Sulle elezioni in Russia
Crescono le opposizioni alla luce dei risultati per il rinnovo della Duma in Russia. L’annunciato ribasso del partito di Putin e Medvedev, da undici anni egemone, c’è stato. Edinaya Rossiya è scesa al 49%, mentre si è vista una crescita dei comunisti, al 20%, dei liberaldemocratici di Zhirinovskij all’11%, e soprattutto del partito di orientamento socialdemocratico Spravedlivaya Rossiya al 13%. Il partito governativo tiene a Mosca e soprattutto nei soggetti della Federazione meno ricchi o contraddistinti da una situazione di tensione come nel Caucaso settentrionale, dove il voto corrisponde più che altro ad un referendum per restare nella Federazione. Gli eredi di Lenin del KPRF ottengono ottimi risultati nella tradizionalmente rossa Siberia, e ci si domanda cosa si sarebbe potuto ottenere se al posto del vetusto leader Zjuganov, che per forma e sostanza ricorda Breznev, ci fosse stato un leader giovane che rispecchia le nuove generazioni. A San Pietroburgo e nelle regioni del Nord-Ovest il panorama politico che esce dalle elezioni inizia a prendere le sembianze di un sistema multipolare. Ma più che i numeri, è il modo con il quale le elezioni si sono consumate a far riflettere. Da mesi si è assistito ad un crescente dibattito interno alla società russa, che ha visto artisti, intellettuali e strati della società alimentare una critica verso i problemi che affliggono il paese e verso Putin e soci, per radio, sulla stampa, in televisione e nei luoghi di ritrovo. In sostanza oggi la Russia è un paese che anno dopo anno mostra sempre più spazi e voci diverse. Dispiace constatare come la stampa occidentale snobbi clamorosamente tale fenomeno e scriva di questo paese solo quando ci sono catastrofi, oligarchi cialtroni, storie di corruzione e turisti cafoni. La crisi che affligge USA e Europa è rimasta fuori dai confini della Federazione, che dopo l’8% del 2010 vede comunque la sua ecomonia crescere del 4% nell’anno corrente. Medvedev nel corso del 2011 ha alzato le pensioni e gli stipendi degli insegnanti, tra le iniziative che toccano il welfare. Fiorisce gradualmente una classe media che può permettersi di vivere in relativo comfort, possedere un appartamento, una macchina, viaggiare all’estero. Si moltiplicano le imprese di successo, soprattutto nel campo dell’informatica e dell’industria pesante. Per questi e altri motivi, non ultimo quello di aver dato un ordine e un piano di sviluppo di lungo periodo a un paese che fino a dieci anni fa era allo sbando, Putin gode di un consenso reale che difficilmente verrà intaccato. Tornando alla sociologia elettorale, sono più che altro i giovani, i liberi professionisti, le persone più illuminate ad alimentare l’opposizione che mai come ora ha visto il suo teatro sul web: sul popolarissimo social network Vkontakte si sprecano gli appelli a votare contro Edinaya Rossiya, le vignette e i video satirici sulla coppia al potere, gli slogan e i manifesti politici. Molti hanno anche postato riferendo di sedicenti brogli: nei video girati di nascosto più che altro vi sono goffissimi tentativi di sgraffignare qualche voto a favore di ER, ma più che l’efficace organizzazione criminale raccontata da certi media lo spettacolo mostrato ricorda la maldestria di Totò con “vota Antonio, vota Antonio”. A questo proposito, chi conosce bene il mondo Russia sa bene che qualsiasi sistema di potere, qualsiasi leader con qualsiasi proposito rimarrà comunque vittima del boiardo di provincia, teso a utilizzare il potere a fini personali, in un panorama di otto fusi orari disteso dal Mar Baltico all’Oceano Pacifico, troppo sconfinato per essere controllato con efficacia e immunizzato da locali tentazioni di corruzione. Nella tornata elettorale vi è stata una massiccia presenza di osservatori internazionali, i quali ne hanno dichiarato unanimemente la regolarità in diretta tv. Tra questi, il nostro Giulietto Chiesa, l’unico a sfoderare un brillante russo. A Mosca e a San Pietroburgo, in seguito ai risultati, sono scesi in piazza i “popoli” delle varie forze politiche, per ribadire le critica al Cremlino da una parte, per confermarne la fiducia dall’altro. Gli OMON, i corpi speciali, hanno dedicato più attenzione ed “atti di gentilezza” ai primi, cosa che non sorprende. Alla luce dei fatti e di questo “risveglio delle coscienze” in una società tradizionalmente poco politicizzata, i Russi stanno preparando il terreno per un’alternativa. Peccato che al momento non si veda un leader credibile e sia poco verosimile che lo si trovi in tempo per le presidenziali di Marzo, quando si avrà da giocare la vera partita per il controllo dello Stato.
Oleg
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