Il cuore del Celtic batte per i compagni in Italia
I tifosi del Celtic e attivisti repubblicani dell’Irlanda del Nord hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere collettivi e gruppi in Italia impegnati nelle azioni di solidarietà durante l’emergenza Covid.
L’idea dietro all’iniziativa «Dai ribelli alle brigate volontarie – Solidarietà internazionale» era mostrare la nostra solidarietà ai compagni italiani che hanno aiutato a realizzare le trasferte dei tifosi del Celtic negli scorsi anni.
Durante il loro periodo più duro, perfino i bambini di un orfanotrofio dei poveri a New York avevano donato $2 a testa per aiutare l’Irlanda durante la carestia. E anche nel 1981, durante lo sciopero della fame dei prigionieri dell’IRA e dell’INLA nella prigione di Long Kesh c’erano marce di solidarietà in tutto il mondo. Ogni anno alla marcia commemorativa della “Bloody sunday” e alle cerimonie commemorative della rivolta di Pasqua hanno partecipato delegazioni di compagni italiani e baschi.
Abbiamo quindi guardato la situazione in Italia e abbiamo deciso di organizzare un evento di solidarietà. In quattro giorni abbiamo raccolto quattromila euro grazie al concerto online. Siamo davvero entusiasti della risposta in termini di donazioni e mini aste online. Tutti i gruppi musicali e musicisti coinvolti hanno suonato in Italia nei nostri concerti a Milano e Roma, oppure durante il tour di lancio del mio libro “Bomber renegade” edito da Milieu edizioni e scritto insieme a Federico De Ambrosis e Niccolò Garufi.
Personalmente, ho avuto l’onore di parlare dal palco di “Partigiani in ogni quartiere” alla Festa Della Liberazione di Milano nel 2009 e ho anche avuto l’onore di parlare ad una delle commemorazioni di Dax. Abbiamo una solida amicizia con i compagni di Milano, Roma, Napoli, Livorno e Bergamo – compagni meravigliosi che si sono sempre presi cura di noi.
Questo era il nostro piccolo modo di dire grazie. Vorrei ringraziare Alan Quinn, gli Shebeen, Kiearan Davenport, Conor Kelly, i Glasnevin, The Irish brigade, The Wakes, Quadrofenians, Gerard Glackin e tutti i tifosi del Celtic che hanno reso tutto ciò possibile.
Michael Dixie Dickson*
da il Manifesto del 14 aprile 2020
Traduzione dall’originale di Federico De Ambrosis
* Michael “Dixie” Dickson è stato un militare di Sua Maestà nelle Falkland appena riconquistate dagli inglesi. Lasciato l’esercito a ventiquattro anni e dopo una breve parentesi a Londra si trasferisce a Glasgow dove, frequentando la tifoseria del Celtic inizia ad avvicinarsi alla lotta per l’Irlanda unita. Coinvolto nelle marchin’ band repubblicane (suonava la gran cassa) tocca con mano le lacerazioni e gli odi settari che attraversavano l’Irlanda del Nord.
Un crescendo di rabbia e consapevolezza lo spinge ad arruolarsi nell’IRA negli ultimi anni del conflitto, quando ormai il processo di pace era alle porte. Nel 1996 partecipa ad un attentato in Germania ed è costretto alla latitanza. Ottiene poi la cittadinanza irlandese che sfrutta per seguire le partite del suo amato Celtic.
Arrestato a Praga nel 2002 sconta tre anni e tre mesi di carcere tra Repubblica Ceca e Germania, non facendosi mancare una breve evasione.
Liberato a Marzo 2006 è l’ultimo prigioniero repubblicano a uscire dal carcere per fatti direttamente connessi ai troubles.
Tag:
brigate volontarie celtic glasgow coronavirus covid19 emergenza IRA irlanda del nord repubblicani solidarietà internazionale tifoseria