08/06 – Concerto dei “Martedì non posso” benefit Comitato difesa ambiente Zona 5 @ ZAM
Sabato 8 giugno
Alle ore 19:00 aperitivo e alle ore 20:30 concerto dei “Martedì non posso” (MNP) band amatoriale nata nel lontano ’78 dalla passione per il rock di quegli anni.
Ingresso a offerta libera (minima consigliata 10 euro) a finanziamento delle spese legali del Comitato Difesa Ambiente Zona 5 per il ricorso all’appello al Consiglio di Stato.
Presso Collettivo ZAM, via Sant’Abbondio 4 (MM2 Abbiategrasso).
Per motivi organizzativi è richiesta la prenotazione con mail a: comitato.difesa.ambiente.zona.5@gmail.com
Aperitivo e concerto di autofinanziamento della rock band “Martedì non posso” a sostegno del Comitato Difesa Ambiente zona 5, impegnato dal 2018 contro la costruzione di un distributore di carburante in via dei Missaglia, a ridosso dei pozzi di captazione dell’acqua potabile del quartiere.
RIPERCORRIAMO LA VICENDA
L’8 maggio c’è stata l’udienza al Consiglio di Stato (il cui esito è ancora ignoto) al quale Q8 e Comune di Milano si erano rivolti per ribaltare la sentenza del TAR che nel 2019 aveva dato ragione ai cittadini: non si possono edificare distributori di carburante sopra i pozzi dell’acqua potabile – in questo caso, ben tre pozzi di captazione sarebbero stati a una distanza inferiore dall’impianto di quella prevista dalla legge.
Il “giardino delle promesse mancate” sorge su un’area contesa che fu data in permuta dal Comune alla Q8 con l’autorizzazione per realizzare un distributore. I lavori sono stati avviati nel 2018 abbattendo gli alberi di un’area verde di circa 2000 mq che fungeva da piccolo polmone e barriera tra l’abitato e la trafficata via dei Missaglia. Nel 2019 una sentenza del TAR, accogliendo il ricorso del comitato di residenti, ha bloccato i lavori e censurato le autorizzazioni con la motivazione che: non si possono costruire distributori di carburante sopra i pozzi dell’acqua potabile, “il diritto alla salute e sicurezza umana risulta comunque prevalente rispetto agli interessi del Comune”.
Nonostante ciò, Q8 e Comune hanno presentato appello al Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza; nel frattempo l’area è rimasta abbandonata e in condizioni di degrado.
I cittadini nel corso di questi anni hanno organizzato numerose iniziative e sollecitato l’Amministrazione Comunale, ma malgrado la volontà espressa dal Comune di tornare in possesso dell’area e di destinarla a verde pubblico, e una trattativa in tal senso in corso con la Q8, in cinque anni non è stato concluso alcun accordo.
Se le intenzioni del Comune sono quelle dichiarate, è inspiegabile come non metta in atto azioni concrete e prese di posizione coerenti anche in sede giudiziaria, ritirandosi immediatamente dalla causa. I cittadini vengono lasciati da soli nella difesa dell’ambiente.
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