Città Studi – La giornata di ieri: il Rettore ed il trasferimento a Rho
Ieri (09/11), nella sede centrale dell’università, si sono tenuti gli Stati Generali di Unimi, l’assemblea contro il trasferimento del polo scientifico sui terreni di Expo che aveva lo scopo di dare voce al vasto dissenso all’iniziativa personale del Rettore. L’assemblea infatti è stata partecipatissima da tutte le componenti dell’università: studenti, ricercatori, professori.
Durante l’assemblea, abbiamo scoperto che il Rettore Vago aveva convocato, lo stesso pomeriggio, una riunione a porte chiuse con i direttori dei dipartimenti di Città Studi in un’aula di Fisica per parlare del trasferimento a Rho. Convocare una riunione a porte chiuse a Fisica proprio mentre in centro a Milano si tenevano gli Stati Generali era una evidente provocazione. Ormai abituati alla mancanza di trasparenza del Rettore, abbiamo colto l’occasione, più unica che rara, per muoverci tutti insieme al termine dell’assemblea e raggiungere l’aula in cui si trovava chiedendo di essere ricevuti.
Dopo qualche tentativo di tenerci fuori dall’aula siamo riusciti ad entrare e a chiedere spiegazioni sul contenuto della riunione.
Il Rettore ci ha negato questa risposta. Abbiamo quindi affermato che Vago non è legittimato a prendere una decisione di tale portata storica per l’università: parliamo infatti di un Rettore in scadenza, che non è stato eletto per decidere sul trasferimento e che si accinge a prendere una decisione che lascerà in una situazione precaria l’Ateneo per decenni. Il tutto però accadrà quando Vago non sarà più Rettore, smarcandosi così dalle conseguenze delle sue decisioni di oggi.
E’ inoltre inaccettabile e offensiva questa modalità di procedere nelle decisioni, visto che tutti gli studenti, i lavoratori e quasi tutti i professori vengono tenuti all’oscuro delle informazioni e completamente tagliati fuori dal confronto.
La domanda che ci poniamo è: se davvero il Rettore è in buona fede e se davvero pensa che Expo possa essere un opportunità unica per l’università, perché mai accanirsi così tanto nel cercare di approvare tutto in fretta e furia prima dello scadere del mandato?
A differenza di Vago, noi affermiamo con forza che lo spostamento a Rho corrisponderà al suicidio di una parte consistente dell’Università Statale di Milano e alla morte del quartiere di Città Studi. E’ scandaloso che Unimi non stia sviluppando un progetto alternativo al trasferimento e troviamo molto significativo che sulla proposta di un presunto campus all’avanguardia l’ateneo si stia letteralmente spaccando.
A differenza di Vago, però, noi non abbiamo la pretesa di decidere per tutti.
Pretendiamo invece che la decisione finale sullo spostamento sia presa dal successivo Rettore, il quale, a differenza dell’attuale, verrà inevitabilmente votato sulla base delle sue idee a proposito del trasferimento.
Per questo ieri siamo entrati in quell’aula e abbiamo preso parola e per questo nei prossimi mesi dobbiamo organizzarci e fare di tutto perché fino allo scadere del mandato di Vago non avvenga alcuna votazione vincolante.
Dall’incursione di ieri nell’aula di fisica sono però emersi alcuni fatti da non trascurare.
Il Rettore ha affermato che fino ad ora non ci sono le condizioni per poter vendere gli immobili in Città Studi e che fino a che non ci saranno non avverrà alcuna votazione determinante. Ha dichiarato inoltre che se dagli organi accademici gli venisse chiesto di aspettare lo scadere del suo mandato prima di prendere alcuna decisione lui accetterà.
Insomma, cominciano a vedersi i risultati di questa intensa settimana di lotta a Città Studi.
La fiaccolata di martedì sera, l’assemblea e la giornata di ieri ci hanno restituito molta energia e ci hanno fatto fare decisivi passi in avanti. Forse non possiamo dire altrettanto per il magnifico ed i suoi fedelissimi.
10 Novembre 2017
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