Giambellino, il rullo compressore della gentrificazione: quattro sgomberi in mattinata

Questa mattina sono stati sgomberati 4 appartamenti in via Giambellino 150.
Nonostante fosse programmato per il 6 ottobre un incontro tra Aler, Unione Inquilini e servizi sociali per discutere di soluzioni abitative alternative.
Erano gli ultimi abitanti rimasti nel plesso, destinato alla demolizione.

Giambellino è al centro di operazioni speculative immobiliari ed edilizie.
Sono infatti in corso i lavori di realizzazione dell’M4 e di riqualificazione dell’intero quadrilatero popolare, che una volta conclusi porteranno alla rivalutazione economica di tutto il quartiere.

Interi civici vengono gradualmente e silenziosamente svuotati, murati e demoliti. Come ad esempio in via Manzano dove aveva vita la Base di solidarietà popolare del comitato abitanti o in via Lorenteggio 181.

Grazie anche all’intervento di alcune realtà associative presenti in quartiere, dove attraverso le solite promesse e garanzie di una sistemazione provvisoria, gli alloggi vengono svuotati operando di fatto in maniera silenziosa e pacificata.

Oppure altro emblematico metodo, nel caso del civico via Segneri 10, quasi totalmente privatizzato, dove i 7 nuclei occupanti avevano trovato affisso alla porta della loro scala, un cartello indicante il piano e il numero del proprio appartamento, dove gli si intimava di abbandonare la propria abitazione, perché, recitava l’avviso, questi appartamenti erano stati venduti. Pena lo sgombero anche notturno.

Attualmente i civici:
179 di Via Lorenteggio,
150 di Via Giambellino,
150 di Via Segneri,
3 di Via Segneri
8 di Via Odazio
sono tutti in attesa di essere abbattuti.

Migliaia di persone continuano a vivere in un quartiere dormitorio con più cantieri che panchine, una discarica a cielo aperto con alta concentrazione di soggetti fragili. Nonostante gli sforzi di sindacati e associazioni di lavorare entro i minimi varchi istituzionali la risposta è respingere e abbandonare le famiglie in stato di bisogno. Non possiamo certo aspettarci di meglio all’alba dell’insediarsi di un governo ultra-reazionario.

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