18/10 – NO caro affitti|Support Rojava – preconcentramento UNIMi
18 ottobre, ore 9 @ Statale, via Festa del Perdono.
STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI INSIEME IN CORTEO – PRE-CONCENTRAMENTO FESTA DEL PERDONO – ORE 9.00 – 18/10
Aprire squarci sul futuro e conquistarlo a viso aperto.
La generazione precaria necessita spazio e presa di parola, deve cercare la forza per poter parlare ancora di futuro ed immaginar-si fuori dalle logiche imperanti.
Nell’epoca del capitalismo biocognitivo, dove la forza del capitale si situa all’interno della produzione di soggettività, a cui i nostri corpi rispondono con burn-out e depressione. La forza ancora una volta può crearsi solo nell’incontro, l’incontro di corpi e soggettività ribelli che dalle piazze e nelle piazze prende forma e forza consapevoli che solo collettivamente si può dare ed esprimere.
Abbiamo bisogno di organizzarci per riprendere a lottare, far confluire quella forza carsica ( il lavoro della talpa che incessantemente scava nelle pieghe della storia) in forme nuove di aggregazione e nella composizione reale di un soggetto rivoluzionario.
La precarietà delle nostre vite nasce e viene perpetuata proprio all’interno delle città in cui viviamo e dai luoghi di istruzione. Alternanza scuola-lavoro/ Università-azienda/ Metropoli-fabbrica. I tre segmenti che indirizzano e producono soggettività precaria docile che sappia da subito orientarsi nel mondo del lavoro, abituata alla flessibilità, agli stage non pagati.
Nella metropoli-fabbrica, in cui il conflitto capitale-lavoro ha definitivamente oltrepassato il confine dell’orario lavorativo, lo studente è attaccato da molti fronti. Viviamo a Milano, dove fenomeni di gentrificazione ed esclusione sociale vengono oscurati dalla narrazione di città modello in Italia che crea invece zone rosse e nuovi quartieri inaccessibili alla maggioranza di coloro che vivono la metropoli.
Milano è la città italiana dove più si sente il caro affitti, con una media di 600 euro a stanza, cifra irraggiungibili per studenti, precari e disoccupati. Una città dove persino uscire la sera sta diventando sempre più costoso, perpetrando dinamiche di esclusione anche nei momenti di svago, centrali per noi studenti. Una città dove la fruizione della cultura è riservata ad un’elité, dove andare a teatro, a una mostra o al cinema non è alla portata di tutti. La metropoli è ora il luogo dove si attuano le principali forme di produzione e riproduzione sociale, dove la vita stessa è messa a valore in ogni sua sfaccettatura.
In questo momento storico, in cui ogni forma di dissenso viene repressa e silenziata, in cui ogni narrazione alternativa si appiattisce è necessario ricomporre una nuova autocoscienza che rifletta su se stessa e si comprenda nell’azione.
Un noi all’altezza dei tempi che corrono, capace di fronteggiare le storture del libero mercato e denunciare con forza e rabbia quanto succede oggi nel mondo.
Non possiamo esimerci dal denunciare la vergognosa aggressione contro il Rojava e l’esperienza del confederalismo democratico da parte della Turchia e del governo Erdogan.
Denunciamo quindi la posizione della Turchia all’interno della Nato e di tutti i paesi dell’Unione Europea, in particolare la scandalosa tratta di armi tra il governo italiano e quello turco.
Per questo il 18 ottobre scenderemo in piazza a fianco degli studenti medi per un’istruzione di qualità dalle scuole alle università.
Con il cuore in Rojava
LUMe – Laboratorio Universitario Metropolitano