La Convenzione di Istanbul in Turchia, Polonia e Italia – 29 giugno

L’1 luglio, data ufficiale dell’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, ci sarà una grande mobilitazione transnazionale in solidarietà alle compagne turche e per difendere i diritti delle donne e delle soggettività LGBTQIA+ in tutto il mondo. Anche Non Una Di Meno si unirà alle proteste scendendo in piazza in tante città d’Italia (qui l’evento nazionale: https://fb.me/e/jB0CH2eNC).

In avvicinamento alla data delle manifestazioni, NUDM Milano organizza un incontro divulgativo sull’applicazione della Convenzione di Istanbul in Turchia, Polonia e Italia: tre differenti contesti che meritano un’analisi approfondita perché la Turchia sarà il primo paese ad uscire dalla Convenzione, la Polonia sta valutando di fare altrettanto e ha dichiarato di voler scrivere una Convenzione alternativa, basata sulla centralità della famiglia, mentre l’Italia, pur non mettendo in discussione la sua adesione al trattato, è molto lontana dalla sua piena attuazione, essendo carente su tutti i quattro fronti di intervento previsti dalla Convenzione (protezione delle vittime, procedimento contro i colpevoli, prevenzione e politiche integrate).
L’evento si terrà su piattaforma Streamyard in diretta FB sulla pagina di @Non Una Di Meno Milano

La Turchia era stata il primo paese firmatario della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, adottata nel 2011 proprio a Istanbul. Tale Convenzione delinea un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza e, dalla sua entrata in vigore il 1° agosto 2014, costituisce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per gli stati che l’hanno ratificata, tra cui l’Italia con la legge n. 77/2013.
Essendo vincolante, è un documento scomodo. In numerosi paesi dell’Europa dell’Est i gruppi ultra conservatori ne stanno contrastando l’applicazione, sostenendo che la Convenzione indebolisca la famiglia tradizionale, incrementi i divorzi e favorisca le rivendicazioni della comunità LGBT. Una strumentalizzazione ideologica per nascondere un dato sempre più evidente, ossia che l’unità familiare spesso si basa sulla violenza e sulla sottomissione delle donne.
In Italia la situazione non è molto migliore: i partiti conservatori richiamano continuamente le donne al loro ruolo tradizionale di madri in famiglia e in società e al contempo attaccano i diritti recentemente conquistati dalla persone LGBTQIA+ e ostacolano l’acquisizione di nuovi diritti. Il GREVIO (Gruppo di espert* contro la violenza sulle donne e domestica), organismo indipendente del Consiglio d’Europa responsabile del monitoraggio dell’attuazione della Convenzione nei vari paesi europei, nel 2018 ha avviato la procedura di valutazione dell’Italia e ha pubblicato il report conclusivo nel 2020.
All’incontro parteciperanno:
– Hazal, compagna curdo-turca
– Sonia, compagna polacca
– Manuela Ulivi, presidente di CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano) e avvocata civilista
– Francesca Garisto, vicepresidente di CADMI e avvocata penalista

Non Una Di Meno

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