Una terribile bellezza è nata – Easter Rising 1916-2016
“Erano pochi quelli che cento anni fa nelle strade qui intorno si univano, nella notte, alla rivolta di Pasqua, erano pochi quelli che nell’estate dell’81 hanno fatto la scelta estrema dello sciopero della fame, ma senza la connessione tra queste due cose e senza quel sacrificio noi non saremmo qui”.
La traduzione è un po’ libera, ma il riferimento è sicuramente preciso: il discorso di Gerry Adams alla fine del congresso del Sinn Féin a Dublino. Ci siamo arrivati alla fine di un viaggio in Irlanda, tra Belfast e Dublino, per partecipare alle celebrazioni della Easter Rising del 1916, noi di MilanoinMovimento con le compagne e i compagni del Lambretta di Milano e del centro sociale La Strada di Roma.
L’occasione è il centesimo anniversario della Rivolta di Pasqua, quando le milizie popolari guidate da Pédraig Pearse e James Connolly occuparono il GPO, General Post Office, nel tentativo di provocare una rivolta contro l’impero britannico. L’esito è noto: Connolly, Pearse insieme agli altri leader dell’insurrezione furono fucilati. Nonostante il fallimento, questo episodio ha cambiato la storia d’Irlanda innescando un processo che di lì a pochi anni porterà alla fondazione della repubblica su 26 contee dell’isola. L’esclusione dagli accordi delle 6 contee del nord, che fanno parte dell’Ulster, condizionerà il prosieguo della lotta di liberazione dal giogo coloniale inglese per tutto il XX secolo.
Il Sinn Féin è l’erede di questa lunga storia di lotta. Per capirlo basta guardare la lista dei cinque candidati alle prossime elezioni per il parlamento di Stormont nel collegio di West Belfast: sono tutti ex prigioniere e prigionieri politici, tra i quali Pat Sheehan, uno degli hungerstriker dell’81, sopravvissuto dopo 55 giorni senza cibo. O a North Belfast, per esempio, in lista figura Gerry Kelly che guidò la storica evasione dal carcere di Long Kesh nel 1983.
Ma anche nel sud, nella repubblica d’Irlanda, il Sinn Féin è riuscito a aumentare il proprio sostegno dimostrando di essere una reale alternativa di sinistra, socialista e progressita, all’austerity.
Perfino la rete televisiva nazionale ha trasmesso in diretta il discorso di Gerry Adams, considerato fino a pochi anni fa un terrorista.
Questo la dice lunga sulla capacità di una leadership di traghettare attraverso un processo di pace un’intera comunità, vittima di apartheid e violente discriminazioni nelle sei contee sotto occupazione, dalla lotta armata fino al governo delle sei contee stesse condiviso con i “nemici” unionisti. Ovviamente non è un tragitto lastricato d’oro e gli echi della lunga guerra risuonano ancora, le difficoltà di un processo di pace non ancora pienamente concluso sono tutte lì. Eppure.
Eppure la forza di questo partito risiede esattamente nel radicamento all’interno delle proprie comunità, nella connessione con le radici della propria storia, nella memoria del proprio contributo di sangue, nel ricordo dei martiri, nel coraggio di guardare avanti mantenendo coesione e radicalità. La forza di un consenso guadagnato sul campo.
Gerry Adams ha concluso il discorso con l’ennesimo riferimento a Bobby Sands, all’indole indomita, alla certezza di un futuro migliore..”finché vedremo sorgere la luna”.
Non è facile tirare le somme di un viaggio politicamente intenso e stimolante. C’è tanto respiro politico nelle narrazioni emotive ma disincantate della lotta irlandese. Non capita tutti i giorni di incrociare uomini del valore di Arnaldo Otegi, carismatico leader indipendentista basco, o “Bik” McFarlane. Assieme c’è la misura tutta umana, semplice e, si, proletaria, di alcuni convinti compagni militanti. È stato bello. Siamo stati bene tra compagne e compagni, qualche attimo ci siamo emozionati, i più pirla hanno pure dovuto far finta di non piangere, ma sopratutto ce ne torniamo non solo con delle relazioni politiche più forti, ma anche con un pezzetto di mondo che sentiamo più nostro, che ci ha riempito le teste e i cuori con le storie di chi ha camminato con noi questi giorni. Gli sguardi rivolti verso un’alba come quelle che si vedono in questo orizzonte quasi polare, freddo e ventoso.
From Belfast/Dublin Here we go again
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