Piazza Fontana – Corteo per non dimenticare la strage di Stato – 12 dicembre @ piazza San Babila
12 DICEMBRE DALLA STRATEGIA DELLA TENSIONE AL DECRETO SICUREZZA, IN PIAZZA CONTRO LA CINICA STRUMENTALIZZAZIONE DELLA PAURA.
La Milano Antifascista anche quest’anno intende ricordare la strage di Piazza Fontana che ha segnato l’inizio della strategia della tensione e che ha sconvolto l’Italia per decenni.
Dopo molti anni di false piste, informazioni nascoste e archivi segreti, la verità è venuta a galla, indicando nel gruppo neofascista di Ordine Nuovo gli esecutori dell’attentato e nei servizi segreti i fiancheggiatori; fu così che si scateno una depistante caccia all’anarchico. Il ferroviere Giuseppe Pinelli, dopo tre giorni di serrati interrogatori, morì precipitando da un ufficio della Questura: la polizia parlò di suicidio ma fu subito chiaro pressoché a tutti che morì buttato giù dalla finestra. In seguito venne arrestato l’anarchico Pietro Valpreda, indicato come esecutore dell’attentato e che scontò una lunga detenzione prima di essere riconosciuto innocente.
Perché è importante oggi, a distanza di 49 anni, ricordare questa data?
Perché oggi come allora la libertà di tutte le persone è pesantemente messa in discussione, a causa di politiche neoliberiste, che hanno aumentato le diseguaglianze sociali a livello globale, massacrando la vita di interi popoli, causando esodi epocali di milioni di persone e colpendo anche i cosiddetti paesi ricchi, allargando a dismisura la distanza tra chi ha sempre di più e chi fatica ad arrivare alla fine del mese, aumentando continuamente la fetta di poveri.
Così come quel 12 dicembre del 1969, le forze politiche conservatrici e reazionarie hanno scelto la strada del terrore per fermare l’imponente movimento sociale che rivendicava condizioni di vita, lavoro e studio migliori, oggi si ricorre alla strategia della paura indicando nei più deboli ed emarginati il capro espiratorio di tutti i mali: uno stratagemma per mascherare i veri obiettivi della politica che sono la repressione, l’aumento delle diseguaglianze economiche e sociali, per rendere tutte e tutti più poveri, divisi, ma soprattutto controllabili.
Da una parte il neoliberismo colpisce economicamente le nostre vite, cancella diritti acquisiti e attacca pesantemente il mondo del lavoro, dall’altra costruisce una lettura della storia dove compaiono risposte alla crisi che ripropongono in modo esasperato i modelli identitari del nazionalismo e di quell’ordine securitario tipico delle dittature, rappresentati nel governo gialloverde in modo particolare dal ministro Matteo Salvini. Ciò si traduce nell’individuare nel più debole, che sia italiano o immigrato, l’elemento da escludere e reprimere, quasi che i poveri, e non la povertà, siano una colpa da espellere dal corpo sociale di una comunità sana e ordinata. Una logica che suscita e legittima le azioni razziste messe in atto in varie parti d’Italia dalle formazioni neofasciste e che attacca chi già indebolito da una mancanza totale di welfare e assistenza.
La strage di Piazza Fontana è stato il primo di una serie di gravissimi atti criminali, organizzati da apparati dello stato per gettare nel panico il Paese ma da addebitare ai movimenti ed a chi resisteva ai tentativi di allora di cancellare le lotte sociali e le conquiste di diritti che queste portavano.
Anche questo aspetto, purtroppo, nonostante il passare degli anni rimane immutato, come dimostrano i recentissimi attacchi al modello Riace ed al suo sindaco Mimmo Lucano, le colpevolizzazioni delle varie ONG attive nel salvare vite in mare o ancora dispositivi, come quello di Lodi, che non consentono alle famiglie di migranti ad accedere alle facilitazioni per il servizio mense nella scuola.
Oggi come allora è necessario resistere, disobbedire e lottare contro queste leggi ingiuste che massacrano i diritti e le libertà di tutti, indicando con forza chi è colpevole di stragi, di ammanchi di soldi pubblici e della cattiva gestione del patrimonio collettivo.
Oggi il razzismo e il fascismo sono dichiarati senza vergogna da figure istituzionali, legittimando e incoraggiando azioni che non vengono mai condannate fino in fondo. Ancora una volta gli orrori del passato devono tenerci vigili.
Per queste ragioni invitiamo tutte le realtà organizzate, i movimenti e i cittadini a partecipare alla manifestazione del prossimo 12 dicembre a partire dalle ore 18 a Milano.
Milano Antifascista, Antirazzista, Meticcia e Solidale – Ponte della Ghisolfa
con:
Memoria Antifascista
Collettivo ZAM
CS Cantiere
CSOA Lambretta
Associazione Italia – Cuba circolo di Milano
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre
Milano InMovimento
Partito della Rifondazione Comunista Fed. di Milano
PCI – Federazione di Milano
Redazione di Lotta Continua
Partito Comunista dei Lavoratori
Centro Culturale Concetto Marchesi
Liberi e Uguali
I Sentinelli di Milano
Sinistra Anticapitalista
Milano In Comune Municipio 5
Circolo Legambiente Zanna Bianca
Possibile Milano
Rete della Conoscenza Milano
Fronte Popolare
Brianza Antifascista Antirazzista Antisessista
NAGA Milano
ALPIANDES. ass. Culturale dei cileni a Milano
Coordinamento “staffette podistiche per non dimenticare il 12 dicembre”
Ri-Make
Rimaflow, fabbrica recuperata in autogestione
Rete della Conoscenza Milano
Associazione Arci Ponti di Memoria
Zona 3 per la Costituzione
CS Soy Mendel
Comitato Abitanti
Polo laico e democratico Martesana Milano
Federazione Anarchica – Milano
Osservatorio Solidarietà-Carta di Milano
Adif – Associazione Diritti e Frontiere
Partito della RIfondazione Comunista-Sinistra Europea
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