Piazza Fontana, quarantatrè anni dopo

imagesNeve e freddo accolgono i partecipanti alla manifestazione per Piazza Fontana in Porta Venezia: Milano è stata coperta da un fitto manto bianco dopo più di 24 ore di nevicata.

All’inizio si è in pochi a battere i piedi e strofinarsi le mani per riscaldarsi.

Poi, lentamente, il numero di persone aumenta.

La partecipazione non è paragonabile a quella del quarantennale ma è comunque soddisfacente: il corteo può muoversi.

Nonostante siano passati 43 anni, l’anniversario della strage di Piazza Fontana e dell’omicidio in Questura di Giuseppe Pinelli sono ancora ferite aperta per la parte più consapevole e generosa di questa città.

La partecipazione alla sempre più stanca commemorazione istituzionale del pomeriggio del 12 Dicembre non è stata delle migliori.

A dare un po’ di vitalità il corteo degli studenti la mattina e le azioni, sempre degli studenti, nel pomeriggio.

Quest anno il discutibile film di Giordana, con la sua teoria della doppia bomba, ha riaperto una dibattito sulla strage di Stato.

Pochi si ricordano di dire che due colpevoli certi ci sono.

Si chiamano Franco Freda e Giovanni Ventura, neonazisti veneti di Ordine Nuovo, riconosciuti senza ombra di dubbio responsabili dell’eccidio del 12 Dicembre 1969 dalla ultima sentenza di Cassazione, ma non processabili poiché assolti in via definitiva in un precedente processo.

La Strategia della Tensione, ordita in chiave atlantica per fermare i poderosi movimenti di studenti e lavoratori e bloccare l’avanzata delle sinistre tra il ’68 ed il ’69 (ed eseguita da manovalanza fascista pesantemente eterodiretta dai vari servizi italiani) diede il via a una serie di eventi a catena.

Pochi giorni dopo la strage, l’anarchico Giuseppe Pinelli, trattenuto illegalmente in Questura ben oltre i tempi legali del fermo, precipitò dal quarto piano di via Fatebenefratelli perdendo la vita.

I vertici della Questura meneghina parlarono di suicidio e di “prove schiaccianti” del coinvolgimento di Pinelli nella strage.

Quanto quelle prove fossero schiaccianti lo si è visto in seguito.

Il 12 Dicembre 1970 durante la manifestazione per il primo anniversario della strage, Polizia e Carabinieri caricarono selvaggiamente il corteo uccidendo, davanti alla Statale, Saverio Saltarelli (colpito al petto da un lacrimogeno).

Nell’Aprile del 1975 il fascista Antonio Braggion uccise a colpi di pistola il giovanissimo studente Claudio Varalli del Movimento Studentesco in piazza Cavour.

Il giorno dopo, il 17 Aprile, un immenso corteo di migliaia e migliaia di persone assaltò la Federazione Provinciale del Movimento Sociale Italiano di via Mancini (la sede da cui partivano tutte le squadracce nere che infestavano la città in quegli anni).

Nei durissimi scontri che seguirono, Giannino Zibecchi, giovane militante del Movimento Studentesco, perse la vita travolto da un camion dei Carabinieri in corso XXII Marzo durante un carosello dei mezzi dell’Arma lanciati a 70 all’ora contro il corteo.

Nel maggio dello stesso anno una squadraccia neo-fascista uccise in via Mascagni Alberto Brasili, prendendo a coltellate anche la giovane fidanzata.

Oggi il corteo, poi terminato in piazza Fontana, ha ricordato tutti questi giovani.

Oggi in piazza si sono incrociate diverse generazioni militanti.

Coloro che hanno vissuto gli anni ’70, chi ha dato vita alla prima ondata dei centri sociali, chi ha iniziato a far politica tra il G8 di Genova e l’omicidio di Dax e infine i più giovani, coloro che hanno animato l’Autunno studentesco e la data internazionale del 14 Novembre del 2012.

Una contaminazione feconda, soprattutto in vista del 16 Marzo: il decimo anniversario della notte nera di Milano.

 

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