Il cuore del Celtic batte per i compagni in Italia

I tifosi del Celtic e attivisti repubblicani dell’Irlanda del Nord hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere collettivi e gruppi in Italia impegnati nelle azioni di solidarietà durante l’emergenza Covid.

L’idea dietro all’iniziativa «Dai ribelli alle brigate volontarie – Solidarietà internazionale» era mostrare la nostra solidarietà ai compagni italiani che hanno aiutato a realizzare le trasferte dei tifosi del Celtic negli scorsi anni.

Per tutta la sua storia l’Irlanda e i repubblicani irlandesi hanno ricevuto solidarietà da tutto il mondo. Le tracce risalgono addirittura al 1847 quando i nativi americani avevano donato 170 pound ai repubblicani d’Irlanda. Sicuramente quei nativi avevano compiuto questo gesto perché avevano una grande empatia con la situazioni irlandese avendo subito una sofferenza simile durante il “sentiero delle lacrime” qualche decina di anni prima.

Durante il loro periodo più duro, perfino i bambini di un orfanotrofio dei poveri a New York avevano donato $2 a testa per aiutare l’Irlanda durante la carestia. E anche nel 1981, durante lo sciopero della fame dei prigionieri dell’IRA e dell’INLA nella prigione di Long Kesh c’erano marce di solidarietà in tutto il mondo. Ogni anno alla marcia commemorativa della “Bloody sunday” e alle cerimonie commemorative della rivolta di Pasqua hanno partecipato delegazioni di compagni italiani e baschi.

Il minimo che potevamo fare era mostrare la nostra solidarietà ai compagni italiani durante questi tempi senza precedenti. Due settimane fa ho parlato con i musicisti che hanno suonato ai nostri concerti nelle trasferte del Celtic in tutta Europa e ne è nato un CD volto a finanziare i banchi alimentari. Senza esitazione, tutti gli artisti coinvolti hanno concesso di usare le canzoni e in 5 giorni il CD è andato a ruba raccogliendo duemila sterline per i banchi alimentari di Glasgow, Edimburgo, Derry e Dublino. Una ristampa di questo cd è in corso.

Abbiamo quindi guardato la situazione in Italia e abbiamo deciso di organizzare un evento di solidarietà. In quattro giorni abbiamo raccolto quattromila euro grazie al concerto online. Siamo davvero entusiasti della risposta in termini di donazioni e mini aste online. Tutti i gruppi musicali e musicisti coinvolti hanno suonato in Italia nei nostri concerti a Milano e Roma, oppure durante il tour di lancio del mio libro “Bomber renegade” edito da Milieu edizioni e scritto insieme a Federico De Ambrosis e Niccolò Garufi.

Le trasferte del Celtic, i “Celtic away days”, sono nati per i fan del Celtic che si muovevano in Europa al seguito della squadra. Il nostro primo concerto è stato nel 2007, l’anno dopo la mia scarcerazione, al Leoncavallo di Milano e il nostro ultimo concerto è stato qualche mese fa all’Intifada di Roma, di solito raccogliamo circa mille tifosi a concerto.

Personalmente, ho avuto l’onore di parlare dal palco di “Partigiani in ogni quartiere” alla Festa Della Liberazione di Milano nel 2009 e ho anche avuto l’onore di parlare ad una delle commemorazioni di Dax. Abbiamo una solida amicizia con i compagni di Milano, Roma, Napoli, Livorno e Bergamo – compagni meravigliosi che si sono sempre presi cura di noi.

Questo era il nostro piccolo modo di dire grazie. Vorrei ringraziare Alan Quinn, gli Shebeen, Kiearan Davenport, Conor Kelly, i Glasnevin, The Irish brigade, The Wakes, Quadrofenians, Gerard Glackin e tutti i tifosi del Celtic che hanno reso tutto ciò possibile.

Michael Dixie Dickson*

da il Manifesto del 14 aprile 2020

Traduzione dall’originale di Federico De Ambrosis

* Michael “Dixie” Dickson è stato un militare di Sua Maestà nelle Falkland appena riconquistate dagli inglesi. Lasciato l’esercito a ventiquattro anni e dopo una breve parentesi a Londra si trasferisce a Glasgow dove, frequentando la tifoseria del Celtic inizia ad avvicinarsi alla lotta per l’Irlanda unita. Coinvolto nelle marchin’ band repubblicane (suonava la gran cassa) tocca con mano le lacerazioni e gli odi settari che attraversavano l’Irlanda del Nord.
Un crescendo di rabbia e consapevolezza lo spinge ad arruolarsi nell’IRA negli ultimi anni del conflitto, quando ormai il processo di pace era alle porte. Nel 1996 partecipa ad un attentato in Germania ed è costretto alla latitanza. Ottiene poi la cittadinanza irlandese che sfrutta per seguire le partite del suo amato Celtic.
Arrestato a Praga nel 2002 sconta tre anni e tre mesi di carcere tra Repubblica Ceca e Germania, non facendosi mancare una breve evasione.
Liberato a Marzo 2006 è l’ultimo prigioniero repubblicano a uscire dal carcere per fatti direttamente connessi ai troubles.

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