Il Libano nella trappola siriana

Da mesi anche nel vicino Libano rimbomba

http://temi.repubblica.it/limes/libano-siria-il-confine-che-non-ce/2577

forte l’eco della tragica crisi siriana.

La Siria ha sempre avuto una grossa influenza sul Paese dei Cedri: ex occupante (per 29 anni le truppe siriane hanno occupato territori), attore delle contese sulle delicate zone delle fattorie di Shebaaa, e, infine, strettamente relazionata con Hezbollah, il partito sciita che, di fatto, controlla parte del paese come un secondo governo (il Sud e parte del Nord Est). L’influenza siriana non é mai finita sul piccolo paese del mediterraneo, già dilaniato dall’infinito conflitto con Israele e scosso da problemi interni e di equilibri con i tanti profughi palestinesi che lo abitano.

Il Libano, cosi come la Siria, é un paese multi religioso: per questo gli echi settari del conflitto dell’ingombrante vicino possono avere effetti devastanti su comunità che già, convivono a fatica, coordinati da un debole governo e soprattutto da un fragile sistema parlamentare basato proprio sulla rappresentanza religiosa.

La città di Tripoli, la più vicina ai territori sul confine siro-libanese, è già stata negli scorsi mesi teatro  di sporadici scontri a fuoco tra sostenitori del regime siriano di Al Assad e oppositori dello stesso. L’altroeri notte pero’ spari e raffiche hanno sconvolto la notte di Beirut, la capitale, in seguito all’uccisione di due leader sunniti da parte dell’esercito libanese e il conseguente scoppio di scontri tra oppositori del governo Libanese, pro sunnita,  e sostenitori di Assad (legati ad Hezbollah).

Come se non bastasse inoltre, la tensione é ulteriormente aumentata ieri, dopo il rapimento in Siria di 13 pellegrini sciiti libanesi nei pressi di Aleppo, che ha causato incidenti e blocchi stradali a sud di Beirut dopo l’arrivo della notizia.  Le famiglie dei rapiti accusano l’Esercito libero siriano formato da ribelli anti-Assad.

E’ importante sapere che sul piatto dei fragilissimi equilibri libanesi c’é la ricerca dei colpevoli dell’assassinio dell’ex premier sunnita Rafik Hariri, avvenuto nel 2005 per mano di un’autobomba, e i cui sospettati sono da anni, Hezbollah e la Siria: tuttavia, i lavori del tribunale internazionale incaricato di sbrogliare il bindolo di una complicatissima e delicata matassa processuale sono stati più volte bloccati e frenati da non ben precisate “pressioni”, ufficiosamente addebitate allo stesso governo siriano di Assad e al suo “braccio” libanese armato, Hezbollah.

Dopo questi avvenimenti, i già precari rapporti tra le sette libanesi sono stati gravemente compromessi: vivendo in Libano e parlando con la gente si ha la netta percezione di una “brace” apparentemente spenta, ma pronta ad ardere ancora al primo soffio di vento.

Il conflitto siriano avrà conseguenze sui paesi limitrofi, Libano in primis: se la comunità internazionale non si deciderà ad intervenire saranno ancora tante, tantissime le perdite e le atrocità in fatto di vite e di diritti umani.

 

Per approfondire:

http://nena-news.globalist.it/?p=19545

http://www.sirialibano.com/

http://www.naharnet.com/

 

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