CI VORREBBE IL TANNHAUSER
..Avevo incontraro il Biondo al Baretto, seduto, col Corrierone aperto
sulle pagine della cronaca milanese.
Scuotava la testa e diceva cazzo.
“Cazzo” ripeteva “un biglietto per la Prima della Scala costa 150 mila
lire. Cazzo!”.
“E a te chetti fregherà mai della Scala? Caliamoci piuttosto un
camparino, va”.
“A parte che a me piace la lirica”. Pensavo che mi prendesse per il
culo, “cioè
mi piace proprio l’opera con l’orchestra, il coro, i tenori e compagnia
e, se vuoi
proprio saperlo, io alla Scala faccio pure la comparsa!”.
Stavo quasi per mandarlo a cagare quando aggiunse “ma a parte questo,
guarda che è
proprio uno schifo che ci sia gente che si spara un 150 mila per una
Prima della Scala
quando ci sono cristiani che con quella cifra ci campano la moglie, tre
figli e il
nonno per un mese”.
Dallo scambio di battute tra due compagni in un bar sull’eccessivo
prezzo del biglietto
della Prima della Scala nacque l’idea del movimento e dei circoli del
proletariato
giovanile di contestare il concerto che rende famosa Milano in giro per
il mondo.
Quasi inutile dire come andò a finire.
Il 7 dicembre 1976 al Piermarini veniva messo in scena l’Otello di
Verdi con regia di
Franco Zeffirelli. Direzione di Carlos Kleiber e protagonisti Placido
Domingo, Mirella Freni e
Piero Cappuccilli. L’opera venne trasmessa per la prima volta in
diretta dalla RAI.
Fuori dal teatro migliaia di giovani proveniente dai quartieri
periferici della città
si scontrarono per ore con la Polizia.
Le conseguenze per il movimento furono disastrose: centinaia di
fermati, decine di
arrestati e di feriti.
Inizio con questo simpatico siparietto tratto da “La ricreazione è
finita” di Roberto
Grassi per parlare di quello che è successo davanti a Macao ieri sera.
Il concerto dell’orchestra Verdi (aperto a chiunque volesse aggiungersi
a suonare)
davanti a Macao è stato un momento bello ed in qualche modo “storico”.
Forse per la prima volta si è riusciti a coniugare la musica classica
(la cosidetta
musica colta) con l’idea di spazio sociale occupato (anche se
l’occupazione è stata
sgomberata martedì mattina…).
Lo scenario era surreale ed emozionante.
Un’orchestra sinfonica che suona in strada, migliaia di persone ad
ascoltarla con
attenzione e…sullo sfondo la Torre Galfa ed i blindati delle Forze
dell’Ordine.
Si leggeva attenzione (addirittura!) anche sui volti solitamente
annoiati di qualche
uomo in divisa.
Un momento storico dicevo.
Sì perché per moltissimi militanti di movimento la musica classia è
sempre stata
vista come una sorta di “corpo estraneo”.
Va bene lo ska, il rock, la trash, l’elettronica, il folk…addirittura
il jazz.
Ma la classica mai!
Una situazione curiosa.
Anche perché poi, discutendo faccia a faccia con le persone, si viene a
scoprire
una cultura musicale mica da ridere.
“Ci vorrebbe il Tannhauser di Wagner”. Mi diceva con fare sicuro un
compagno ieri
sera sorseggiando una birra.
E se si scava un po’ più a fondo si scoprono carriere da musicisti
ormai rimosse.
Storie di vite passate.
Chi suonava il piano, chi il violino, chi la tromba. E via con
strumenti più
esotici come clarinetto, basso tuba, fagotto e contrabbasso…
Musica classica e spazi occupati. Un binomio interessante.
Teniamone conto.
http://www.youtube.com/watch?v=D1JCkjZBptM&feature=relmfu
Tag:
eventi macao musica orchestra torre galfa