Appunti di Governance cittadina ovvero della calata dei peggio nazisti a Milano

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Sabato mattina Milano si è svegliata scoprendo che un raduno internazionale di naziskin si sarebbe svolto in un suo quartiere.
1000-1500-2000? Non si sa bene quanti erano nè da quali paesi europei, e non solo, nè in quanti siano arrivati, ma sono arrivati.

Il teatrino della politica istituzionale si è rimbalzata responsabilità, Questura, Prefettura e Comune, nessuno poteva fare nulla, nessuno poteva fermare nulla, nessuno sapeva o se sapeva è stato in silenzio, non c’è stata comunicazione e se c’è stata questa non si sa come si sia svolta.

Il risultato è tanta indignazione, qualche articolo sui giornali, qualche dichiarazione pubblica e nulla di più.

Può finire così quant’accaduto?
E’ impossibile determinare responsabilità?

Mettiamola così: la Giunta Pisapia non si è certo distinta in questi 2 anni di mandato per il suo forte impegno sulla questione antifascismo.
Silenzio sull’accoltellamento di un ragazzo a Dicembre in Stazione Centrale, nessuna presa di posizione sulla presenza di sedi politiche in città (anche su quelle in spazio pubblici, come era la sede di Lealtà e Azione in viale Brianza), nessuna dichiarazione su loro iniziative.
Se il vento fosse cambiato, sarebbe cambiato anche il clima che permette a gruppi della destra radicale di muoversi in città e organizzare iniziativa politica.
I troppi silenzi di chi governa questa città attraversano e determinano anche questo.

Pisapia ha dichiarato che se il raduno è potuto avvenire è colpa della Questura e della Prefettura.
Se Questura e Prefettura hanno ignorato la voce del sindaco è cosa grave, ancora più grave sarebbe se Questore e Prefetto non abbiano nemmeno pensato di avvisare il Sindaco.

Se accade che in una città vengono sgomberati centri sociali a ritmo mensile, la Questura può organizzare uno sgombero violentissimo di un rave party, la stessa Questura su chiamata del Rettore interviene dopo 40 anni in università caricando e manganellando studenti, se capita che si svolga un raduno internazionale dell’estrema destra e si svolgano tornei di calcetto contro l’omofobia (organizzati dagli stessi gruppi politici che organizzano il raduno nero) patrocinati dalla Provincia e se nella stessa città tutto questo avviene con il silenzio di chi la governa e il quasi totale distacco e disinteresse (o megli…chi si incazza resta confinato nell’oasi di Facebook) della popolazione bisogna porsi delle domande.

La governance della città dovrebbe essere di chi l’amministra e di chi la governa.

In questo momento è d’obbligo usare “dovrebbe” perchè sembra sempre più chiaro che chi governa la città ha fatto del silenzio la modalità principe di risposta a quello che accade.
Questi silenzi determinano un clima che permette alla destra radicale di muoversi con la stesse modalità della giunta Moratti-De Corato e al Questore di non gestire semplicemente l’ordine pubblico ma di fare anche politica.

Che ognuno si prenda le sue responsabilità, Comune in primis, ma anche chi fa politica fuori, dentro, oltre o contro le istituzioni, non solo per quel che riguarda la destra radicale ma in generale il disegno di questa città, perchè chi la disegna non sempre è chi ha la responsabilità di farlo e quindi ci sono spazi aperti da leggere, capire e attraversare.

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