Temporary ZAM il forum dell’autogestione
Temporary Zam 3.1 – Il forum dell’autogestione
27, 28 e 29 settembre: tre giorni, uno spazio, mille cose!
Tre giorni di dibattiti, mostre, video, musica, cultura e tanto altro.
Tre giorni per far rivivere l’autogestione, il confronto, l’idea, il progetto e il sogno di una città diversa.
Milano, settembre 2013. Grattacieli di vetro e cemento spuntano come funghi al mattino, si chiudono manu militari gli spazi liberi e d’autogestione, si svuotano le piazze e le strade mentre l’emergenza spacciata sui media dai potenti sono i graffiti sui muri. Nei locali per la gente coi soldi si pippa nei privè, in quelli per la gente senza un euro arriva l’annonaria, l’asl, i sigilli. La creatività concessa è solo quella che rientra nelle settimane della moda, del design, del mobile, del qualsiasi cosa si possa vendere come merce. Qualche eccezione alla regola si può tollerare se balli con una cuffia in testa fino a quando non ti manda a nanna l’Amsa o se metti a disposizione tutto te stesso, la tua fatica, il tuo sudore e le tue competenze per una prestazione volontaria e sociale nella quale a te tocca sporcarti le mani e agli amministratori toccano i meriti aggratis.
Il cielo su Milano sfuma sempre più dall’arancione al nero, mischiandosi in un grigio opprimente, privo di gioia, vitalità, prospettive. Il panorama è cupo e all’orizzonte non si vedono che operazioni di maquillage prive di sostanza.
Nei giorni in cui dall’alto l’amministrazione cittadina cala sulla città il teatrino ammiccante del forum delle politiche giovanili, Temporary Zam 3.1 promuove e propone l’autorganizzazione dal basso di un esperimento sociale di segno opposto. Uno spazio, tra i tanti inutilizzati e dismessi considerati solo per le possibili speculazioni o lasciati all’abbandono e al degrado, riprenderà vita per tre giorni. Abbiamo letto e sentito parlare del recupero di spazi e della possibilità di utilizzarli temporaneamente, invece che parlare preferiamo praticare, liberare e utilizzare gli spazi vuoti e abbandonati di questa città. Tre giorni di dibattiti, mostre, video, musica, cultura e tanto altro. Tre giorni per far rivivere l’autogestione, il confronto, l’idea, il progetto e il sogno di una città diversa.
Il programma completo
venerdì 27 settembre
h. 16.00, si entra assieme, entriamo a spinta! Appuntamento collettivo davanti alla kermesse del Comune, Fabbrica del Vapore, Via Procaccini.
h. 18.00 avvio delle attività. Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, mostre, proiezioni, banchetti informativi
h. 20.00 Grigliata carnivora e vegetariana a cura de “Osteria Pane e Rose” di Zam
h. 22.00 concerto con Dj Gruff e Bonnot
sabato 28 settembre
Ore 15.00 -Expo, istruzioni per il non-uso,incontro di (auto)formazione per studenti e non solo.
Il progetto expo sembra essere scomparso dalle discussioni all’interno delle scuole.
La notizia più recente riguarda la volontà del comune di Milano di sprecare altri soldi per lustrare la città in vista del 2015.
Pulirla dai murales in occasione dell’evento, gli stessi murales che potrebbero rappresentare il patrimonio culturale della nostra metropoli.
Ecco che si ripresenta l’occasione di riparlare di questo spreco che va avanti da anni.
Ecco che si presenta l’occasione di creare un momento di formazione e dibattito sulle grandi trasformazioni che investono quotidianamente la nostra Milano.
Con la collaborazione del collettivo Off-Topic
ore 17.00 pausa!
Ore 17.30 – Metropoli, città e territori che cambiano tra crisi e grandi eventi: confronto aperto sulle lotte territoriali con contributi e interventi di comitati locali e dalle principali battaglie sul tema –
Nell’incredibile confusione dei nostri giorni, il grande evento, la grande opera, sembrano essere ancora lo strumento di punta per risolvere la crisi economica, in un rispolverato New Deal in cui alla finanza ultrarapida ai derivati e alla speculazione borsistica virtuale si contrappongono dinosauri di cemento, per rilanciare l’economia dei beni tangibili, per creare occupazione.
Nella retorica del ritorno all’economia reale si nasconde l’incapacità, e anche la malafede, delle istituzioni pubbliche; ben liete di consegnare alla mafia appalti miliardari e al lavoro nero schiere di operai, di schiavizzare giovani precari e precarie a meno di un euro l’ora “per partecipare volontariamente e attivamente agli eventi di expo 2015”, di distruggere risorse naturali e ambientali uniche piuttosto che andare a colpire i responsabili della crisi con tasse, regolamentazioni del mercato, rifiuto del debito.
Gradi eventi, grandi opere, che vengono poi iniettati nel discorso pubblico come fondamentali e obbligatorie, imprescindibili, e diventano isteria collettiva mantenendo il sapore delle prescrizioni della BCE in tema di austerità.Opere che giustificano ogni cosa, ogni tipo di repressione del dissenso, ogni tipo di devastazione e saccheggio del paesaggio, delle condizioni di lavoro, dei piani urbanistici.
“E’ il grande evento che ce lo chiede”.
Le grandi opere diventano cosi l’ennesimo strumento della speculazione, l’ulteriore spazio in cui cercare profitto, erodere denaro e potere.
Strumento diretto dello stesso meccanismo speculativo, e talvolta degli stessi enti di finanziamento che giocano con i titoli di stato, che ha messo in ginocchio Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda… Italia.
Sono tanti gli esempi delle grandi “costruzioni”, la TAV in Val Susa, l’Expo a Milano e la TEM nell’hinterland, ma ci sono esempi chiari di questi stessi comportamenti anche fuori dell’Italia, primi tra tutti i Mondiali di calcio che si terranno in Brasile nel 2014, o anche la costruzione di centri commerciali nel centro di Istanbul, a piazza Taksim, città tra l’altro che ha recentemente perso l’edizione delle olimpiadi del 2020 proprio per l’inaffidabilità economica della sua candidatura.
E infine i più recenti e meno famosi, come la devastazione dell’area del Pigiannunz di Abbiategrasso, parco agricolo e una delle ultime zone umide del milanese, per fare spazio all’inutile costruzione dell’ennesimo centro commerciale.
h. 17.30 – 20.00 occuplay beta.
il primo pomeriggio ludico in vista dell’iniziativa occuplay (5-6 ottobre @ ZAM 3.0, Largo Don Andrea Gallo 1)
h. 20.00 cena sociale a cura della nascente “Osteria Pane e Rose” di Zam
h. 22.00 Back in Trash night con Ex Avery Berkel, Bravi Ragazzi, Rotas (Roma Trash All Star), s.c.e.f. (Bologna)
domenica 29 settembre
Ore 14.30 DALLE AUTOGESTIONI ALLA CREAZIONE DI CONFLITTI- racconti di spazi e occupazioni tra legettimità e precarietà –
Trenta, forse quarant’anni di storia. Anni di lotte diffuse, fabbriche e quartieri. Poi anni di riflusso e resistenza, controculture, affermazione del diritto ad esistere. Poi la boccata d’aria, l’energia nuova, l’apertura all’esterno, la pantera, la diffusione in ogni città, l’hip hop e la precarietà… Infine i movimenti globali, la ristrutturazione diffusa delle città, la crisi e il default.
E oggi? Qual’è il presente degli spazi sociali autogestiti, delle occupazioni nei territori? Quali caratteristiche in continuità con il passato ma soprattutto quali discontinuità possono essere tracciate nel presente di queste esperienze?
Dati tante volte per morti, gli spazi di autogestione hanno in più occasioni ripreso vitalità e senso in un continuo rinnovarsi di forme, esperienze, caratteristiche. Specchio del sociale e del suo essere contraddittorio, motori spesso insostituibili dei movimenti oltre gli spazi stessi (e al contempo dai movimenti alimentati, stravolti e modificati), dopo anni in cui l’assenza di reti stabili di confronto e collegamento ha lasciato il segno di una carenza d’elaborazione collettiva, ci ritroviamo oggi in un nuovo proliferare di esperienze e di occasioni di messa in relazione tra diversità.
L’autogestione altro non è che dare alle relazioni politiche il potere di organizzarsi, sperimentare se stessi e di incidere sul territorio praticando conflitto:non subire passivamente, ma porsi in modo critico nei confronti di gestioni e decisioni di chi amministra il potere e in epoca di crisi creare un’alternativa dando la possibilità di fruire di servizi fuori dalle logiche del mercato.
Per noi significa innanzitutto ripartire dalle narrazioni di queste diversità, convinti che vi sia un bisogno forte e diffuso di conoscere, al di là di etichette e appartenenze, le “biografie” degli spazi, dei corpi, degli uomini e delle donne, dei progetti, del senso, delle esperienze, delle lotte in corso e di quelle a venire.
Crediamo possa essere utile mettere all’attenzione di chi vorrà confrontarsi con noi tre filoni di ragionamento:
-gli spazi dell’autogestione sono ad oggi utili strumenti a disposizione e/o promotori dei conflitti che si danno nei territori? Quali condizioni e caratteristiche possono rendere questo rapporto proficuo?
-come possono inserirsi le esperienze di occupazione e autogestione nella condizione generale di crisi (economica e non solo) in cui viviamo? Come coniugare il mutualismo che vive dentro queste esperienze con i conflitti che al di fuori delle mura di un centro sociale prendono vita?
-esistono forme di fuoriuscita dalla precarietà degli spazi che non comportino necessariamente la normalizzazione di queste esperienze?
Invitiamo tutte le realtà di autogestione e occupazione, i collettivi, i gruppi, le associazioni e i singoli che vorranno confrontarsi costruttivamente intorno a questi temi a partecipare all’incontro pubblico.
h. 18.30: Reading di Stabile Precariato di e con Carlo Albè e Giulio Burratti.
A Seguire:
– Democomica- ” Milano raccontata dai giullari più irriverenti della città ”
con Germano Lanzoni , Flavio Pirini , Giorgia Battocchio, Mary Sarnataro, Antonello Taurino
h. 20.00 Cena sociale a cura della nascente “Osteria Pane e Rose” di Zam
27-28-29 esposizioni di:
– ACAD, Associazione contro gli abusi in divisa mostra fotoesplicativa sulle morti di malapolizia
– #direngeziparki: mostra fotografica sulla resistenza di gezi park, turchia
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