Ciao a tutti, mi chiamo Annamaria

1385025_356061804531326_2076302990_nL’occupazione della Torre Galfa da parte di Macao avvenne nel Maggio 2012.

Nel giro di pochissimi giorni, a fronte di una partecipazione ed una vitalità incredibili (migliaia di persone che attraversavano lo spazio ogni giorno) la Questura di Milano mise in campo lo sgombero del posto.

Ad un anno e mezzo dai fatti la Torre Galfa sta ancora lì a marcire abbandonata.

Non si capisce dunque quale fretta ci fosse per lo sgombero…

O meglio, si capisce benissimo.

La Torre Galfa era proprietà di una celebre famiglia di pescecani del mattone ora in disgrazia, i Ligresti.

E l’allora Ministro degli Interni Cancellieri vantava una storica amicizia con tale famiglia (tanto che il figlio Piergiorgio Peluso lavorò per i Ligresti con una buonauscita milionaria).

Amicizia, quella tra l’attuale Ministro della Giustizia ed i costruttori siciliani emersa anche in questi giorni per le telefonate intercorse tra la Cancellieri e la famiglia di palazzinari e speculatori perché il ministro si interessasse alle gravi condizioni di salute di Giulia Ligresti, detenuta per un’inchiesta della Procura di Torino sulla Fonsai e messa ai domiciliari dopo alcuni giorni.

Ma la cosa che lascia l’amaro in bocca non è (a differenza di quello che la maggioranza dell’opinione pubblica giustizialista pensa) che il ministro si sia interessato alle condizioni di salute di una carcerata (suo dovere d’ufficio, tra l’altro), ma che le galere italiane sono piene di persone il cui stato di salute è drammatico ed alle quali nessuno si interessa. Come al solito, in Italia, ci sono detenuti di serie A e detenuti di serie Z. I soliti mille pesi e mille misure.

Già ottenere una visita nelle infermerie delle carceri italiane è un’impresa.

Le cure più diffuse sono l’aspirina (per tutte le forme di malattia e sofferenza) e massicce dose di psicofarmaci.

A differenza di Giulia Ligresti ci sono decine di malati abbandonati a se stessi (in aggiunta ai tossicodipendenti in crisi d’astinenza).

La guardasigilli con la sua dabbenaggine permette che un tema importante e delicato venga buttato in caciara e polemica politica senza, come al solito in Italia, risolvere nulla.

Come del resto nulla si sta risolvendo sul tema del sovraffollamento carcerario.

La solita Italia insomma, tantissime chiacchiere e pochissimi fatti.

 

 

CIAO A TUTTI, MI CHIAMO ANNAMARIA.

Ho cominciato a bere dopo un periodo difficile, che non reggevo più lo stress; c’è stato un periodo in cui, io ero ministro dell’interno prima e della giustizia poi, in due governi – uno in fila all’altro, e a un certo punto tutti a dire che dovevo dimettermi. Non reggevo quello stress, quella pressione, quella cattiveria, anche se non sono certo una che si lascia sopraffare così… Insomma, io — posso dirvi le cose dal mio punto di vista? Ho fatto alcune cose solo perché volevo bene ad alcune persone… Ad esempio, un giorno ho ricevuto una telefonata da questa cara amica: la figlia del compagno stava in carcere da.. praticamente da quel giorno.. era tanto preoccupata da avermi chiamata subito, cara donna! Insomma, per farla breve, la figlia del compagno era in carcere, ma era anche molto malata. Poi, dopo circa un mese, mi chiama anche lo zio della ragazza, ed io a quel punto, mi rivolgo ad alcuni ufficiali premurandomi che si ponga attenzione allo stato di salute dei carcerati… Ecco, non mi pare di aver fatto nulla di strano, nulla di illegale, anzi… ho solo detto di prestare le giuste attenzioni a chi sta in carcere, come un buon ministro della giustizia deve fare… poi, vabbè, questa ragazza che stava in carcere, ho detto, non era giusto che ci stesse, una vera ingiustizia, per via di alcuni problemi legati al patrimonio finanziario della sua famiglia. L’ho fatto Per motivi umanitaritari. Poi io non vorrei che si pensasse che il fatto che il mio figliolo lavori con quella famiglia lì, c’entri qualcosa, anche se – come si dice Ogni scarrafone è bello a mamma sua. Io in fondo sono una anche una donna — certo, con una vita indegna, sempre a lavorare per i cittadini di questo paese.. ma una volta che sei lì, sei in un posto in cui puoi usare dei canali, fare delle telefonate, insomma… non dico che è giusto o sbagliato, ma la politica è questa cosa qui.. ci sono i cittadini, ma ci sono anche gli affetti, la propria famiglia e le persone vicine da proteggere.. come quando avevano occupato la Torre Galfa, nessuno la usava da anni, 15 mi pare, ma come facevo a lasciarla lì, così, con quel gruppo di persone che la occupava.. mi pare che nel rispetto della legalità fosse giusto che quella Torre tornasse alla sua proprietà, che potessero farci quello che volevano.. Tutto sommato lui non se lo merita, portargli via una cosa così, allora gli ho dato una mano, niente di che, tutto perfettamente dentro le mie competenze e le mie possibilità; uno sgombero, solo che un po’ più veloce degli altri.. e anche se a livello locale, insomma, pareva che si volesse un po’ dialogare con questa massa di cittadini, a me sembrava che sopravvalutassero la cosa: erano solo qualche migliaia, ma insieme forse non facevano nemmeno il reddito annuo della mia famiglia.. certo non quello della famiglia che possedeva la Torre.. allora io non so, vale più la quantità o la qualità? Ma una nazione si misura sul PIL o sul numero di abitanti, che diamine!

 

 

 

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