LUMeJAZZ per Sea-Watch // She’s analog – 12 febbraio @ LUMe

12 febbraio, ore 12 @ LUMe, viale Vittorio Veneto 24.

LUMeJazz torna eccezionalmente di MARTEDÌ! Tutto il ricavato della serata sarà devoluta alla N.G.O. Sea-Watch, presa di mira dal governo italiano per le sue attività di salvataggio dei/delle migranti nelle acque del mediterraneo!

🕘 Inizio concerto ore 22:30
📍 Viale Vittorio Veneto 24 (lato parco)
🚋 M1 Porta Venezia / M3 Repubblica / Passante Repubblica / 9, 33, 1
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⛴ Sea-Watch nasce alla fine del 2014 grazie all’iniziativa di alcuni volontari che hanno deciso di non stare più a guardare le migliaia di persone morire annegate nel mar Mediterraneo.
Nonostante l’Unione Europea si dichiari impegnata a garantire i diritti umani, sceglie la chiusura nei confronti delle persone in fuga dalle guerre e dalle situazioni drammatiche che affliggono i paesi di origine.
Questa chiusura corrisponde ad un blocco delle frontiere e discutibili accordi con paesi terzi, quali la Turchia e la Libia, molto controversi in ambito di diritto internazionale.
Il risultato di questo isolamento è che, a poche miglia dalle nostre coste e dalle nostre spiagge, migliaia di donne, uomini e bambini continuano ad annegare ogni anno nel tentativo di raggiungere un porto sicuro.
Questi sono i motivi per i quali ci dedichiamo al salvataggio in mare: nessuno, in cerca di una vita sicura e più umana, merita di morire alle frontiere dell’Unione Europea.
Cerchiamo così di colmare un vuoto istituzionale creatosi con la fine del mandato Mare Nostrum, un’operazione che ha salvato più di 130.000 vite ma che, non essendo stata presa in carico dalla UE, si è conclusa.
Portiamo avanti le nostre operazioni di soccorso perché consideriamo che questo sia il nostro dovere umanitario. Tuttavia, siamo convinti che la mobilitazione di organizzazioni private nelle attività di salvataggio nel Mediterraneo, non debba diventare una soluzione permanente.
Chiediamo che vengano ufficializzate operazioni di salvataggio internazionali, con un mandato chiaro e a lungo termine. E chiediamo l’istituzione di vie legali e sicure che consentano di raggiungere l’Europa a tutti coloro che cercano rifugio e protezione.
More info: https://sea-watch.org/en/

🎷 Nell’estate del ‘18 nasce per volontà di Stefano Calderano il progetto “She’s Analog” con la precisa volontà di esplorare le possibilità sonore offerte da una particolare declinazione del più classico degli ensemble: il trio.
L’idea è quella di una musica creata collettivamente, che a partire da uno spunto compositivo sempre più esile, si arricchisce di un’improvvisazione sempre più radicale.
I musicisti tutti contribuiscono a creare una tessitura sonora ricca e coerente intrecciando I singoli strumenti che non sono più direttamente riconoscibili come tali.
Le composizioni allora diventano come fragili architetture, che non costringono mai nella propria struttura: suggeriscono, lasciano intuire, intravedere uno spazio interiore. La creazione improvvisata, non è mai vera e propria fuga solista: il dialogo tra i musicisti è continuo e giocato tutto sul piano sonoro; armonia e melodia diventano quasi aspetti secondari rispetto alla continua ricerca di soluzioni sonore. La centralità di questo aspetto ne fa linguaggio che si nutre delle influenze dei singoli musicisti: la classica contemporanea, il jazz, il post-rock, il minimalismo, la musica elettronica, tutti questi linguaggi dialogano dialetticamente creando di volta in volta qualcosa di nuovo e sempre emozionale, mai astratto e sempre direttamente esperibile.
She’s Analog:
Stefano Calderano: guitar + fx
Luca Sguera: rhodes, bass synth + fx
Giovanni Iacovella: drums

💡 A distanza di poco più di una settimana dall’uscita dal cinema Orchidea, abbiamo deciso di occupare un nuovo spazio in centro a Milano: l’ex Magazzino del Verde Pubblico, in viale Vittorio Veneto di fronte al civico 24, di proprietà comunale.
La storia dello spazio è misteriosa ed incerta, ma sappiamo che fu costruito intorno al 1789 all’interno di un progetto più ampio di embellissement della zona di Porta Orientale (ora porta Venezia) dell’architetto Giuseppe Piermarini e che serviva come magazzino per la manutenzione delle aiuole, dei boschetti e delle siepi che decoravano i Bastioni, una volta venuta meno la loro funzione militare. Sopravvissuto al piano Beruto, che nel 1884 cominciò lo spianamento dei Bastioni milanesi, e al fascismo, che terminò quest’opera folle nel 1931, le ultime notizie sull’utilizzo dello spazio risalgono alla Fiera Campionaria del 1920, organizzata dal sindaco Caldara proprio sui Bastioni. Nel 2016 il magazzino è stato oggetto di un progetto di recupero teorico del dipartimento di Design degli Interni del Politecnico, al quale purtroppo non ne è seguito uno pratico. E’ stato riaperto al pubblico per pochi giorni ad aprile 2017, in occasione di Porta Venezia In Design.
Il collettivo LUMe continua quindi la sua opera di denuncia relativa all’abbandono degli spazi storici privati e pubblici, iniziata tre anni fa con l’occupazione e il recupero dello stabile bramantino di Vicolo Santa Caterina ⅗, proseguita con il Cinema Orchidea e giunta ora ad una nuova sfida.
Vogliamo rendere lo spazio una casa per le arti e per la cultura, portando avanti il nostro modello di gestione orizzontale ed inclusivo, al fine di ridare alla cittadinanza un luogo sopravvissuto all’incontrastabile trasformazione di Milano negli ultimi due secoli e mezzo e che ha tutte le potenzialità per diventare un punto cardine per il quartiere, ma anche per la comunità studentesca che ha frequentato LUMe in questi anni.

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