I lavoratori del Comune di Milano contro Expo

 

16expoCresce a Milano la protesta contro Expo 2015. L’attacco questa volta non viene dalla Magistratura e nemmeno dai Comitati contro le Vie d’acqua, ma dai lavoratori del Comune, l’ente coinvolto più di ogni altro in Expo spa. Critiche clamorose, se si consideri il ruolo di preminenza di palazzo Marino in Expo spa, si levano da tutte le rappresentanze sindacali che in una partecipate assemblea dello scorso 4 Luglio hanno votato una mozione che denuncia le ricadute finora negative dell’esposizione universale sia sulla cittadinanza, che sui dipendenti comunali, precari compresi. Così se per Tatiana Cazzaniga della Cgil ‘Il problema precari deve essere considerato non come un punto di Expo ma necessita di un ulteriore approfondimento’, Roberto Firenze del Sial Cobas chiede che: ‘Invece di rimanere appesi in attesa di deroghe che forse non arriveranno mai e di risorse aggiuntive improbabili, il Comune faccia una scelta chiara, con gli strumenti che ha a disposizione e stabilizzi i precari storici, come stanno facendo a Roma con una Delibera della Giunta Capitolina”
A finire sotto è il ricorso, molto esteso, al volontariato e alle cooperative esterne, che non si limiteranno come si pensava a gestire i flussi nel sito Expo ma saranno in città, all’Expo point del Castello, all’info point in costruzione nella Galleria, al Museo del 900 e a Palazzo Reale, alla Galleria d’arte Moderna e al Castello. Luoghi che saranno aperti fino a tarda serata per tutta la durata dell’esposizione. Volontari al posto di comunali, cooperative invece dei precari delle graduatorie a tempo, soldi a Expo sottratti al Fondo del contratto decentrato dei comunali, in una guerra che non lascia presagire nulla di buono.
Anche il Cdz 8 (Gallaratese-Bonola), disattendendo agli ordini di scuderia, ha votato un ordine del giorno contro l’utilizzo di volontari in Expo spa, un documento che provoca imbarazzo nella maggioranza.
La Giunta lo scorso 20 Giugno inoltre, ha votato in sordina la delibera n. 1266 che recepisce le indicazioni della cd. Legge Brunetta, disdettando tutti gli accordi sindacali in essere sul fondo accessorio, provocando proteste sindacali finora solo scritte. La brace cova sotto la cenere, pronta a riprender fiato in Autunno.
I sindacalisti del Comune, dove sono presenti diversi attivisti dei comitati No Expo, rivendicano quantomeno una quota di assunzioni, viste le gravi carenze di personale che affliggono alcuni settori strategici, come quello dei musei e della vigilanza urbana, i settori che saranno materialmente più coinvolti nella gestione dell’evento. Così se a livello regionale Cgil Cisl e Uil hanno firmato degli accordi che avvallano le deroghe in tema di apprendistato, part time e tempo determinato, a livello locale tutti i delegati si oppongono al modo con cui, almeno finora, il Comune sta gestendo la partita.
A dar manforte a questa inconsueta posizione, che vede concordi anime sindacali molto spesso divise, dalla Cisl alla Cgil ai sindacati di base, il partecipato presidio di giovedì 3 Luglio organizzato dai precari delle cooperative sociali insieme ai precari del comune di Milano, che hanno incontrato gli assessori Majorino e Bisconti in un inedito e partecipato confronto sui temi dell’occupazione. I lavoratori chiedono che i corposi investimenti comunali per Expo non vadano a decurtare i loro già magri stipendi. I precari comunali chiedono che gli appalti alle cooperative esterne per la custodia dei musei prevedano quantomeno una quota di assunzioni dalle graduatorie a tempo determinato (a cui ha accesso chi ha superato un concorso pubblico così come prevede la Costituzione), mentre gli operatori sociali si battono contro i tagli alla spesa sociale.

 

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