08.02.12 – Presentazione del libro “Sulla pelle viva. Nardò: la lotta autorganizzata dei braccianti agricoli” h.21:00 @ ZAM

Scritto da Brigate di Solidarietà Attiva, Devi Sacchetto, Gianluca Nigro, Mimmo Perrotta, Yvan Sagnet ed edito da Derive Approdi, il libro racconta l’esperienza del campo di accoglienza per braccianti a Nardò (Lecce), dove nell’estate 2011 avviene il primo sciopero autorganizzato di stagionali migranti. Gli autori narrano gli eventi di quei giorni intensi ognuno dal proprio punto di vista, sociologico, politico, umano, tentando di rendere la complessità di un progetto che si discosta dalle forme assistenzialiste del volontariato classico per avviare invece processi di autorganizzazione ed autoemancipazione dal basso.

La presentazione del libro sarà Mercoledì 8 Febbraio alle 21 @ ZAM – via Olgiati, 12 (Milano). In apertura la proiezione di un video-documentario sul progetto e a seguire gli interventi di:

 

Yvan Sagnet, studente-bracciante portavoce dello sciopero di Nardò, ora Flai-Cgil
Nives Sacchi, B.S.A. Milano
Paolo Bellati, Folletto 25603 di Abbiategrasso

Durante la serata sarà possibile acquistare le arance della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero”, che provengono dalle campagne di Rosarno e sono raccolte senza sfruttamento nè mafia. Le BSA le distribuiscono attraverso un circuito alternativo alla GDO, prevedendo un piccolo rincaro da devolvere interamente a favore dei braccianti e dei piccoli produttori della Piana di Gioia Tauro.

Estratto dal capitolo “Masseria Boncuri: sciopero e contraddizioni”
Uliveti, terra rossa, capannoni e benzinai; campi di angurie e pomodori, biciclette sbilenche sul ciglio della strada, un vento che sa di Africa. Masseria Boncuri, tende blu nel piazzale di fronte, su uno striscione di cinque metri la scritta:«Ingaggiami contro il lavoro nero». Africani di ogni nazionalità popolano il campo di accoglienza per braccianti, chi cammina lungo la strada portando un’anguria, chi riempie una bottiglia dalla cisterna dell’acqua potabile, chi trascina un materasso cercando l’ombra degli alberi. Un impatto surreale, la sensazione di varcare i confini di un microcosmo, un piccolo paradigma di marginalità e compromesso, di essere catapultati dentro una realtà parallela – a pochi chilometri dalle più belle spiagge pugliesi gremite di turisti – fatta di pantaloni sporchi di terra, mani rovinate dal lavoro, sguardi di attesa.
Braccianti stranieri, tunisini, marocchini, sudanesi, costretti a vivere in condizioni di estrema emarginazione sociale, sottoposti a un capillare sfruttamento sedimentato da ormai vent’anni. La maggior parte di loro conosce questo posto grazie al passaparola tra amici e parenti: «a Nardò c’è lavoro». Ma non tutti sanno davvero cosa li aspetta una volta arrivati. (…) Vivere, vedere con i propri occhi giorno dopo giorno cosa voglia dire essere un bracciante straniero in Italia crea fratture interne, mette in crisi il senso comune, obbliga a riscrivere l’equilibrio di ogni singolo «volontario» che si divide tra turni di gestione del campo ed emergenze. La violenza delle condizioni di vita dei migranti e l’essere lì, immersi in una comunità così lontana, tra polvere, tende, giacigli di fortuna, imprevisti, troppo spesso disperata rassegnazione per un destino che semplicemente si accetta perché non si ha scelta, fa vacillare il senso di giustizia. (…)
Si arriva e si parte cambiati. Si arriva con il proprio bagaglio di esperienze, di libri letti, con la personale concezione di militanza e volontariato. Si riparte con il caos dentro, ma con la consapevolezza che la logica della militanza «ordinaria» è stata stravolta e messa in discussione. Si arriva con un’idea vaga di quello che sarà e si riparte sapendo che quelli vissuti non sono stati giorni di volontariato ma di pratiche politiche, i cui risultati visibili non saranno immediati. Nel mezzo, si lavora nella speranza di poter fare la differenza, sapendo di contribuire individualmente ad un progetto collettivo complesso, articolato, sperimentale e difficile.

http://www.deriveapprodi.org/2012/01/sulla-pelle-viva/

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