L’ospedale è mio e decido io.

Perchè iscriversi a un concorso se si sa già di non avere le raccomandazioni giuste per poterlo vincere?
In effetti diventa difficile non generalizzare se si conoscono un poco gli ambienti ospedalieri di Milano. Questa volta non è stato lo specializzando sconsiderato che ha deciso di descrivere le difficoltà che si incontrano nel cercare di far valere il proprio merito senza doversi adattare e inserire nel giri del clienteralismo delle lobby che controllano la struttura dove lavora. Questa volta è stato il Presidente dell’ordine dei Medici di Milano, Roberto Carlo Rossi che ha provato a lanciare la proposta di cambiare i metodi ultilizzati per i concorsi a nuove cariche, abolendo i concorsi attuali. Non potevano mancare le prime reazioni da parte della più grande piovra-CL che è andata immediatamente a rimarcare l’importanza, nel criterio di scelta per le nuove cariche, di una “buona parola” o “segnalazione”, come preferisce chiamarla l’esponente ciellino direttore del Niguarda. Per fortuna poi ci tiene a precisare che mantenere un livello di competenza alta al’interno delle loro strutture è il primo interesse.
Giusto: me lo segnalano, è competente, lo assumo. Ma qui non si tratta del fatto che sia competente o meno, si tratta proprio del fatto che è la segnalazione stessa che non dovrebbe influenzare. Se un medico più competente non viene raccomandato non importa, la prevaricazione dei diritti di quest’ultimo sembrano non interessare.
D’altronde sta parlando il direttore di un ospedale che nei giorni del congresso ciellino di Rimini si svuota del suo personale specializzato. Lo raccontava un medico durante un intervista a “Presa diretta” sugli appalti trucccati delle imprese di pulizia del Niguarda. Quante coincidenze. E lo ribadisce oggi un medico che nell’anonimato suggerisce di osservare le affinità politiche tra i direttori generali.
La cosa ridicola di tutto ciò è che è da anni che sentiamo i politici riempirsi la bocca della parola meritocrazia e quando qualcuno fa una proposta seria per difendere i meriti di una classe di lavoratori le riposte più pesanti arrivano nell’immediato, dai piani più alti, da quelli scelti proprio per il loro MERITO. Vero? Quando si prospetta la possibilità che si concretizzazi qualcosa di serio, ecco tutti asserragliati a difendere le proprie postazioni.
In nome della meritocrazia fin’ora ho visto solo dividere le scuole e le università di serie A da quelle di serie B grazie ai test Invalsi; non per cercare di colmare le lagune delle B e puntare alla parità della preparazione scolastica in Italia ma anzi, per aumentare ulteriormente questa voragine e aumentare i finanziamenti alle strutture già più avanzate e diminuirli a quelle già in difficoltà. Quindi, istruzione fatta, bene, ora passiamo alla sanità. Questa si che è meritocrazia.

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