Aggiornamenti sulla situazione in Siria
Nelle ultime settimane il conflitto siriano è continuato senza risparmiare colpi di scena ed eventi imprevedibili, sul piano interno ed internazionale.
La città di Aleppo è stata il teatro della feroce battaglia dei ribelli dell’Esercito Libero Siriano, barricati nel quartiere di Salaheddine e ritiratisi nelle ultime ore, non si capisce se perchè stremati dai bombardamenti del regime, o in vista di un contrattacco strategico.
Al Jazeera, presente nel paese con numerosi inviati, ha mostrato le immagini del quartiere di Salaheddine completamente polverizzato dai bombardamenti che lo hanno costantemente colpito negli ultimi giorni (http://www.youtube.com/watch?v=-jcXtYqJIkE&feature=player_embedded).
Durante la settimana, inoltre, sono trapelate numerose notizie (spesso dalla stessa Al Jazeera), smentite subito dopo, o accusate di essere false: l’abbattimento di un jet russo, le defezioni due importanti membri del governo di Assad (passati dalla parte dei ribelli), il controllo di parte della città di Aleppo da parte dei ribelli.
Non si può negare che il potente canale televisivo del Qatar venga continuamente accusato di diffusione di false notizie, che darebbero la vittoria dei ribelli e la caduta di Assad ormai certa, quando, in realtà, le sorti della Siria non siano ancora determinate. E’ anche innegabile però, che vi siano oggettivi segnali dell’avanzata dei ribelli dal punto di vista politico e militare: pur restando più deboli dal punto di vista degli armamenti, essi contano ormai sull’appoggio non solo di molte potenze internazionali, ma anche di alcuni ex militari o ex membri del governo di Assad, passati dalla loro parte.
Dal punto di vista internazionale, le ultime ore hanno visto un aumento della presenza iraniana , fino ad ora piuttosto silenziosa (anche se politicamente forte), che sta tentando un’ultima mediazione diplomatica: l’Iran si è attivato dopo il rapimento, da parte dei ribelli, di 48 suoi cittadini catturati in territorio damasceno, e accusati, ovviamente, di essere combattenti in supporto di Assad. La versione ufficiale diffusa dai media e dai regimi iraniano e siriano è stata quella, poco realistica, di un gruppo di religiosi in pellegrinaggio a Damasco.
Anche le Nazioni Unite, dopo la defezione di Kofi Annan (ex incaricato della risoluzione della crisi e rinunciatario), stanno effettuando un ennesimo tentativo, quello di una risoluzione non vincolante che chiede genericamente una “transizione” politica: in sostanza, si chiede gentilmente ad Assad di lasciare il potere, cosa che si prefigura come alquanto improbabile.
Al Consiglio di Sicurezza, inoltre, il rappresentante della Siria ha ribadito la versione governativa del conflitto in corso: un tentativo di ripristinare l’ordine nei confronti di un manipolo di terroristi che minaccia la stabilità della regione e la sicurezza della sua popolazione.
Insieme all’Iran, anche la Russia continua il suo supporto attivo nei confronti del regime siriano: Al Jazeera ha documentato più volte i voli di aerei russi carichi di armi di rifornimento per il governo.
E’ innegabile, tuttavia, la difficoltà di trovare testimonianze o notizie, presso i mezzi di informazione, sul supporto ai ribelli fornito delle potenze sunnite (Qatar, Bahrein, Arabia Saudita) e occidentali: per questo il conflitto siriano è, e rimane, molto difficile da capire, perché non esiste tuttora informazione oggettiva.
Al Jazeera sta facendo un lavoro encomiabile dal punto di vista dell’aggiornamento e della testimonianza diretta (è forse l’unico canale che riesce ad avere inviati nei luoghi degli scontri, e la possibilità di parlare direttamente con i combattenti), ma non è possibile negare la sua mancanza di oggettività (pro Esercito Libero Siriano) e l’omissione, o a volte, il risalto di alcune informazioni, per fornire un’immagine “di parte” del conflitto in corso.
Infine, la situazione umanitaria è in continuo peggioramento: la Croce Rossa Internazionale (ICRC) è riuscita ad entrare ieri ad Aleppo dove la popolazione era intrappolata da giorni sotto il fuoco incrociato e senza viveri né medicine, situazione analoga a molte altre località della Siria. Nessuna organizzazione internazionale umanitaria riesce a inviare operatori per motivi di sicurezza, e le difficoltà nell’invio di materiali e di reperimento di personale locale per distribuirlo sono inimmaginabili.
In Siria scarseggia ormai da settimane la benzina, il cibo, i medicinali, ma anche l’acqua potabile.
Di fatto la situazione è talmente grave, da rendere impossibile anche il più basico aiuto di emergenza per i civili: è una catastrofe umanitaria di dimensioni impressionanti.
Le Nazioni Unite stimano a più di un milione i siriani fuggiti dal Paese (e rifugiatisi nei confinanti Giordania, Libano, Turchia e Iraq): in Italia sono già arrivati, via mare, dalla Turchia, due barche con circa 200 siriani richiedenti asilo politico, che si trovano in Calabria in attesa di avvio delle pratiche.
Per approfondire e rimanere aggiornati:
http://blogs.aljazeera.com/liveblog/topic/syria-153
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_TopStories?news=0&CategoryID=329&Loid=200
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conflitti Medio Oriente politica internazionale siria