Napoli: occupato l’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania
Un centinaio di persone stamattina hanno invaso i locali dell’assessorato all’ambiente della regione Campania come protesta contro del biocidio.
Con un blitz che ha prevenuto l’apertura degli uffici, i comitati antidiscarica e anti-inceneritore, i centri sociali impegnati nelle lotte ambientali, insieme a semplici cittadini della periferia e della provincia di Napoli, hanno bloccato i lavori di via Marina nel giorno in cui sarebbe stato definito l’appalto per il nuovo inceneritore di Giugliano, convinti che un atto criminale del genere non sarebbe potuto svolgersi senza sentire la voce di protesta di quanti da un mese riempiono le piazze campane con decine di migliaia di persone.
Gli occupanti hanno riempito gli uffici dichiarando di non essere disposti ad uscire senza essere ascoltati da chi sta imponendo il biocidio ai territori in cui vivono.
La risposta ottusa e violenta delle istituzioni e delle forze dell’ordine è stata quella di mobilitare la cenere per sgomberare i manifestanti a manganellate.
Una violenta carica – che colpiva indistintamente persone anziane, giovani studentesse, cittadini con la sola colpa di voler essere ascoltati in un giorno decisivo per la vita di Giugliano – è stata messa in atto per 5 piani di scale, aggredendo alla cieca chi era con le mani alzate e a volto scoperto, semplicemente lì a frapporre il proprio corpo alla violenza dello Stato.
Un atto scellerato, una violenza scomposta che non ha avuto alcun riguardo per l’incomunità di quanti avevano scelto di disobbedire all’esclusione della cittadinanza dai processi di decisione.
La risposta della piazza non è stata però quella di lasciarsi intimorire: per altre due ore si è continuato il presidio fuori la regione, presto raggiunto da centinaia di studenti medi che cantavano cori e megafonavano in solidarietà ai comitati aggrediti in quegli uffici, davanti agli occhi inermi dei dipendenti e nell’assordante silenzio delle istituzioni che non hanno battuto ciglio nello scatenare una vera e propria caccia all’uomo in tutto l’edificio.
Un atto gravissimo a cui si risponderà come si è sempre fatto: intensificando la lotta, la controinformazione che metta all’angolo le lobby inceneritoriste (in cui si mescolano senza vergogna imprese, criminalità organizzata e apparati di stato).
Nessuna paura può avere chi difende la sua terra, la sua vita, il futuro dei propri fratelli, delle proprie sorelle e dei propri figli.
Finché non ci ascolteranno andremo ovunque: NO INCENERITORE, né a Giugliano né altrove.