Aler: facciamo davvero piazza pulita

indexEnnesimo scandalo all’Aler.

Nella breve storia di questo sito è capitato davvero svariate volte di incorrere in qualche brutto fattaccio ad opera della municipalizzata della Regione.

Ci si scandalizzava giustamente per la miriade di case sfitte a Milano a fronte dell’interminabile lista delle famiglie e dei singoli che attendono da avere un tetto sopra la testa.

In realtà, ci si trova oggi di fronte ad un panorama che peggiore non si poteva prospettare: turbative d’asta, corruzione, speculazione su immobili di proprietà pubblica, collusione diretta con l’ndrangheta, compravendita di voti legata alle mafie …

Si prova e si provava amarezza per gli sgomberi immotivati di famiglie dalla loro case, per lo sgombero dello Spazio pubblico Lambretta, bene del quartiere svuotato a forza su richiesta del sempre colluso con la ndrangheta Zambetti, per l’atteggiamento mai trasparente e sempre di malafede, e oggi si viene di nuovo a sapere che Aler non solo collude, ma assume direttamente i condannati per associazione mafiosa, come Orazio Di Chiano.

E’ superfluo analizzare le ragione del perché un’azione simile lasci sgomenti.

Non è superfluo però ribadire che per anni Aler è stato lo specchio di una  giunta che si è letteralmente  divertita alle spalle di tutte e tutti e sulle sofferenze di chi cerca in ogni modo una maniera per ripartire in questa società accoltellata dalla crisi, ossia la casa.

Aler ha trasformato il diritto alla casa in un privilegio. Aler ha ridicolizzato la partecipazione della cittadinanza sgomberando spazi sociali e di cultura come il Lambretta. Aler  ha dato il posto ad associazioni neofasciste come Lealtà e Azione, dietro il cui nome si nascondono le teste rasate. Aler si è macchiata delle lacrime di tutti colori sbattuti fuori da appartamenti destinati a rimanere vuoti.

La capogruppo Carmela Rozza alza la voce e dichiara pizza pulita.

Badate bene che la piazza pulita non si fa solo cambiando nomi e disposizioni.

La piazza pulita la vuole anche la gente comune, ma dev’essere pulita dal vento del cambiamento che per ora ha soffiato timidamente sulla questione casa e sgomberi.

Fare piazza pulita significa eliminare la logica dello sgombero e ridare dignità al diritto alla casa, riconoscere il valore dell’autogestione che ha portato numerosi posti ad essere centri veri e propri di cultura e socialità, indire bandi di assegnazione che siano compatibili con le risorse di chi opera nel territorio e non solo all’altezza di chi si può permettere grandi spese…

Insomma, facciamo davvero piazza pulita.

 

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