Formigoni deve andarsene
Sono ormai quasi 20 anni che Formigoni ha messo “la cintura di corruzione” alla Regione.
Stanno cadendo tutti dagli alberi come delle pere cotte: prima Nicoli, Cristiani e Ponzoni, tutti condannati per tangenti, tutti messi a ricoprire posizioni inattaccabili e di rilievo. Poi è stata la volta di Boni: il poverino ha pure il coraggio di definirsi innocente e continua presiedere la carica di consigliere regionale, e ora la notizia di ieri, Giammario, anche lui pdl, consigliere regionale indagato per tangenti.
E’ uno scenario che lascerebbe sgomento chiunque, a prova di tangentopoli.
A quanto pare la storia in Italia non insegna proprio nulla, è come se gli anni ‘ 90 di craxiana memoria non siano mai esistiti.
Formigoni ha lavorato per anni al suo impero, una roccaforte difesa da potenti lobbies, prima fra tutte Comunione e Liberazione, che ha ben approfittato delle 4 legislature del tuttora Presidente e ha piazzato tutti i “suoi” al potere in Lombardia per riuscire indisturbata a fare il bello ed il cattivo tempo e a dare potere ai suoi affiliati e alle numerose società e compagnie a cui subdolamente ha dato vita.
Per nulla innocente la Lega, partito di “duri e puri” che così tanto puri poi non sembrano essere, né tantomeno si sono dimostrati allergici ad inciuci e illegalità.
Si sa, il potere fa gola.
Lascia attoniti che sia stato possibile costruire passo per passo, tangente per tangente, un governo della regione tanto illegittimo.
Ora che la magistratura ha svelato questo marasma non si riesce a credere che Formigoni continui a presiedere il suo posto, nonostante gli scandali di evidente portata.
E’ arrivato il momento di spodestare questo governo regionale, ancora di più oggi che il nostro “amato” presidente tenta di lanciarsi nella politica nazionale con le sue bizzarre proposte di abolizione dell’articolo 18 e del voler essere promotore dell’annullamento del valore delle graduatorie in favore della trasformazione dalla scuola in azienda, dove i presidi giocano a fare i manager e dove si corre il pericolo effettivo di lasciare la cultura al buio.
E’ arrivato il momento che si organizzi una volta per tutte una dura e ferma opposizione a “questa” regione Lombardia, per ritornare a potersi fidare dell’amministrazione e delle scelte che ricadono su di noi, scelte che finora sono state prese solo in nome degli interessi di pochi corrotti.
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