Il quartiere Barona e le sue priorità

985936 LA SEDE DEL COMITATO DI QUARTIERE IN VIA LOPE DE VEGA VIENE DANNEGGIATA DA UNA BOMBA CARTASono nata 32 anni fa nel quartiere Barona e ho sempre vissuto lì, fino a quando non ho lasciato Milano nel 2004.

Ricordo piuttosto bene i cambiamenti e le caratteristiche che ha assunto il quartiere negli anni, la progressiva gentrificazione della parte contigua alla zona dei Navigli, il degrado e la criticità delle zone San Paolino e Lope De Vega, la difficoltà nella convivenza con i flussi migratori che sono apparsi in quartiere soprattutto negli anni 90. Ricordo che in alcuni periodi si parlava tanto della Barona, ma solo perché ci avevano girato un film (Fame Chimica) e perché un cantante hip hop conosciuto dichiarava pubblicamente la sua appartenenza alla zona.

Quello che nessuno ha mai detto è che il quartiere ha sempre avuto bisogno di luoghi di aggregazione per contrastare il degrado, l’eroina e la criminalità che si concentravano soprattutto in alcune zone: per questo un momento fondamentale è stato la creazione del Barrios, nel 1997.

Il Barrios si trova proprio al limitare delle due facce della Barona: la zona più frequentata e vivace (verso le metropolitane) e l’area più profonda, delle case popolari, il quartiere dormitorio che, purtroppo, è sempre stato a rischio di assumere le caratteristiche di un ghetto.

L’ospedale San Paolo è come un muro di separazione tra due facce del quartiere, che, negli anni, sono diventate sempre più distanti e diverse: nella parte dopo l’ospedale c’è ancora un fortissimo bisogno di centri di aggregazione, attività culturali, commerciali e sociali.

Purtroppo, invece, gli investimenti e molti degli interessi si sono concentrati sulla speculazione edilizia intorno all’area di Romolo e delle metropolitane, approfittando del business della presenza dello IULM (università privata); anche l’”onda lunga” dei Navigli con i suoi locali, ristoranti e atelier di artisti e architetti ha contribuito ad una progressiva gentrificazione di una parte della zona.

Oggi gli affitti in Barona sono più cari, si trovano, al contrario di prima, ristoranti e locali, c’è un quartiere di housing sociale con dei progetti che hanno contribuito a rendere maggiormente vivibile una delle ultime vie ancora abbandonate e deserte della parte più centrale del quartiere: tuttavia restano ancora delle zone d’ombra, dei punti scoperti, che sembrano non interessare a nessuno, e i cui bisogni restano inascoltati.

In queste aree d’ombra sono nati a volte degli esperimenti interessanti: uno di questi è ZAM, che da due anni ha rilevato una fabbrica abbandonata, in una via semi deserta, stranamente a due passi dalla super gentrificata via Watt.

Oggi ZAM è a rischio di sgombero, e ci si chiede come mai una fabbrica abbandonata da anni diventi improvvisamente interessante per la proprietà, che l’ha lasciata marcire fino a poco tempo fa.

Ci si chiede se il quartiere abbia bisogno di progetti edili di dubbia utilità sociale o piuttosto di luoghi di aggregazione, cultura e socialità, che possano ravvivare proprio quelle zone d’ombra di cui le istituzioni e i proprietari privati sembrano non accorgersi, da molti anni.

 

 

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4 risposte a “Il quartiere Barona e le sue priorità”

  1. […] hai scelto proprio il Barrio’s e la periferia a sud di Milano La Barona è la zona in cui ho sempre abitato e desideravo portare il cinema anche qui, soprattutto in una […]

  2. […] hai scelto proprio il Barrio’s e la periferia a sud di Milano? La Barona è la zona in cui ho sempre abitato e desideravo portare il cinema anche qui, soprattutto in una […]

  3. Lucio ha detto:

    Bell’articolo!!

  4. Dorina ha detto:

    Hai detto tante cose giustissime manca l’abbattimento della scuola materna e l’area rimasta vuota.perché nessuno fa niente x aggregazione? Come giustamente hai detto anche tu

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