Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e voi parlate solo di soldi!
Climate Strike contro il capitalismo fossile.
Il mondo si è sollevato per il clima. A partire dal 20 settembre in Australia, Stati Uniti e Germania folle oceaniche di studenti e adulti preoccupati per la crisi climatica e indignati per l’inadempienza dei governi hanno riempito piazze e strade delle principali città del globo per il Climate Strike. Il discorso arrabbiato di Greta Thunberg alle Nazioni Unite (della serie: ci avete rubato sogni e futuro con la vostra servilità al capitalismo fossile, non vi perdoneremo mai), i liceali di New York in massa per le strade e così tutti i ragazzi dall’Asia all’Africa per chiedere una trasformazione radicale di economia e società per scongiurare l’estinzione di massa, grazie a Fridays for Future che continua a crescere in intensità ed estensione: la società globale è in pieno fermento di fronte all’emergenza climatica. Il riscaldamento globale sta infrangendo le previsioni più pessimiste e lo scioglimento di ghiacciai e calotte polari mentre le foreste pluviali sono in fiamme ci mette tutte e tutti drammaticamente di fronte alla possibilità della fine della civiltà umana sul pianeta.
Nel XXI secolo, la questione ecologica ha sussunto la questione sociale che ha dominato il secolo XX. Il soggetto sociale rivoluzionario è la generazione Z imprecaria e la generazione precaria dei Millennials. La fine della crescita capitalista col rapido superamento del paradigma di produzione e consumo fondato sull’energia da combustibili fossili è ormai invocata dai più insigni scienziati del globo, i quali dicono che ormai solo la disobbedienza di massa può invertire la rotta politica verso la catastrofe, arrivando entro il 2030-50 a un’economia a emissioni zero, vale a dire elettrificazione completa da rinnovabili, riforestazione di ampie zone del pianeta e ortificazione/ rimboschimento delle sue aree metropolitane, trasformazione radicale di diete, colture, architetture, materiali, modi di trasporto, in breve la fuoriuscita definitiva dal capitalismo industriale/consumista/digitale e la sconfitta delle ideologie che ne giustificano l’ecocidio, dal trentennio neoliberista che ha accumulato più emissioni che in tutta la storia umana precedente, al nazionalpopulismo presente che accelera la distruzione del pianeta nel suo fascismo tanto sovranista quanto oscurantista.
A dieci anni dal contestato vertice sul clima di Copenhagen, il movimento climattivista di Fridays for Future, Extinction Rebellion, Ende Gelaende, Sunrise Movement sta mobilitando questa settimana e in questi mesi milioni di persone che dicono chiaramente che non c’è un Pianeta B per cui è inutile andare sulla Luna o su Marte, e allora “no coal, no oil, leave carbon in the soil”, basta con la difesa delle lobby petrolifere, dell’autocrazia e delle centrali a carbone e gas, della Tav in Val Susa e della mega-acciaieria di Taranto, magari per difendere i posti di lavoro, basta col furto di futuro, basta con la contaminazione dei corpi e degli oceani.
A Milano la contestazione di FFF e XR di fronte alla Rai di corso Sempione ha aperto le danze della protesta nella città italiana più aperta alle istanze e mobilitazioni ecologiste. Critical mass climatiche e No Meat Day hanno fatto seguito. Il tutto culminerà venerdì 27 settembre, giornata conclusiva della settimana di azione climatica e seconda ondata dello sciopero globale, che per la prima volta ha visto anche categorie sindacali affiancare liceali e universitari nella mobilitazione. Con l’intenso lavoro fatto di assemblee e tessiture di rapporti fra gruppi e persone portato avanti da Fridays for Future Milano, dove i centri sociali milanesi sono massicciamente presenti, tutto il mondo studentesco è in agitazione e i prossimi mesi vedranno ulteriormente crescere in coscienza e radicalità il movimento climattivista milanese. E’ davvero il momento di agire tutte/i insieme per difendere la Terra. L’appuntamento è alle 9 in Piazza Castello e di nuovo alle 18 sempre in Cairoli. System Change, NOT Climate Change.
Alex Foti
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