Fiom Milano – Comunicato in solidarietà a Zam

DSC_8801UNA RISORSA DA VALORIZZARE, NON UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO

La Fiom di Milano esprime la propria solidarietà e vicinanza alle ragazze e ai ragazzi del Centro Sociale Zam sgomberati ieri a Milano dalle forze dell’ordine e la decisa condanna delle cariche della polizia contro i manifestanti sotto Palazzo Marino.

Zam è nato due anni fa dall’ occupazione di un capannone industriale  abbandonato in via Olgiati, una delle tante aree dismesse, “liberate” dal lavoro (metalmeccanico) e destinate al degrado. È stato riutilizzato, ripulito, sistemato: è diventato luogo aperto di socialità, partecipazione, discussione, punto di incontro per chi non accetta la mera logica del mercato e per chi crede che “politica” sia partecipazione, sia agire concreto.

Quello spazio è stato sgomberato, nella città che fu’ del lavoro ed oggi è della speculazione.

Noi, che quotidianamente ci battiamo contro i licenziamenti e la chiusura delle aziende, che crediamo nell’agire collettivo come antidoto alla paura, alla solitudine, all’emarginazione, allo sfruttamento, al ricatto, non possiamo accettare che vengano chiusi  in modo autoritario spazi di aggregazione e di socialità. Non possiamo accettare che vengano derubricare a problema di ordine pubblico esperienze di autogestione e di diverso uso sociale delle aree dismesse che, al contrario, possono e devono essere valorizzate e considerate una risorsa per Milano.

Con le ragazze e i ragazzi di Zam, come con quelli di altre realtà autorganizzate, la Fiom ha in corso un dialogo sui temi del lavoro, della lotta alla precarietà,  del diritto allo studio, della democrazia.

Pur nelle differenze, nel rispetto delle reciproche storie e autonomie, un tratto fondamentale ci accomuna: il rifiuto del modello autoritario e violento che ci vogliono imporre, della filosofia della competizione, del “tutti contro tutti” in nome del profitto di pochi, l’idea che esistono diritti fondamentali, come la salute, il lavoro, il sapere, la casa, il reddito che non possono essere “piegati” alla legge del mercato.

Ci accomuna la convinzione che il futuro non  si costruisce negando gli spazi di aggregazione di socialità.

Siamo con le ragazze e i ragazzi di Zam e con tutti coloro che non si rassegnano,  che resistono e che rivendicano una società diversa e migliore e provano a costruirla democraticamente, con la prassi e l’agire collettivo.

 

Milano, 23 maggio 2013

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