Carnevale sta arrivando. Lunga vita alle periferie! Lunga vita alle feste popolari!

CARNEVALE STA ARRIVANDO
Lunga vita alle periferie
Lunga vita alle feste popolari

Il Carnevale, sin dai suoi albori, è stata una festa del popolo. Una festa sovversiva. Una festa profana, di ribaltamento, di immaginazione e di creazione .
Se nell’antica Roma durante le festività dei Saturnalia erano gli schiavi e le schiave ad essere protagoniste della giornata, unica nella quale potevano essere liberi e libere, nel Medioevo e nel Rinascimento è diventato il momento del popolino, che si prendevano gioco dei padroni e ricconi della città. Infatti attraverso molte epoche storiche, le strade erano invase di maschere che rappresentavano un ribaltamento o allentamento delle gerarchie sociali, economiche e soprattutto di potere. Erano giorni in cui i potenti venivano offesi ripetutamente, cosa che era normale e accettata. Quei momenti erano una riappropriazione collettiva di spazio e gioia, accompagnata da un attacco, anche se temporaneo o spesso solo simbolico, all’ordine costituito.
Adesso, il Carnevale è una delle pochissime feste che resiste nell’immaginario popolare alla mercificazione. Non è un momento per comprare regali, come Natale o San Valentino, e nemmeno un momento religioso, come la Pasqua. È un periodo in cui ogni città ha le sue tradizioni, ogni persona, dalla più giovane alla più anziana, si permette delle giornate di spensieratezza, uscendo dalle logiche e dagli stereotipi sociali e di genere.

In questi mesi abbiamo molto riflettuto sulle feste popolari e sul potere della loro riappropriazione, non come momento, appunto, di spinta dei consumi, ma come situazione di festa, di rivendicazione, di presa dello spazio cittadino, sempre più per pochi e poche privilegiate. Questo discorso è ancora più evidente a Milano: una città dalla storia fortemente sovversiva e insurrezionale, anche nella memoria collettiva, come ci ricordano le 5 Giornate o la Resistenza; una città in cui ogni quartiere ha una sua identità precisa, ma che sta man mano perdendo poiché è diventata negli ultimi decenni la Milano della moda, del fuorisalone, la città vetrina di Expo e delle Olimpiadi 2026, troppo costosa per i suoi abitanti, che vive un processo di gentrificazione costante.
Motivo per cui lottare e resistere al capitalismo, al razzismo, al sessismo nella nostra città passa anche attraverso una festa popolare, per sua natura sovversiva e rivoluzionaria come il Carnevale, che si prende le strade con colore e gioia, diversamente dal grigio e dal trasparente dei grattacieli di una Milano che non ci rappresenta.

Il nostro lavoro di creazione ed immaginazione, insieme ad artist* con Infinite, Joe01, Korvo, Militanza Grafica, ci ha portato a rileggere i personaggi della Commedia dell’Arte in chiave attuale, rispetto alle lotte e i bisogni che caratterizzano la nostra epoca.
Meneghino, che rappresenta il milanese per eccellenza, rappresenta i Casciavìt, gli operai e le operaie delle fabbriche cittadine, rappresenta i partigiani e le partigiane che hanno liberato e costruito la città che viviamo oggi, rappresenta tuttə quei milanesə che si riconoscono nei valori storici e fondanti di questa città, nel suo spirito insurrezionale e solidale. La maschera di Meneghino la indossa chiunque voglia insorgere contro l’opprimente e escludente metropoli che è diventata questa città. Da oggi Meneghino è uno di noi: un antifa’.
Pulcinella rappresenta tutti quegli immigrati lavorativi che sono costretti a subire stereotipi e stigmatizzazioni, gli abitanti delle popolari, abbandonati a loro stessi in quartieri dormitorio, circondati da lugubri colossi grigio cemento, che un bel giorno occupa una casa per lui e tuttə coloro che ne hanno bisogno. Rosaura, figlia obbediente di Pantalone, è Acabina, compagnə non binary e transfemminista che, insieme a Cecca, molto più della servetta e moglie di Meneghino, lotta per affermare il diritto a vivere, vivere bene e vivere meglio di tutte le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere e negli stereotipi tossici della cultura patriarcale.

Questə personaggə vivono e lottano con noi, sono portavoci delle rivendicazioni di questo percorso politico, che culminerà, per quest’anno, il 17 e il 18 febbraio, ossia: una vita dignitosa per tuttə, il diritto alla casa, il crollo della società patriarcale, uno stipendio non da fame, una città vivibile e non su misura per le multinazionali.

L’invito che lanciamo e su cui ci attiviamo è quello di convergere sulla data del Carnevale per ridarle i suoi significati tradizionali e renderla nuovamente nostra. Ridarle la sua natura gioiosa ma soprattutto insurrezionale. Ridarle un immaginario che ponga al centro chi è emarginato nella vita di tutti i giorni, e far sì che la tradizione diventi, nuovamente, antisistemica.

Sabato 17 dalle 16 parteciperemo alla parata di quartiere, organizzata da associazioni di Milano Sud, in particolare tra Stadera, Gratosoglio e Chiesa Rossa, che confluirà nel parco di Chiesa Rossa per ospitare un momento di giochi, teatro, musica e socialità con famiglie, bambinə e abitanti della nostra zona e non solo.
Domenica 18 dalle 17 partiremo da Piazza Abbiategrasso con una passeggiata antifascista nel quartiere, che andrà ad attraversare le strade con le rivendicazioni, l’immaginario e lo spirito appena esposto.
Non prendete impegni per carnevale, ne vedrete delle belle.

“Sta nei sogni dei teppisti, e nei giochi dei bambini”

Collettivo Zam

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