Contro lo scempio di Piazza Abbiategrasso
Cosa succede in quartiere?
Succede che è il 2002 quando per la prima volta viene presentato dal Comune il progetto per un parcheggio a pagamento in piazza Abbiategrasso….un progetto abnorme, da 5 piani di cui 3 interrati, un progetto con talmente tante falle che viene bocciato più di una volta dalle autorità competenti e cambia totalmente forma, diventando alla fine un parcheggio raso. Il progetto è parimenti discutibile, ma su questo ci ritorniamo in un altro momento.
Facciamo un salto di anni in avanti, e arriviamo al maggio 2018: in piazza Abbiategrasso arrivano le ruspe per iniziare i lavori. Distruggono un corridoio verde lungo 350m, che nonostante non sia sufficiente offre un po’ di riparo e di ossigeno per le case attorno, assediate dal traffico di una strada a 7 corsie. Ma le ruspe non si fermano, e di 130 alberi ne lasceranno forse 20. Dopo pochi giorni, gli abitanti di via dei Missaglia però notano qualcosa in più, qualcosa di cui nessun cartello, nessun progetto e nessuna istituzione ha mai parlato loro: dalla spianata di terra sorge evidente la sagoma di un GROSSO BENZINAIO. 9 pompe di benzina (di cui più della metà di gasolio, quello che si è così impegnati a togliere dalla città), serbatoi per 47m3 di stoccaggio, un senso unico che cambia la viabilità e rende i tre civici adiacenti il centro di un’enorme rotonda. Il tutto in silenzio, senza dirlo a nessuno, contravvenendo a decine di regole fra cui in particolare quella che dice che le sostanze inquinanti (fra cui la benzina, evidentemente) devono stare a 200 metri di distanza dai pozzi d’acqua. Ma di pozzi a meno (parecchio meno, uno è praticamente in corrispondenza) di 200 metri ce n’è ben sei, pozzi dell’acquedotto che confluiscono in piazza e vengono smistati in tutto il quartiere.
Per chi vive nei palazzi (più di 200 nuclei familiari solo in quelli sovrastanti), per chi vive in quartiere e rischia l’inquinamento dell’acqua che esce dal suo rubinetto, per chi non vuole continuare a vedere distrutto il poco verde che è rimasto in nome della speculazione è troppo, e inizia a mobilitarsi:
BASTA CEMENTO
BASTA VELENI
AMA IL TUO QUARTIERE
FERMA STO CANTIERE!
Collettivo ZAM
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