Statale – Il colpo di coda di Vago e del Cda
Come noto le recenti elezioni del rettore hanno sancito una posizione chiara dell’Università Statale di Milano: il neorettore Elio Franzini ha caratterizzato la sua campagna elettorale su una forte critica nei confronti del trasferimento ad Expo e sulle modalità con cui è stato condotto. Sulla base di questo ha ricevuto l’appoggio ed il voto di oltre 2000 persone tra docenti, studenti e personale tecnico, con quest ultimo che si è rivelato determinante per la sua vittoria.
In risposta alle volontà espresse dall’Ateneo in cabina elettorale, il rettore uscente Vago, il cui mandato scade il 1 Ottobre, sta cercando nel silenzio generale di blindare il più possibile un trasferimento di tutti i dipartimenti attualmente presenti in Città Studi. Dopo aver approvato la proposta di project financing lo scorso Luglio il Consiglio d’Amministrazione è stato convocato per il 25 Settembre, a meno di una settimana dall’insediamento della nuova governance, con l’obiettivo di deliberare un progetto definitivo che imporrà a UniMi la colossale spesa di 780 milioni per i prossimi 30 anni e la svendita di tutta l’area di Città Studi, irrinunciabile per la sostenibilità dell’operazione. Il danno economico rischia inoltre di trasformarsi in una condanna per danno erariale per coloro che si prenderanno la responsabilità di questa scelta.à
Dopo aver quindi ignorato ogni dissenso interno all’ateneo e aver chiamato le forze dell’ordine per blindare il Senato Accademico il giorno della votazione del 6 Marzo in Senato Accademico, l’ormai quasi ex rettore si appresta a compiere la sua forzatura peggiore. Vago, già messo a libro paga dal governatore della Lombardia Fontana, agisce già come appartenente alla governance regionale leghista, dichiarando ai giornali che “il trasferimento è indispensabile per la riqualificazione dell’Area Expo”, svelando quindi senza pudore i veri motivi dello spostamento; l’essere ancora rettore gli conferisce al contempo il potere di imporre a un ateneo, che ha rigettato il suo rettorato, la scelta più impegnativa della sua storia.
Sono già numerosi i partiti che hanno espresso a livello locale il loro dissenso rispetto a questa scelta. In questo contesto spicca la rottura tra Movimento 5 Stelle e Lega, in contrapposizione alle convergenze politiche a livello nazionale. Staremo a vedere se nel prossimo futuro se le posizioni del Movimento 5 Stelle locale si traduranno in atti concreti per il futuro dell’università e del quartiere.
Nel frattempo, il neoeletto Franzini sembra per ora preferire la via del silenzio stampa. Riteniamo ingiustificabile la mancanza di una presa di posizione netta da parte del futuro rettore, anche nei confronti delle 2.000 persone grazie alle quali ha ottenuto la vittoria e che gli hanno affidato un mandato preciso.
Concludiamo ribadendo che l’attuale Cda non ha la minima legittimità per prendere questa decisione che pone la Statale in una posizione di sudditanza a politica ed alle aziende che si spartiranno l’area Expo. Questo progetto non ha nulla a che fare con le reali necessità degli studenti, dei ricercatori e dei cittadini del quartiere ma, come è ormai sempre più evidente, è frutto di interessi economici e clientelarismo politico.
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