Sgombero ZAM di Via Olgiati – Tutti rinviati a giudizio!

sgombero9 rinvii a giudizio per i fatti di Palazzo Marino del pomeriggio del 22 Maggio 2013, giorno dello sgombero di ZAM in Via Olgiati in Barona.

A pochi giorni dal sesto compleanno di ZAM (il 29 Gennaio) e a quasi quattro anni dai fatti 9 attivisti sono stati rinviati a giudizio per la giornata di lotta seguita allo sgombero di Via Olgiati.

La prima udienza si terrà martedì 4 Aprile alle 9,30 davanti alla Decima Sezione del Tribunale di Milano.

La mattina del 22 Maggio un ingente schieramento di Polizia e Carabinieri guidato da un folto drappello di Digos si presentò per eseguire lo sgombero dello spazio sociale occupato il 29 Gennaio 2011 in Barona. La proprietà dichiarava l’urgenza di ritornare in possesso dei suoi immobili. Inutile dire che a quasi 4 anni dai fatti, le strutture di Via Olgiati versano ancora in uno stato di totale abbandono (come negli anni precedenti alla loro occupazione) e vengono sorvegliate giorno e notte dalla vigilanza privata…

Quel giorno le Forze dell’Ordine furono accolte da una serie di strutture messe in strada dagli occupanti a rappresentazione di quello che ZAM era stato nei suoi 2 anni e mezzo di vita. E quindi elementi scenici che rappresentavano sport popolare, teatro, cinema, musica, attività sociali e così via. A ZAM infatti si erano tenute decine e decine di concerti, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, giornate aperte per gli abitanti del quartiere… Erano sorte l’Acciaieria (una palestra d’arrampicata) e una palestra di sport popolare. Si era tenuto nel Marzo del 2013 il Primo Zam Film Festival sulle produzioni indipendenti nel mondo del cinema. Era sorto un hiphoplab che è via via cresciuto e continua a calcare le scene: lo Zam Hip Hop Lab. Un ruolo via via sempre più importante era anche stato svolto dal mondo studentesco con la Rete Studenti Milano e il suo protagonismo. Ce n’era insomma, un po’ per tutti i gusti…

Per farsi strada tra le barricate le Forze dell’Ordine utilizzarono una ruspa. Dopo alcune ore due attivisti saliti sul tetto del centro sociale per rallentare le operazioni di sgombero decisero di scendere.

Nel pomeriggio, partito da Porta Genova, un corteo raggiunse Palazzo Marino. Lo scopo era portare le ragioni degli attivisti all’interno delle stanze del potere cittadino. Lo sgombero di ZAM era infatti non solo una perdita per gli occupanti, ma anche per il quartiere e la metropoli. Una città, Milano, incapace di mettere a valore la ultradecennale esperienza degli spazi sociali occupati che vengono ancora considerati un problema di ordine pubblico.

Ad impedire l’iniziativa un folto drappello di celerini in tenuta antisommossa che con tre cariche provocò un discreto numero di feriti.

Due giorni dopo, diverse centinaia tra attivisti e solidali, attirati dall’intensità di quella giornata, occupavano la nuova sede di ZAM in Via Santa Croce, una vecchia scuola abbandonata di proprietà comunale di fronte alla Basilica di Sant’Eustorgio. Lo sgombero sarebbe arrivato nel Luglio 2014 con poi una nuova occupazione nell’attuale sede di Via Sant’Abbondio.

Si tratta di un processo delicato. Gli imputati sono tutti attivisti che per la loro militanza politica hanno accumulato un discreto carico giudiziario. In aggiunta a ciò, nel processo, c’è una lista di poliziotti del Reparto Mobile feriti abbastanza fantascientifica…che neanche al derby di Belgrado Partizan-Stella Rossa!

Solidarietà ai processati quindi.

Continueremo a seguire la vicenda.

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