NoTav, storia di Niccolò, “non libero”

Riprendiamo dal sito del mensile “E” un pezzo di Gabriele Battaglia

Niccolò è tornato a casa. O meglio, a casa dei suoi genitori. Il provvedimento di custodia cautelare per gli incidenti in Valsusa dell’estate scorsa è stato trasformato in arresti domiciliari dopo due mesi e nove giorni passati in carcere a seguito del giro di vite contro i NoTav che risale al 26 gennaio.
È stato portato fin dentro il cortile di casa su una macchina della polizia penitenziaria, in modo che non potesse parlare con nessuno. Può incontrare solamente “soggetti coabitanti”, cioè appunto i suoi genitori.
Per carità, la legge consente questo tipo di misure, ma la procedura estremamente restrittiva, così come la precedente detenzione in carcere, “appaiono anomale per un incensurato come lui”, dice l’avvocato Mirko Mazzali, raggiunto telefonicamente da “E”. “Quattro o cinque sassi tirati contro la polizia non giustificano la carcerazione preventiva, se hai la fedina penale pulita”.

Un’altra anomalia cnsiste nel fatto che “Nic” è stato mandato a casa solo quando ha ammesso che  quello che compariva nelle immagini degli incidenti era proprio lui. “Il provvedimento dice che si riconosce nelle foto – insiste Mazzali – e quindi non esiste più la necessità di custodia cautelare. Ma che significa? Stai in carcere se c’è il rischio di una reiterazione del fatto incriminato, se puoi inquinare le prove, oppure se il giudice ritiene che tu possa fuggire. Il fatto che ti riconosci in una foto non fa venire meno queste condizioni”.
Sorge quindi il sospetto che tutto il giro di arresti e detenzioni sia stato eccessivo fin dall’inizio.

Intanto l’antifascista Niccolò Garufi rischia di non vedersi rinnovata la tessera del Circolo Anpi Vigentina di Milano, quello a cui appartiene da sempre. Alla presa di posizione del presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Carlo Smuraglia (“L’Anpi non è ‘no Tav’”), ha fatto seguito una vicenda così riassunta sul sito milanoinmovimento.org, punto di riferimento per gli antagonisti milanesi: “All’ultima riunione del Circolo Anpi Vigentina, convocato per discutere proprio della giornata del 25 aprile, un rappresentante del Consiglio Provinciale dell’Anpi s’è presentato chiarendo che era un bene, per l’associazione, che Niccolò non avesse ancora rinnovato la sua tessera per l’anno in corso e che non gli sarebbe stata rinnovata successivamente. Credete che questa posizione fosse frutto di una qualsivoglia discussione all’interno degli organi direttivi dell’Anpi? Assolutamente no, non v’è mai stato organo associativo che ne abbia fatto discussione!”

Milanoinmovimento ritiene “aberrante che un’associazione come l’Anpi provveda preventivamente a fare in modo che un proprio socio non possa più re-iscriversi. Sulla base di quali motivazioni? Sulla base di quali violazioni statutarie? Sulla base di quale discussione interna?”
Sulla stessa vicenda, l’Anpi ha diffuso un comunicato: “In merito alle notizie circolate sul caso di Niccolò Garufi, arrestato su disposizione della Magistratura per gli incidenti verificatisi in Val di Susa, si precisa che nei suoi confronti non è stato proposto alcun provvedimento disciplinare neppure a titolo cautelativo, anche perché non risultava che Niccolò avesse rinnovato l’iscrizione alla nostra Associazione.
Si è semplicemente ritenuto opportuno soprassedere alla consegna della tessera per il 2012, nell’attesa che le indagini della Magistratura, chiariscano la posizione di Niccolò Garufi.
Si comunica, inoltre, che nessuna misura è stata adottata nei confronti dei genitori di Niccolò che possono benissimo rinnovare l’iscrizione all’Anpi per il 2012 nella loro sezione di appartenenza”.

Roberto Cenati, presidente dell’Anpi di Milano e Provincia, che abbiamo raggiunto telefonicamente, dichiara di non avere nulla da aggiungere al comunicato.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *