L’aspirina che va di traverso a Bayer

La storia di Aspirina la rivista, che tanto infastidiva il colosso Bayer

Dal 1987 esisteva una rivista di arte e umorismo femminista di nome Aspirina. Forse l’avete trovata negli anni ‘80 in qualche libreria delle donne, forse eravate abbonate, forse l’avete seguita online dal 2013, quando è rinata in versione digitale. Un concentrato di umorismo, fumetti, racconti, satira politica, ironia poetica, che ha raccolto artiste da tutto il mondo, firme importanti e altre che pubblicavano per la prima volta.

Aspirina la rivista esiste ancora, ma ha dovuto migrare, trovare una nuova terra in cui poter vivere in pace e continuare a far ridere e riflettere sulla realtà.

All’improvviso, nel novembre 2017, dopo trent’anni dalla nascita della rivista e ventidue dalla registrazione di marchio per l’editoria da parte della Libreria delle donne di Milano, sua editrice, il colosso farmaceutico Bayer, produttore della nota pillola, ha dichiarato di non poter sopportare la nostra esistenza. Una rivista umoristica e femminista, che parla con fumetti, video e racconti satirici, dava fastidio a una multinazionale chimica e creava confusione nella sua febbricitante clientela.

Proprio in quel periodo, Bayer si dava da fare per acquisire il colosso agrochimico Monsanto, produttore di pesticidi e diserbanti. Abbiamo oscillato dallo sbalordimento alla rabbia, dalla risata alla maledizione. Abbiamo sempre amato la parola “aspirina” e la pillolina, abbiamo giocato con lei, l’abbiamo declinata nei linguaggi dell’arte, senza fini commerciali e di lucro. Il nostro lavoro era volontario e gratuito. Non si può dire lo stesso di Bayer.

Pur consapevoli delle nostre ragioni, la sproporzione di potere, soprattutto economico, ci ha risolte a evitare una causa nei tribunali, che si sarebbe trascinata per anni e anni. Nel gennaio 2019 abbiamo rifiutato il ridicolo risarcimento economico proposto da Bayer e le catene a cui ci avrebbe vincolato. Abbiamo scelto la libertà di raccontare questa storia.

Gli avvocati di Bayer, prestigiosi studi legali in questo caso specializzati in diritto del più forte, hanno ottenuto la rinuncia alla registrazione di marchio e al dominio, e ci hanno confermato, al di là di quanto già sospettavamo, che una delle caratteristiche della prepotenza è l’assoluta mancanza di sense of humour.

E così Aspirina la rivista, esule volontaria del grande regno della distruzione di Bayer, ha trovato rifugio su un’isola di erbacce, infestanti, irriverenti, forme di vita resistenti ai diserbanti. Nasce Erbacce. Forme di vita resistenti ai diserbanti, un blog per raccontare, riflettere e ridere.

Per ora ci limitiamo a crescere in questo ritaglio di terra digitale, per raccontare ciò che è successo e conservare la nostra Aspirina libera.

Sabato 23 marzo alle ore 18,30 è prevista una conferenza stampa in una libreria che ci è molto cara, Aspirin Lifestyle Bookstore, in Piazza Spotorno 2 a Milano.

Vai al blog con la storia completa: www.erbacce.org

Vai all‘archivio di Aspirina 1987/2018: www.erbaccelarivista.org

Erbacce resistenti, pillole libere!

La redazione di Aspirina e Erbacce

Tag:

Una risposta a “L’aspirina che va di traverso a Bayer”

  1. Maureen Lister ha detto:

    Speriamo che la Bayer non rivendichi anche il nome “erbacce”! Coraggio aspiriniste!

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