riscontro sui giornali. La notizia, che una volta sarebbe stata sulla prima pagine delle maggiori testate, oggi è declassata come un banale fatto di cronaca. Semplicemente si preferisce mettere a tacere la questione. Solo le testate che per così dire “si oppongono” al governo, danno risalto alla notizia in prima pagina, farneticando sulla presunta esistenza di voci susine che invece la TAV la vogliono.
Non perdiamo tempo a smentire una tale eventualità. Ci pensa già la realtà dei fatti.
La giornata di ieri è stata grande perché prova di resistenza e di coraggio da parte di tutti coloro che si oppongono alla TAV. Tuttavia, non possiamo fingere che sia stata vittoriosa. Le forze dell’ordine sono persino arrivate ad occupare la Baita e devastarla. Ora Il rifugio è tornato nella mani dei No Tav, ma l’aver perso terreno, la maggior capacità dei poliziotti ad attraversare il terreno montuoso e la linea silente tenuta dal governo sono fatti di cui si deve tenere conto nella conduzione delle prossime battaglie.
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BELLISSIMO video!!!!