Un altro mattone nel muro – l’incontro con Ablah Saadat non ci sarà
Oggi, 4 Dicembre 2014, Ablah Saadat non incontrerà gli studenti e le studentesse dell’università Bicocca per l’iniziativa prevista sulla storia della resistenza palestinese e dei prigionieri politici.
Ablah Saadat non ci sarà perché le è stato ritirato, dopo che le era già stato concesso, il visto per tutti i paesi dell’area Schengen.
Le motivazioni di questo provvedimento recitano un lapidario e non meglio specificato “questioni di sicurezza”. Non ci è dato conoscere le ragioni di questa motivazione, né sapere quale sia la causa che ha portato a negare un visto già accordato: queste misteriose “questioni di sicurezza” non sarebbero dovute emergere prima della concessione?
Possiamo supporre che Ablah, donna coraggiosa e figura di spicco della sinistra palestinese, paghi il suo impegno a favore dei numerosi prigionieri politici, tra i quali c’è anche suo marito, Ahmed Saadat.
Ahmed Saadat è il segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP) e da otto anni è rinchiuso in una prigione israeliana. Saadat era stato accusato di essere il mandante e il responsabile politico dell’assasinio di Zeevi, il ministro del turismo di Israele ucciso da un commando del FPLP all’Hotel Haytt nel 2001. L’assassinio di Zeevi era la risposta all’uccisione del leader del Fronte Popolare Abu Ali Mustafa, a cui Saadat è succeduto.
Arafat si rifiutò di consegnare Sadaat, che venne imprigionato in un primo momento in un carcere dell’ANP a Gerico, sotto la tutela di USA e Gran Bretagna. La Corte Suprema palestinese dichiarò incostituzionale la detenzione di Saadat, ma l’ANP, guidata da Abbas, decise di non rilasciarlo. Nel frattempo, Usa e Gran Bretagna ritirarono i loro osservatori, e così la loro tutela.
Il 14 Giugno 2006 le forze israeliane assediano la prigione di Gerico per una intera giornata e causano la morte di due palestinesi e il ferimento di altri 28 per riuscire a rapire Saadat e condurlo in un prigione israeliana. Nel dicembre 2008 un tribunale militare ha condannato Saadat a 30 anni di prigione, non più per la morte di Zeevi, ma per aver genericamente attentato alla sicurezza di Israele.
Di fronte al tribunale israeliano, Ahmad Saadat ha dichiarato: “io non sono qui per difendermi davanti alla vostra corte. Ho già sostenuto che non riconosco la legittimità di questo tribunale dal momento che esso è, in base alla legge internazionale, un’estensione dell’occupazione illegale, di fronte alla quale si pone il legittimo diritto del nostro popolo a resistervi”
Noi inviteremo di nuovo Ablah Saadat perché abbiamo tante cose da chiederle e da condividere, quindi rimanete in contatto.
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